PALERMO. L’associazione gambiana che si trova a Palermo ha incontrato i connazionali che vivono a Catania. Il lavoro, l’associazionismo e l’impegno per il proprio Paese di origine sono stati alcuni dei temi. Un momento “rivoluzionario e storico per i gambiani che vivono in Italia e in particolare per quelli in Sicilia”, scrive l’associazione in una nota pubblicata su Facebook. E con noi ne parla Mustapha Jarjou dell’associazione di Palermo: “Abbiamo visto insieme cosa possiamo fare, nonostante le distanze. La comunità di Catania ci ha raccontato le difficoltà che vive sul territorio, gli stereotipi con cui si scontra. Sono ragazzi molto impegnati con i lavori che fanno. Hanno fatto anche un progetto di educazione sanitaria all’interno della propria comunità. Stanno collaborando con un’associazione di avvocati che li aiuterà nell’accesso ai documenti“.
Mustapha ricorda anche il primo contatto: “Ci siamo conosciuti attraverso i social. Da lì è nato questo rapporto, negli anni scorsi. Il primo contatto è stato una partita di calcio. Quest’anno abbiamo voluto ragionare assieme per costruire una rete di sostegno. La distanza tra Palermo e Catania non deve essere un ostacolo ma stimolo. In quest’occasione ci siamo fatti conoscere come associazione e abbimo spiegato come registrare la loro. Il messaggio condiviso è quello di non fermarsi alle difficoltà“.
I quattro punti al centro dell’incontro
“Ieri siamo stati a Catania per una visita dei compagni a Gambia for changes che abbiamo incontrato e contattato alcuni anni fa. Li applaudiamo e li riconosciamo per la calorosissima ospitalità e gli onesti impegni. La nostra visita, tra tanti altri motivi, è stata apposta per rafforzare le nostre lotte, le reti, la resistenza e il modo migliore per lavorare mano nella mano nonostante la nostra distanza. Durante le nostre discussioni, abbiamo avuto conversazioni fruttuose e produttive di reciproco interesse e benefici che vanno oltre tribù, religione o etnia“.
L’associazione gambiana di Palermo ha condiviso con i fratelli di Catania, anzitutto, “il nostro percorso di nascita come associazione”, ma anche “le nostre lotte e le nostre sfide che abbiamo incontrato e che abbiamo ancora affrontato negli ultimi anni”.
In secondo luogo, al centro del dialogo alcuni degli ostacoli alle lotte e allo sviluppo umano. “Un problema rilevante che riguarda quasi la comunità nel suo insieme è quello di non avere documenti che consentano alla maggior parte di noi di lavorare ‘legalmente’ con migliori condizioni di lavoro umane. Nonostante tutto ciò, i giovani di Catania sono impegnati in diverse attività con la comunità locale nella sensibilizzazione e consapevolezza verso una comunità inclusiva e integrata“.
In terzo luogo, il dialogo si è incentrato su “come raggiungere e coinvolgere altre associazioni create in Italia e anche oltre”. “Siamo dell’opinione che, solo attraverso l’unione, accettando le nostre sfide per trasformarle in soluzioni concrete per risolvere i problemi”.
Quarto punto, un momento per riflettere su come poter contribuire allo sviluppo socioeconomico del Gambia. “Riflettiamo su come aiutare coloro che sono stati colpiti dalle recenti inondazioni lampo avvenute in Gambia, che hanno provocato molte vittime di immobili. Come possiamo aiutare collettivamente le vittime ed essere loro vicino in questi momenti difficili“.
“Finalmente abbiamo parlato del lavoro che ci attende e dei nostri progetti futuri. Abbiamo parlato di molte cose che riguardano. Dobbiamo solo scendere a fare il lavoro che si comporta nelle discussioni che ci siamo fatti. Saremo tutti insieme nella strada per raggiungere l’obiettivo di risultati più ampi e profondi“.