PALERMO. La città di Palermo, in occasione del trentennale della Strage di Capaci, ha accolto calorosamente i giovanissimi provenienti da tutta l’Italia. Le studentesse e gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado hanno risposto “presente” con una fitta scaletta da rispettare: dalle ore 10 sul prato del Foro Italico, fino alle ore 18 davanti l’Albero Falcone.
Il 23 maggio si riconosce sempre dalle file di bambini e dagli striscioni colorati; il 23 maggio si riconosce dalle nuove generazioni. Sono ragazzi che non hanno mai vissuto quel giorno e che non hanno memorizzato nella loro esperienza di vita quel sabato pomeriggio che scosse Palermo e l’Italia tutta, eppure ne ereditano il sentimento amarissimo, di rivalsa e coraggio.
<<Siamo qui per ricordare le loro idee e per portarle avanti – dice Massimo, studente di Savona e rappresentante della sua classe-. I nostri insegnanti ci hanno descritto il lavoro che hanno svolto Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e abbiamo capito l’importanza dei valori etici e morali di questi personaggi che andavano contro la mafia, soprattutto il valore della legalità in ogni loro aspetto. L’arma migliore è la giustizia, l’impegno di ciascuno di noi nel combattere questo brutto male che affligge la società ormai da tanti anni. Possiamo vincere solo se costruiamo una società unita con forti valori>>.
I più fieri sono sicuramente gli insegnanti, che durante l’ultimo anno scolastico trascorso, nonostante le difficoltà di una didattica incerta, hanno saputo coltivare quel senso critico di cui ora possono vedere i frutti.
<<Per loro oggi è una giornata importante ed è una grande emozione – raccontano con commozione due insegnanti del Liceo Classico Meli di Palermo -. Abbiamo lavorato tanto per arrivare preparati a questa commemorazione ma forse non si è mai pronti per questa data segnata sul calendario. Non è un semplice lunedì da dover trascorrere in aula, facendo finta che ciò non ci appartenga. Noi dobbiamo ricostruire la memoria a questi ragazzi, cosicché non accada più>>.
Come ogni anno da trent’anni, allo scoccare delle ore 17:57, Palermo si avvolge nel silenzio. Un attimo dopo però, da un punto all’altro dell’Italia, le nuove generazioni ricominciano a fare rumore.