PALERMO. Tamil, ivoriani, ghanesi, creoli, eritrei, ecuadoriani, filippini, peruviani, togolesi, benin e cingalesi. Tutti insieme per chiedere la pace nelle terre dove si combatte. Una preghiera che hanno presentato insieme nella Messa dei Popoli celebrata ogni 6 gennaio nella cattedrale di Palermo. La Celebrazione Eucaristica, organizzata dall’Ufficio Migrantes dell’Arcidiocesi, dall’associazione “Arcobaleno di Popoli”, dalla Rettoria di Santa Maria dei Miracoli e dalla Parrocchia interculturale di San Nicolò da Tolentino, ha visto la Cattedrale stracolma di fedeli di tutte le culture presenti in città.
12 lingue insieme per un unico fine
Gli stranieri rappresentano il 4% dell’intera popolazione cittadina: comunità che molto spesso vivono ghettizzate, ma che nelle attività organizzate dall’apposito Ufficio dell’Arcidiocesi e da “Arcobaleno di Popoli” trovano un punto di incontro, molto spesso attorno alla Mensa eucaristica, ma anche in attività culturali e ricreative, rivolte soprattutto ai più piccoli.
Nel corso della Celebrazione sono state utilizzate, tra lingue veicolari (francese, spagnolo e inglese) e materne, ben 12 lingue. I canti, eseguiti dalla corale di “Arcobaleno di Popoli”, sono stati intonati in 8 lingue. Tutto per far sentire ogni fedele a casa propria, perché ciascuno, come nel giorno di Pentecoste di duemila anni fa, sentisse parlare “nella propria lingua nativa”.
Una preghiera accorata per la pace
Molto più che negli altri anni, la Celebrazione di quest’anno è stata all’insegna della pace: bambini di tutte le nazionalità hanno dato avvio alla processione introitale agitando ramoscelli di ulivo e la pace è stata richiamata più volte nel corso della Messa, tanto dal saluto iniziale del Direttore dell’Ufficio Migrantes, il dott. Mario Affronti, quanto dall’Arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, nell’omelia.
«Oggi, mentre il mondo sta a guardare, la grotta [di Betlemme, ndr], è nelle acque torpide del Mediterraneo, sotto le macerie di Gaza, e della Palestina, dell’Ucraina e degli altri focolai di guerra. Queste le sue mangiatoie. Sempre lì, con gli emarginati, i sofferenti, gli oppressi e gli sfollati». Così Affronti, che ha poi continuato sul tema dell’accoglienza: «Quando ci prendiamo cura dei migranti […] stiamo anche offrendo un servizio al nostro Paese: stiamo costruendo nuovi cittadini in grado di contribuire al bene comune, e stiamo progettando un futuro prospero per i nostri figli e per l’Italia di domani».
I “viaggi della speranza”: dai Magi ai migranti
La solennità dell’Epifania ha fornito all’Arcivescovo Lorefice l’occasione per fare un parallelo tra il viaggio dei Re Magi e quello dei migranti presenti in Cattedrale: «Come i Magi avete lasciato le vostre case, i vostri affetti più cari, i vostri paesi, per mettervi in cammino, talora anche rischiando la vita. Ricchi dei vostri doni, incerti per il cammino che vi aspettava, il futuro che vi attendeva. […] Vi chiediamo di aiutare anche noi a metterci in cammino. A riconoscere le venute del Signore tra noi. Il suo volto nei tanti volti che incrociamo lungo le nostre strade».
Nel ricordo di padre Sergio Natoli
La Messa dei Popoli di quest’anno è stata la prima segnata dall’assenza di padre Sergio Natoli, il sacerdote dei Missionari Oblati di Maria Immacolata fondatore di “Arcobaleno di Popoli” venuto a mancare prematuramente lo scorso 24 maggio. «I dettagli di questa Celebrazione sono stati pensati proprio come anche Padre Sergio li avrebbe progettati», dice Mariella Palermo, storica collaboratrice di Padre Sergio. «È stato lui, d’altronde, a spronarci, fino a prima di lasciarci, ad andare avanti “perché Dio ci ama sempre, sempre, sempre”».
Le Celebrazioni Eucaristiche interculturali si tengono ogni prima domenica del mese alle ore 11 presso la Parrocchia di San Nicolò da Tolentino, mentre ogni terza domenica del mese sempre alle 11 presso la Rettoria di Santa Maria dei Miracoli.