8.1 C
Palermo
sabato, 22 Marzo 2025
HomeSpecialiPescatori di doti

Pescatori di doti

Un ottimo esercizio quaresimale: ricordarsi a vicenda delle doti che portiamo in dono

Patrizia Carollo
Patrizia Carollo
Palermitana, classe ’75, laureata in Scienze dell’Educazione. Moglie e mamma di famiglia numerosa, è appassionata di Teologia. Ultimato il triennio della Scuola Teologica di Base, prosegue gli studi all’arcivescovado di Palermo. Col marito e i figli è impegnata in parrocchia e nel Movimento dei Focolari. Giornalista pubblicista dal 2005, collabora con “Città Nuova”, “Test Positivo” (di cui cura la pagina di Letteratura) e “Il Mediterraneo 24”. Ha una predilezione per gli “ultimi”
spot_img
spot_img

“Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini“: queste, le parole di Gesù, nel Vangelo secondo Matteo (MT 4, 19).

Quest’oggi riflettevo sulla bellezza di poter divenire anche: “Pescatori di doti”.

In un mondo, cioè, che va veloce, dove il dio-denaro e il dio-vanaglorioso dell’apparenza va per la maggiore, sarebbe bello operare, in controtendenza, mettendo al centro Cristo ed altresì in luce coloro che lui, per primo, amò: gli ultimi.

Credo che se, nella vita d’ogni giorno, ci prendessimo, infatti, l’onere di ringraziare quanti operano, anche nel nascondimento, per ognuno di noi, per la parrocchia, per la cittadinanza, per arrivare al mondo intero (il nostro amato Papa Francesco), potremmo cambiare, addirittura, esistenze umane.

I miracoli di cui ci ha parlato Gesù (“Chi crede in me, compirà le opere che io compio, e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre”) credo abbiano, infatti, attinenza con la riflessione in oggetto. Mi spiego con semplicità.

Quale valore inestimabile daremmo, infatti, alle nostre vite, e alle vite altrui, se, ogni giorno, seguendo l’esempio maestro di Gesù non solo in croce ma piegato a parlare e/o salvare gli ultimi, noi ci adoperassimo per dar-ci e dare al prossimo “buone nuove”?

Le “buone nuove”, più importanti, possono, certamente, essere la guarigione da una malattia invalidante, oppure il saperci salvi (eternamente, in famiglia, in un angolo di mondo non in guerra), ma riguardano, in maniera più spicciola, anche noi e gli altri, nella rispettiva intimità d’esseri umani.

Da questo punto di vista, quanto diventa importante valorizzarsi e valorizzare, mettendo in luce una dote? Ne basta una!

Una sola, ogni giorno, per una persona al giorno. Basterebbe questo semplice esercizio per vivere la Quaresima, da fratelli in cammino, che desiderano non la morte (fisica e spirituale) ma la vita (in questo meraviglioso mondo, pur con le sue contraddizioni), non la tristezza ma l’allegrezza, non il tormento ma il perdono, non la perfezione ma la bontà.

Divenire “pescatori di doti” è stare, con Cristo, nel mondo: è volere che tutti siano Uno, nella loro unicità. È sovrapporre a un disegno nero, il rosa, il giallo, il verde, l’arcobaleno. È amare per primi, così tanto, ardentemente, d’avere la sensazione di salvare. Almeno una giornata, una sola.

Buona Quaresima, da “pescatori di doti”!

spot_img

Leggi anche

spot_img
spot_img

Ultime notizie

spot_img

Twitter

spot_img