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domenica, 1 Ottobre 2023
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Un questionario per riflettere sui 30 anni dalle stragi: l’iniziativa della nipote di Rita Borsellino

Chiara Corrao ha redatto su Google un form diviso in due sezioni: la prima dedicata a chi è nato prima del 1982 e la seconda a chi è nato dopo il 1982. Tra le domande: Quali aspettative ha la società? Come stiamo vivendo questi anniversari?

Alice Marchese
Alice Marchese
Classe 1998, giornalista pubblicista, laureata in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali. Racconta storie di giovani migranti, donne e progetti che vedono protagonista la Sicilia e non solo. Scrive anche per altre testate online

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PALERMO. “Durante un viaggio in pullman verso l’Università di Palermo, ho pensato: come stiamo vivendo i trent’anni delle stragi? Parlarne in famiglia mi sembrava riduttivo perché già utilizziamo questo linguaggio; avrei voluto acquisire spunti dalle persone per strada, ma non avrei ottenuto il risultato sperato. Da lì mi è venuta in mente l’idea del questionario”. Sono le parole di Chiara Corrao, nipote di Rita Borsellino. “Ho contattato mia sorella e mia cugina e abbiamo elaborato una serie di domande volte alla conoscenza delle stragi”.

Cosa ci si aspetta da questi 30 anni

Sono trascorsi trent’anni dal 1992 e, mesi prima dei fatidici giorni, tutti ponevano la stessa domanda. “Mi chiedevano: cosa pensate di fare? Già avevo capito che ci fossero delle aspettative che gli altri anni non ci sono state. Di solito quando una persona compie 30 anni, quali sono le aspettative nei suoi confronti? Solitamente una vita risolta con un lavoro e una casa. Ma quando si raggiunge quell’età, ma non si ha niente di tutto questo, la società storce un po’ il naso e questo è un paradosso. Però, per quanto riguarda il trentennio dalle stragi, quali aspettative ha la società? Come li stiamo vivendo e perché dobbiamo fare festa? Tutti credevano ci sarebbe stato più l’evento scenico rispetto al suo significato reale, ma forse ci stiamo dimenticando tutto questo. Pensiamo all’attesa delle giornate in sé che del suo significato. Da lì ho contattato mia sorella e mia cugina e abbiamo elaborato il questionario occupandoci dell’aspetto più tecnico”.

Questionario in occasione del trentennale della morte di Borsellino e Falcone

Si tratta di un questionario su Google diviso in due sezioni: la prima dedicata a chi è nato prima del 1982 e la seconda a chi è nato dopo il 1982. Sono stati scelti gli anni ’80 anziché ’92 per ragioni di vissuto anagrafico. “Ragionando, chi era nato da soltanto un anno che testimonianze può mai avere? È stato deciso per il 1982; avendo 10 anni è più probabile che ci siano ricordi tangibili. Ad esempio mia sorella ha 10 anni e potrà riportare a grandi linee cosa sta accadendo adesso in Ucraina”, ci racconta Chiara. Lei non ha mai conosciuto lo zio Paolo, dal momento che è nata dopo le stragi. Nonostante tutto, ha sempre vissuto momenti legati al passato attraverso le lenti della sua famiglia e di chi conobbe il magistrato anche solo per un istante. “Non sono solita ad affermare immediatamente la mia “seconda identità” e quando questa viene scoperta, tutti mi dicono che c’è qualcosa che li lega a quel giorno o a mio zio. Per me non è così. È una domanda che mi ha messo in crisi: io che non ho ricordi tangibili, sono credibile nel tramandare l’eredità della mia famiglia rispetto a chi invece ha visto mio zio almeno una volta? Il senso di dividere il questionario è proprio questo. Esiste chi volente o nolente non ha avuto modo di percepire sulla propria pelle cosa significa aver attraversato quegli anni, rispetto a persone che hanno un ricordo più palpabile legato al proprio vissuto”. I motivi anagrafici non sono mai totalmente limitanti finché ci si affida al potere della parola e del racconto.

Com’è stato conoscere la parola mafia per la prima volta?

E’ stato un percorso naturale. Ricordo la prima volta che ho partecipato insieme a mia nonna ad una processione di Pasqua e c’è stata una tappa all’albero di via D’Amelio e lì mia nonna ha pronunciato un discorso, ma ero troppo piccola per averne coscienza”. Parlarne ai bambini può essere difficile, ma non impossibile e a volte la chiave è la semplicità delle favole. Ci racconta così la nipote di Rita Borsellino: “Mia nonna abitava in via D’Amelio. Dalla finestra a distanza di un anno vedeva la buca lasciata dall’esplosione e Monte Pellegrino con Castello Utveggio. È stato ipotizzato che fosse il punto dove hanno schiacciato il pulsante per far partire l’esplosione per via della posizione favorevole. Purtroppo vedere questo luogo ogni mattina è come essere costretti a rivivere ogni giorno lo stesso dolore”. Da lì una favola: “Lei diceva che in quel castello c’erano dei lupi cattivi che non volevano che fossimo felici e ogni 19 luglio dovevamo ricordare a loro che potevano provare in ogni modo a renderci tristi, ma che non ci sarebbero riusciti. Anzi magari potevano essere felici anche loro insieme a noi”.

Valore delle donne contro ogni tipo di violenza

Il 2 giugno 1945 è il compleanno di Rita Borsellino. Esattamente un anno dopo è stata proclamata la Repubblica italiana e le donne hanno votato per la prima volta. Per questa occasione sono stati installati i pannelli di testimonianza mandati in frantumi nell’area dedicata al valore delle donne contro ogni tipo di violenza. “Mi hanno raccontato che lo zio Paolo prendeva in giro mia nonna perché lui era monarchico e le diceva che era la repubblichina della casa”.

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