PALERMO. Palermo sta vivendo il “Giubileo rosaliano”, voluto dall’arcivescovo mons. Corrado Lorefice, per i 400 anni dal ritrovamento delle spoglie mortali della “santuzza”, Santa Rosalia, patrona principale della città. È d’obbligo quindi, per ogni palermitano devoto, giungere in Cattedrale, soprattutto adesso, per porgerle, “idealmente”, un omaggio, un pensiero, una lettera, per pregare presso l’urna sacra contenente le reliquie che salvarono – riporta la Storia, e non la leggenda – Palermo dalla peste.
La Cattedrale, Santa Rosalia, sono, dunque, una meta. Ma una meta potrebbe divenire anche giungere pochi metri più in là, in visita a Sergio Brishko, il ragazzo ucraino di cui abbiamo narrato – tramite Il Mediterraneo 24 – anni fa, che col suo tavolino ambulante su strada vende le sue deliziose pietre dipinte a mano. Ed è di poco, una novità: un suo secondo libricino dal titolo “Cuore di coccinella” (edito da Casa Woolf, con le illustrazioni di Giorgina D’Amato).
È un libretto di poche pagine, animate, però, da un sentimento profondo: l’amore. Che, spesso, giustifica anche la sofferenza di non essere ricambiati a tondo. Perché, se è vero che l’amore rende fragili, più importante della fragilità è sentirsi vivi. E Sergio lo è.
Augurando, dunque, ad ogni palermitano o turista di trovare del tempo prezioso per la doppia visita (S. Rosalia, e Sergio – che, con la sua carrozzina scomoda, il suo signorile cappello proteggi sole, l’inconsueta eleganza per un’artista di strada, e il suo “invitarti a cena se hai tempo”, si trova a pochi metri, presso Piazza Bologni, a Palermo), auguriamo, altresì, che la “cura amorevole” della nostra “santuzza” insieme allo sguardo bonario ma sveglio del nostro scrittore, possano portare conforto all’anima di chi è ne è in cerca.
Insieme al libro, Sergio – non dimentichiamo – offre le sue pietre a buon mercato ed anche in promozione, se ne prendi di più. Un modo, per tornare a casa, con “tanti cuori”: di pietra, e di carta. Da tenere, regalare, offrire alla persona amata. Perché “amare è una cosa preziosa – ci dice Sergio – e occorre lottare sempre per l’amore vero. Anche di nascosto, senza disturbare”.