Dalla finestra dello studio di casa mia, nella Sicilia del mare, del sole e dell’amore, vedo in questi giorni la strada innanzi al cancello colorarsi di giallo, come le strade di gran parte delle città del mondo nella giornata dell’8 marzo, Giornata Internazionale delle Donne, meglio conosciuta come “Festa della donna”.
Nell’angolo del giardino di casa mia cresce un albero, la mimosa e nell’aria attorno è profumo e freschezza. Quale altro fiore potrebbe essere il simbolo perfetto della giornata, sia per il periodo, che, per il colore. Che, oltre ad esprimere vitalità, forza e gioia, è anche il colore che rappresenta il passaggio “dalla morte alla vita”.
Una metafora per ricordare tutte le donne di ieri, di oggi e di domani, che si sono battute, che lottano e lotteranno ancora per la discriminazione di genere tra uomo e donna, per le disuguaglianze sociali ed economiche, per garantire il rispetto delle diversità in ossequio ai principi ispiratori dell’art.3 della Costituzione. Per quel grande valore umano e morale che è la “dignità” della persona.
L’art.1 della Risoluzione dell’Assemblea generale 48/104 del lontano 20 dicembre 1993 ha definito la violenza contro le donne come: “Ogni atto di violenza che ha come risultato un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata”.
E il “femminicidio”, dall’inglese femicide, per indicare le uccisioni delle donne da parte degli uomini per il fatto di “essere donne”. È “la forma estrema della violenza di genere”.
In questa giornata dell’8 marzo vado sempre oltre ogni definizione, lascio volare il mio pensiero alle tante donne vittime di femminicidio e alle tante, ovunque siano nel mondo, vittime di ogni forma di violenza, in cerca di aiuto, del coraggio, e dell’affermazione della propria Dignità. E a quest’ultime, che vivono dietro le sbarre delle prigioni della vita, offro con tutto il mio io, un ramo di mimosa e dico “tornate a vivere”.
Nunzia Guzzo, avvocato
esperta in violenza di genere e diritto dei minori