PALERMO. “Mi piacerebbe lasciare un segno, qualcosa di significativo nella vita della mia comunità”. Così Giuseppe Piazza che, con i suoi 17 anni, ad Assisi nei giorni scorsi ha disputato con gli studenti provenienti da oltre 450 scuole italiane le Nazionali di Scienze Naturali. Si è aggiudicato il primo posto per la categoria Triennio – sezione biologia, superando una prova teorica e tre prove pratiche. Ha dovuto così districarsi tra le membrane cellulari e le componenti che le rendono migliori; ha osservato e analizzato campioni di foglie per riconoscerne le cellule e ha valutato, tra le altre, la concentrazione delle proteine del latte ed eventuali reazioni che ne vengono dal contatto con altre componenti.
Adesso, completando il suo anno scolastico – frequenta la classe quarta del Liceo Scientifico “G. Salerno” di Gangi, dirigente Ignazio Sauro – andrà a Pisa. Vivrà una settimana presso la Scuola Normale Superiore e si allenerà con gli altri tre studenti italiani finalisti per partecipare all’ultimo step: le Olimpiadi Internazionali di Biologia (IBO) che si terranno dal 7 al 14 luglio prossimo ad Astana, in Kazakhistan e che conteranno la presenza di 85 squadre provenienti da tutto il mondo.
I Campionati di scienze naturali, giunti alla ventiduesima edizione, sono organizzati ogni anno dall’ANISN, Associazione Nazionale Insegnanti Scienze Naturali. L’iniziativa rivolta a tutti gli indirizzi di scuola secondaria di secondo grado, è promossa dalla Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici.
Giuseppe è emozionato ma è pronto. Immancabile il sostegno della sua famiglia e della sua comunità scolastica. “Quando sono tornato – così dice – dalle gare nazionali, ad accogliermi i miei compagni con un mazzo di fiori. Senza il loro supporto non sarei arrivato a questo risultato. Con loro condivido questo traguardo”. E li nomina uno per uno, e ci tiene che vengano scritti tutti i loro nomi: sono Vincenzo, Giulia, Carlo, Vittorio. C’è anche Giovanni, Angelica, Antonella, Santo e Gabriele, Alice, Ludovica e Rosanna. E le due Chiare. “E Lorenzo – scrive su un messaggio whatsapp subito dopo – un ragazzo siciliano che ho incontrato alla fase nazionale dei Campionati e che mi ha incoraggiato e supportato costantemente”.
“Ma un pensiero speciale – così continua – è per la mia professoressa, che ha fatto appassionare me e i miei compagni alla biologia. Ha sempre approfondito ogni argomento e ci ha fatto sperimentare le applicazioni nel laboratorio scolastico; lo ha fatto con una passione tale da entusiasmare anche noi, aprendoci ad un mondo, quello delle scienze naturali, fatto di cellule e di membrane, di pipette e di microscopi, fatto di bellezza”.
Per Giuseppe, che non smette di parlare dei suoi compagni di scuola, dei suoi insegnati, dei suoi amici, dei suoi genitori che in ogni modo lo hanno sostenuto, i social e i telefonini tanto discussi sono solo uno strumento per comunicare. “ Ci tengo a dirlo, perché è spesso motivo di polemica tra gli adulti e spesso è anche motivo di condanna nei nostri confronti. In realtà, oltre a consentirci di comunicare – nella mia scuola molti compagni vengono da altri paesini e senza telefonino non potremmo sentirci – ognuno di questi strumenti ci consente di approfondire gli argomenti. Sono molti i miei coetanei che utilizzano i social come mezzi di divulgazione, approfondendo per tutti diversi temi tra cui quelli scientifici”.
Giuseppe ha solo diciassette anni. E sta preparando la sua valigia, mettendo dentro desideri e progetti, amici e genitori, il suo paese e i suoi insegnanti: dice che li porterà con sé in Kazakistan perché, per arrivare fin lì, sono stati tutti importanti. Non resta che attendere i risultati delle sue Olimpiadi, non resta che fare il tifo per Giuseppe che lo dice nuovamente “Io non so ancora che lavoro voglio fare, vorrei studiare e trovare nuovi modi per contrastare la diffusione di malattie rare, per comprendere i meccanismi alla base di malattie genetiche. Io ancora non lo so precisamente. So, però, che anche per i miei genitori e per tutti coloro che credono in me, voglio impegnarmi per rendere migliore non solo la mia vita, ma quella di tutta la mia comunità”. Insomma, Giuseppe, un altro modo eccellente per declinare la parola “giovane”.