14.3 C
Palermo
giovedì, 1 Maggio 2025
HomeBuone notizieIl Calendario della nonviolenza 2O25 del Movimento Internazionale della Riconciliazione

Il Calendario della nonviolenza 2O25 del Movimento Internazionale della Riconciliazione

Nel buio si vedono le stelle. Testimoni di nonviolenza tra Israele e Palestina. La presentazione è prevista sabato 21 dicembre, nella Galleria Diktinne Bobok

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
spot_img
spot_img

PALERMO – “Nel buio si vedono le stelle. Testimoni di nonviolenza tra Israele e Palestina” è il titolo del Calendario della nonviolenza 2O25 del Movimento Internazionale della Riconciliazione (MIR), curato da Erminia Scaglia con i disegni di Tiziana Crivello.
La presentazione è prevista Sabato 21 dicembre, alle ore 17,30 presso la Galleria Diktinne Bobok in via Nicolò Garzilli, 28.

Quest’anno abbiamo voluto mettere al centro il tema del conflitto israelo-palestinese – spiega Ermina Scaglia del MIR che è anche una storica dell’arte -. Come sempre, il calendario verrà proposto in alcune scuole di Palermo. La Nonviolenza è l’unica forza attiva in grado di fermare la spirale di odio e vendetta che ogni guerra inevitabilmente genera. Pertanto, vi regaliamo dodici storie, alcune del passato e altre attuali: alcune esperienze che fanno la differenza attraverso la letteratura, la musica, l’arte. Altre sono azioni pianificate con specifici progetti da parte di ONG e organizzazioni religiose e laiche; poi ci sono vicende concluse con un apparente insuccesso, quello di operatori uccisi che hanno “abitato” il conflitto attraverso uno stile sobrio, condividendo con le vittime la precarietà delle situazioni d’emergenza ma anche le paure ed i rischi della guerra. Nulla è mai vano, nessuna azione è una sconfitta, perché, come diceva Martin Luther King: “è nel buio che si vedono le stelle”.

Tra i dodici mesi si inizia con Gennaio dedicato alla storica stretta di mano tra i leader israeliano Yitzhak Rabin e palestinese Yasser Arafat. Il mese di Marzo è dedicato al coraggio di Rachel Corrie che diceva: “Dovremmo essere ispirati da persone che dimostrano che gli esseri umani possano essere gentili, coraggiosi, generosi, belli e forti anche nelle circostanze più difficili”. Ad Aprile campeggiata La pace dentro un’oasi con Wahat as-Salam: il villaggio cooperativo abitato da arabi palestinesi ed ebrei israeliani. Ecco uno dei loro messaggi: “Non esiste una vera soluzione senza una vera pace. Non ci sono scorciatoie; non possiamo vivere in sicurezza senza riconoscere i pieni diritti di ogni singolo essere umano, palestinese, israeliano, ebreo, arabo, che vive tra il fiume e il mare”.

Il mese di Giugno è, invece, dedicato alla Operazione Colomba con le parole del volontario Alberto: “Giorno dopo giorno viviamo con le popolazioni sotto assedio, in capanne o baracche, senza luce o acqua, condividendo le stesse condizioni di povertà e di pericolo che sono costretti a vivere i civili in guerra, sotto continui attacchi armati. Lo facciamo per creare, attraverso la nostra presenza neutrale e internazionale, che fa da deterrente all’uso della violenza, e con azioni nonviolente, concreti spazi di riconciliazione e Pace”.

A Luglio troviamo il coraggio di Vik (Vittorio Arrigoni) con il  messaggio “Restiamo umani”. A Novembre c’è l‘orchestra di musicisti israeliani e palestinesi che riporta il pensiero di Daniel Barenboin: “Sono convinto che a questo conflitto possa esserci una soluzione basata soltanto sull’umanesimo senza la forza delle armi e senza occupazione”. Infine si arriva a Dicembre con il pane della riconciliazione spiegato dal volontario del forno Ibrahim: “Questa pagnotta si chiama “hamam” che significa colomba per la forma: qui a Betlemme, da sempre, la facciamo solo noi”.

Le offerte che verranno raccolte per il calendario serviranno a sostenere l’attività culturale del MIR Palermo in favore dei progetti di educazione alla pace.

spot_img

Leggi anche

spot_img
spot_img

Ultime notizie

spot_img

Twitter

spot_img