PALERMO. “Sei e sarai sempre nelle nostre aule e in ogni aula del mondo, in ogni cuore degli infiniti studenti che ti hanno amata. Ciao Tindara“. Con questo messaggio stamani è stata diffusa la notizia della scomparsa di Tindara Ignazzitto sui social dalla Scuola di lingua italiana per stranieri ItaStra dell’Università di Palermo. Docente di italiano a stranieri e di lingue straniere, negli anni ha saputo raccogliere attorno a sé l’affetto e la stima di colleghi, amici e alunni con cui ha condiviso un percorso di impegno a favore dell’integrazione delle persone migranti. A loro ha insegnato la lingua che oggi le aiuta a vivere a Palermo o in Sicilia.
Mari D’Agostino, direttrice di ItaStra, la ricorda così: “Tutti coloro che sono passati da ItaStra dal primo giorno a poche settimane fa hanno incontrato il suo sguardo luminoso, la sua immensa professionalità, il suo darsi sempre e comunque“.
Il ricordo di Tindara nelle parole di amici e colleghi
Un fiume di messaggi indicano l’affetto e ciò che ha lasciato Tindara Ignazzitto nel cuore delle persone che ha incontrato. “La luce che emanavi non potrà mai spegnerla nessuno. Sarai sempre nei nostri cuori“, scrive Giulia Manzella nel suo ricordo. “Il brevissimo ma intensissimo periodo in cui abbiamo condiviso la docenza di laboratorio di Italiano L2 ho conosciuto in lei una persona speciale e genuina che sembrava conoscessi da sempre“, ricorda Roberto Buscetta. Il messaggio di Vincenzo Ceruso la indica come una “persona valida e cordiale”. Lo ribadisce anche Maria Elena Como: “Ho conosciuto la professoressa Tindara Ignazzitto nel 2009 quando ho svolto un tirocinio presso la vostra scuola. La ricordo come una persona molto empatica e professionale“.
Anche nei messaggi degli ex alunni c’è il cuore e la passione che Tindara portava in cattedra: “Sei stata una persona sempre pronta al bisogno del prossimo. Mi hai aiutata tanto con la mia tesi quando ne avevo bisogno dandomi anche dei giusti riferimenti – racconta Jessica Chinnien -. Hai aiutato nn solo me ma diversi ragazzi della seconda generazione. Mi capitava anche di venirti a trovare a scuola e fare due chiacchiere con te. E non solo mi ricordo che cj vedevamo negli eventi riguardanti l’integrazione e l’immigrazione. Sono contenta di averti conosciuto e di raccontare la bella persona che eri veramente”. “Ricordo di Tindara per il suo entusiasmo nel lavoro, per il suo sorriso solare e per la sua dolcezza – scrive Ha Thanh Tung -. La ringrazio tantissimo per il suo aiuto durante il nostro studio all’Itastra“.
Un’insegnante modello e un modello di insegnante
Nel suo percorso di formazione Nini Longo incontra donne che “mi affascinano da un punto di vista professionale“. “Tindara era una di quelle. La mia prima insegnante di italiano in Italia. La guardavo durante le lezioni e dentro di me dicevo: ‘Cavolo, ma io voglio parlare come lei’. Ovviamente non c’è da competere con una madrelingua. Ma la passione con cui insegnava e il linguaggio che usava mi hanno motivata così tanto che mi sono paragonata alla Prof. Volevo essere brava come lei. Rientrata al Cairo, dopo il primo corso, ho cercato di imitarla in classe. Tindara, mi hai insegnato la lingua e la passione“.
Sui canali social scorre anche il ricordo di Per Esempio Onlus: “Abbiamo avuto l’onore immenso di aver a che fare con la tua professionalità e con la tua gentilezza, dentro e fuori dall’aula. La notizia di oggi ci disintegra. Se i nostri volontari, i migranti, donne e uomini con fardelli terribili da portare sulle spalle conoscono così bene l’italiano è merito tuo, della tua dolcezza, della tua competenza“.