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mercoledì, 19 Marzo 2025
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Quando i “pupi antimafia” prendono il posto dei paladini di Francia: ecco il teatro di Angelo Sicilia

In giro per l'Italia porta da oltre venticinque anni messaggi educativi e di sensibilizzazione contro la mafia. La nuova storia su Biagio Conte e la recente aggressione subita a Termini Imerese

Caterina Ganci
Caterina Ganci
Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione pubblica, collaboro con diverse testate online. Amo il mare, il suo profumo e le sfaccettature dei suoi colori. Non penso che potrei vivere in un posto diverso dalla Sicilia! La nostra Isola è bella e ricca di cultura, storie, tradizioni e se è vero che “la bellezza salverà il mondo" io voglio continuare a cercare, osservare e raccontare le nostre meraviglie con la passione forza motrice necessaria per una giornalista
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La video intervista di Lilia Ricca

PALERMO. Angelo della sua passione ne ha fatto un mestiere. La sua è anche una missione: in giro per l’Italia porta da oltre venticinque anni messaggi educativi e di sensibilizzazione contro la mafia. Un innovatore nel suo campo. “Con i pupi teniamo accesa la fiammella della memoria”, dice il puparo Angelo Sicilia, fondatore della Marionettistica Popolare Siciliana e dell’Opera dei pupi antimafia. Appassionato studioso della tradizione marionettistica siciliana, ideatore dei “Pupi Antimafia“, un ciclo epico in cui gli eroi della lotta contro Cosa Nostra prendono il posto dei paladini di Francia.
“Fare antimafia sociale significa fare memoria – commenta -. Comportarsi bene è un modo per dare dignità a un popolo”. Sicilia è impegnato nel sociale, lavora nei teatri, nelle scuole, nelle piazze e anche nelle carceri per la diffusione della cultura della legalità e per la salvaguardia della memoria storica di un intero popolo.

Orlando e Bradamante lasciano spazio agli eroi dei nostri giorni: Impastato, Padre Puglisi, Falcone, Borsellino. In piazza il teatro popolare parla agli strati più umili, utilizzando un linguaggio diretto e semplice. L’arte dei pupi del tessitore Sicilia vive, infatti, sotto una nuova luce, racconta un’epopea fatta di uomini e donne coraggiose che hanno sfidato la mafia e dato la loro vita per la giustizia e la dignità di ognuno di noi. 
“Padre Pino Puglisi ci diceva le cose giuste al momento giusto – racconta –. Ci ricordava di avere il coraggio di dire no. Ancora oggi è un punto di riferimento per noi. Non è un caso che lo spettacolo su Don Pino Puglisi sia stato replicato oltre trecento volte”.

L’ultima storia che ha scritto è quella di Francesca Morvillo, magistrato e moglie di Falcone. Mentre adesso sta lavorando a quella di Biagio Conte, nel frattempo continua la scrittura di nuovi testi per quanto riguarda l’antimafia. “Siamo concentrati sul ruolo della donna nella lotta alla mafia, camorra e ‘ndrangheta”. Nel 2020 nasce “I fimmini hannu a stari dintra!” che racconta la storia di Lea Garofalo, donna vittima della ‘ndrangheta.
“Il mio cammino nasce anche dalle esperienze personali molto forti, come l’omicidio di Claudio Domino avvenuto nel quartiere di San Lorenzo. Lo conoscevamo perché giocavamo a pallone insieme per strada. Un pomeriggio terribile, quello del 7 ottobre del 1986, avevamo finito di giocare a pallone di fronte casa mia quando è accaduta l’uccisione. Un fatto che ci ha aperto gli occhi e ci ha imposto una scelta di campo, una strada da percorrere. Per me è stato quello dell’impegno sociale, della politica. Il mio percorso inizia, alla fine degli anni ’90, all’interno della casa di Peppino Impastato con mamma Felicia”.

“Quello che facciamo magari non piace a tutti – conclude -. In Sicilia purtroppo la mafia ha ancora tanto appeal. Quando facciamo gli spettacoli i provocatori ci sono sempre. Diverse sono stati i tentativi per farci smettere oltre i danneggiamenti. L’ultima volta è accaduto, a giugno scorso, nella piazza di Termini Imerese durante lo spettacolo dedicato a Padre Pino Puglisi. Mentre ero in scena un tizio ha cercato di colpirmi alle spalle distruggendo i microfoni. E lo ha fatto proprio mentre stavo lanciando un messaggio di solidarietà”.

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