È passato un anno dall’inizio dalla pandemia e dalla relativa crisi economica. Da un anno sentiamo parlare di ristori di cui c’è profondamente bisogno, ma che non sempre arrivano per tempo o che non bastano. Da un anno vediamo imprese costrette, dapprima a ridurre il personale alle unità minime e indispensabili, e poi a chiudere definitivamente. Da un anno siamo a conoscenza di situazioni in cui la cassa integrazione arriva con mesi di ritardo. Da un anno vediamo prorogare di mese in mese un blocco dei licenziamenti e sentiamo crescere l’ansia, nella consapevolezza che, prima o poi, tale blocco finirà. Ebbene, in un quadro così drammatico, c’è stato chi di gettare la spugna proprio non ha voluto sentir parlare. E, messo davanti al bivio tra diminuire il personale in esubero e ampliare i metri quadri in cui dare lavoro, ha scelto la seconda strada. Parliamo di Moltivolti. Ne parla il co-fondatore, Claudio Arestivo. L’impresa sociale, dal 2014, gestisce nel cuore di Ballarò un ristorante, uno spazio per il coworking e un’associazione non profit.
L’inaugurazione di “Altrove”
Sabato 27 febbraio, verrà inaugurato in via Discesa dei Giudici, 40, a Palermo, “Altrove”, dalle 10 alle 18. Da quel giorno, il bar sarà aperto dalle 9 a mezzanotte (alle 18, finché le misure anti-covid resteranno quelle attuali). I suoi fondatori lo definiscono “Bar/Caffetteria/In Viaggio”. Sarà uno spazio diverso da quello ampio di Moltivolti: parliamo di un locale di 30 mq, in cui ci si potrà incontrare davanti a un caffè o a un calice di vino di Libera Terra, ma dove centrale sarà l’aspetto del dialogo, del confronto di esperienze diverse, anche tra persone di diversa nazionalità. A restituire questa idea di mondo senza confini, in cui non esistono barriere che possano impedire il dialogo, concorre anche il planisfero diffuso realizzato in una parete del locale dall’artista Igor Scalisi Palminteri, in cui le città sono spostate e rimescolate, proprio a voler restituire l’idea di una “geografia liquida”.
Come nasce “Altrove”
Altrove è stato pensato – dice Arestivo – come un “satellite” di Moltivolti, “uno spin-off per intercettare e portare nella realtà di Ballarò un target di pubblico certamente diverso: quello dei turisti o quello della ‘Palermo bene’, che forse talvolta ignora la realtà complessa dei suoi vicoli e dei suoi quartieri popolari”. “La crisi ha richiesto lo sforzo di ripensare i progetti e di mettere ordine tra le priorità, confermandoci che da salvaguardare ci sono prima di tutto la vita e le ambizioni delle persone che nel progetto di Moltivolti hanno investito. Siamo una famiglia e in famiglia nessuno può essere lasciato indietro”, dice Arestivo. Ma il progetto per il futuro post-pandemia è addirittura quello di allargare la famiglia di Moltivolti: agli attuali 28 dipendenti se ne aggiungeranno almeno altri 3/4, considerato tra l’altro che erano già state intraprese esperienze di tirocinio che avrebbero dovuto completarsi con l’assunzione.