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martedì, 8 Luglio 2025
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Cosa c’è di meglio che aiutare gli altri divertendosi? La compagnia ‘Ssà Benerica da 26 anni sul palco

Nata dentro i Salesiani al Gesù Adolescente, ha come riferimento il teatro Savio. I loro spettacoli sono anche un modo per aiutare le associazioni a sostenersi. Stasera in scena Totò Tiermini

Alessia Rotolo
Alessia Rotolo
Ama Palermo e il centro storico, i tre mercati, i quattro mandamenti, il Genio e la Santuzza. Segue con passione i processi partecipativi di riqualifica della città nati dal basso che stanno pian piano cambiando il volto di Palermo rendendola sempre più affascinante. Scoprire storie e raccontarle è la sua migliore capacità dettata da una passione incessante per il mestiere di giornalista
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PALERMO. Una compagnia teatrale amatoriale affiatatissima che da 26 anni si interroga e mette in scena spettacoli su argomenti delicati e lo fa facendo riflettere ma soprattutto strappando tante risate al pubblico presente. È questa la ricetta del longevo entusiasmo e successo della compagnia teatrale ‘Ssà Benerica, nata dentro i Salesiani al Gesù Adolescente (da un decennio divenuto Centro Giovanile Villaurea), il loro teatro di riferimento è il Savio anche se hanno messo in scena i loro spettacoli in diversi teatri della città di Palermo ma anche fuori dal capoluogo.

Caposaldo assoluto della compagnia è fare beneficienza con la vendita dei biglietti per tantissime associazioni e realtà cittadine. «Il 18 giugno ad esempio – spiega Sergio Gargano, regista e autore dei testi teatralimetteremo in scena “Totò Tiermini” alla base scout “Volpe Astuta”, perché ci hanno chiesto aiuto per fare autofinanziamento per sistemare alcune cose all’interno della base. E così è stato per tantissime altre situazioni».

Da otto anni hanno inventato un contenitore che hanno chiamato Se ognuno fa qualcosa (ispirati da 3P Padre Pino Puglisi infatti avviene nella data della beatificazione) con la vincente seguente formula. I loro spettacoli hanno un costo, ma a loro non interessa incassare denaro, lo fanno per piacere personale, quindi offrono alle associazioni interessate gli inviti a due euro l’uno «per pagare – spiega Sergio – le spese che abbiamo tra costumi, trucchi e scenografie». L’associazione che deve fare autofinanziamento per svariati motivi, poi piazza l’invito a quanto vuole per riuscire a recuperare la cifra di cui ha bisogno.

Un momento dello spettacolo Totò Tiermini (Ph. Alessia sbacchis)

La compagnia è composta da una ventina di elementi di tutte le età dai 65enni ai 17enni, «stasera ci sarà anche un cane in scena! C’è uno zoccolo duro – continua – di una decina di persone che resiste da quando è nata la compagnia. Il segreto è che noi ci divertiamo tantissimo in scena, ogni spettacolo cambia ad ogni messa in scena. Quello che ci piace dire è che “ci divertiamo seriamente”, altrimenti non avremmo resistito per così tanti anni. Quello che dico sempre alla fine di ogni spettacolo è “se vi siete divertiti fatelo sapere se non vi è piaciuto fatevi i fatti vostri”».

Le persone che hanno fatto nascere la compagnia erano animatori dei grest (gruppi estivi) dei Salesiani con don Biagio Tringale: «Era il tipico parrino che ti instilla il semino del teatro – aggiunge Sergio -, i primissimi spettacoli furono di cabaret. Fino a ieri eravamo con Salvo Piparo che ci ha detto “è incredibile fate ridere sempre allo stesso modo, come quando avevo 16anni e venivo a vedere i vostri spettacoli in oratorio».

Mettono in scena spettacoli scritti da loro o riadattando testi teatrali famosi, ma tutte hanno uno sfondo sociale. «Stasera al Savio metteremo in scena “Totò Tiermini– continua Sergio – che racconta del classico personaggione di Palermo che fa favori che li chiede. Ho da poco concluso di scrivere “Il pesce rosso” che parla della vita delle famiglie che hanno un malato oncologico grave a casa, abbiamo parlato di HIV, di migranti, diversità, di adozioni, di mafia».

In questi 26 anni di spettacoli, tutto si fa in funzione delle loro risorse, quando scrivono uno spettacolo si incontrano e si chiedono cosa vorrebbe la gente e cosa possono dare loro, Sergio Gargano poi scrive lo spettacolo e si cominciano le prove per limarlo. «Quando scrivo uno spettacolo lo scrivo in base alle caratteristiche di ogni componente della compagnia – dice – dopo 26 anni ci conosciamo benissimo e sappiamo pregi e difetti di ognuno. Abbiamo trovato un nostro equilibrio, ci piace, poi ridiamo tantissimo e lo facciamo per tante buone cause, meglio di così non si può»

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