CORLEONE. “Se ognuno fa qualcosa si può fare molto”. Una frase, che riassume in maniera perfetta la vita di don Pino Puglisi, un uomo di Dio, che predicava il Vangelo e sottraeva i “suoi figli” alla malavita. Quest’ultima decise di eliminare questo ostacolo e così, il 15 settembre del 1993, don Pino regalò un ultimo sorriso proprio a chi teneva l’arma da fuoco puntata verso di lui.
Attenzione! Non ha vinto il nemico, ha vinto lui. È riuscito a cambiare la vita a molti e dopo la sua morte ad altrettanti altri. Ancora oggi viene ricordato per le sue gesta e, soprattutto, è un modello contro un nemico apparentemente invisibile, la mafia. Per ricordarlo, in questo 2023, a 30 anni dalla sua morte, l’arcidiocesi di Palermo ha indetto un concorso intitolato “Padre Pino Puglisi Giovani, festival delle giovani idee”, con lo scopo di tenere vivido il ricordo e di mandare avanti il suo messaggio per diffonderlo a quante più persone possibili.
Io sono Gabriele Termine e insieme ai miei compagni di classe siamo stati scelti dall’arcidiocesi di Monreale per rappresentare il nostro territorio. Noi. ragazzi della 5B, dell’indirizzo scienze applicate, dell’istituto d’istruzione superiore “Don Giovanni Colletto”, abbiamo realizzato un cortometraggio in suo onore.
Questo filmato rappresenta ogni membro della società, dall’imprenditrice in cerca di lavoro all’umile tabaccaio che parla il vero dialetto siciliano. Ognuno di loro è stato “mascherato” e “legato” dalla mafia. Le sue fila si estendono ovunque e sono invisibili ai nostri occhi. Non sfuggivano però allo sguardo umile di don Pino che con amore verso i suoi figli ha saputo sgrovigliare questa matassa oscura, per poi gettarla via.
Con il nostro lavoro siamo arrivati come primi classificati al concorso e premiati al Teatro Politeama di Palermo. Questo settembre ci è poi arrivato un invito da Nicolò Mannino, presidente del parlamento internazionale della legalità, che ha visto il nostro lavoro e ha voluto premiarci lui stesso a Roma. Così, in rappresentanza della scuola, il 7 novembre ci siamo recati presso una delle aule della Camera dei Deputati. Io ho personalmente donato la targa del parlamento della legalità al signor Salvatore Attanasio, padre di Luca, un ambasciatore italiano inviato in Repubblica Democratica del Congo e ucciso da uomini armati nel tentativo di rapirlo. Ho parlato io stesso a tutti i presenti del nostro lavoro e di come don Pino fosse davvero una figura di riferimento per tutti noi. È nostro compito adesso portare avanti la lotta alla criminalità organizzata per riuscire a estirparla dalla società.
L’esperienza di Roma è stata sicuramente significativa, abbiamo apprezzato fino in fondo il nostro lavoro. Nicolò Mannino ci ha dato la possibilità di diffondere quanto più il messaggio e noi continueremo a perseverare in questa direzione. Lo dobbiamo a Padre Pino in qualità di suoi figli e spero che chiunque legga questo articolo, prenda coscienza della frase di don Pino.
Gabriele Termine
5B SA Istituto don Giovanni Colletto, Corleone