di Giuseppina Tesauro
MODICA
Abdoullai Sowe è sbarcato a Pozzallo nel 2014, dopo un lungo e difficile viaggio dal Senegal. Come tanti altri, sperava di trovare in Italia un’opportunità per migliorare la propria vita e quella della sua famiglia. Dopo aver superato il deserto e il mare, trovò accoglienza in una comunità vicino Modica.
Inizialmente, Abdoullai cercava di guadagnarsi da vivere come parcheggiatore in un supermercato, fu lì che Nunzia Candice, un’operaia di Modica, notò la sua gentilezza e la sua voglia di trovare un vero lavoro, qualità che fecero la differenza e cambiarono il corso della sua vita.
A Modica si trova la storica cioccolateria artigianale Bonajuto. Pierpaolo Ruta, il proprietario, intravide in Abdoullai un giovane determinato e desideroso di una vera opportunità, le sue aspettative non furono deluse. Con i primi stipendi, Abdoullai acquistò una bicicletta per recarsi al lavoro, prese lezioni di italiano, conseguì la licenza media, prese la patente di guida e comprò un’auto e riuscì anche a prendere in affitto una casa. Il suo momento di maggior orgoglio fu quando dal Senegal gli arrivò la notizia che, grazie ai soldi che lui mandava tutti i mesi, la sua famiglia era riuscita a costruirsi una vera casa al posto della capanna dove fino allora avevano vissuto.
Nonostante il suo successo, la burocrazia rischiava di interrompere bruscamente la sua storia. Alla richiesta di protezione internazionale, infatti, fu negato lo status di rifugiato, considerandolo un “migrante economico“. La comunità di Modica si mobilitò in suo favore e il sindaco, Ignazio Abate, indirizzò il suo appello al prefetto, al questore e al presidente della Repubblica: “Abdoullai Sowe, che chiede solo di rimanere in una città dove ha trovato pace, amicizia, accoglienza e soprattutto tanto amore. Ecco, perché oggi chiedo a Lei, a nome mio nella qualità di sindaco della città di Modica e a nome di tutti gli assessori e consiglieri comunali di maggioranza, di aiutarci a sostenere la storia di questo giovane senegalese di fronte al Governo nazionale”.
Con il rimpatrio imminente e nessuna risposta dalle Istituzioni, anche l’associazione Libera intervenne, evidenziando l’integrazione esemplare di Abdoullai nel tessuto sociale locale, ma senza succeso. Pierpaolo Ruta, determinato a non arrendersi, trovò una soluzione: cambiò l’assetto societario della sua impresa artigianale, garantendo ad Abdoullai il diritto di rimanere in Italia. La loro relazione si era trasformata in un legame di affetto e stima reciproca.
Oggi, Abdoullai è un abile mastro cioccolatiere, ha un figlio di due anni e, grazie al supporto di Pierpaolo, è riuscito a tornare in Senegal per riabbracciare la madre e conoscere i suoi nipoti, a cui ha fatto assaggiare il cioccolato modicano da lui confezionato. Con il suo lavoro e i suoi risparmi, ha migliorato la vita della sua famiglia in Africa e ha costruito un futuro per sé in Italia. La sua storia è un esempio di integrazione riuscita, basata su impegno, fiducia e umanità.