PALERMO. Nei giorni scorsi davanti alla terza commissione e al suo presidente Vera Catalanotto, Alessia Sucato ha sostenuto gli esami di maturità. Dopo tre anni di frequenza all’età di 72 anni ha raggiunto il suo obiettivo, diplomandosi. A settembre andrà – dice – all’università per continuare a studiare Leopardi e gli autori della letteratura moderna e contemporanea e per sfogliare e sottolineare le pagine dei libri di storia che ama particolarmente.
Alessia, classe 51, è stata una sarta negli anni passati, prima della pensione, poi una stiratrice in una piccola azienda palermitana; è stata promoter porta per porta nei paesi e nelle borgate che circondano Palermo delle enciclopedie che fino a qualche decennio fa riempivano gli scaffali di casa. La sua è stata una passione, quella per la letteratura e la storia, non assecondata dal padre: non era bene che una donna studiasse e parliamo solo di mezzo secolo fa o qualche anno in più. Così, in pensione, ha deciso di dedicarsi del tempo per conseguire un titolo di studio che le consentisse l’accesso ai corsi di istruzione accademica.
Dopo gli anni trascorsi in classe con i suoi compagni più giovani, contando solo qualche sporadica assenza, ha ottenuto il diploma in Costruzioni, Ambienti e Territorio rilasciato dall’Istituto Superiore Statale “Mario Rutelli” di Palermo. Alessia si è rimessa in gioco con un entusiasmo inedito ridefinendo le sue giornate. Come lei e con lei anche altri compagni del corso serale che è previsto dall’Offerta Formativa ed è modulato secondo il progetto didattico educativo coordinato dal dirigente dell’Istituto palermitano, Giovanna Ferrari. “Il corso serale – così si legge – è dedicato ad adulti che hanno il desiderio e, tante volte, la necessità di completare gli studi superiori interrotti anche da tempo”.
Così oltre Alessia, c’è Provvidenza che di anni ne ha 74; c’è anche un maresciallo maggiore dell’esercito che, dopo avere partecipato a diverse missioni, insieme ai figli ha deciso di orientare diversamente il suo impegno; ci sono dei vigili del fuoco o altri delle forze armate che vogliono fare occuparsi diversamente ma sempre secondo il percorso già intrapreso, riqualificando la propria professionalità; ci sono anche giovani, di qualche anno in più di quelli che frequentano il diurno, che rivalutano l’importanza di un’istruzione secondaria superiore; ci sono stranieri, provenienti dall’est europeo ma anche dal centro nord dell’Africa che vogliono un titolo di studio da investire in Italia; ci sono donne, e non sono poche, che vogliono autodeterminarsi e, quindi, lasciando lavori non gratificanti e a volte padri padroni a casa o in azienda si siedono sui banchi di scuola e ridecidono di sé.
Un’umanità variegata che la scuola accoglie, secondo modi e tempi che sono più utili a chi giovanissimo non è e che compie il suo percorso grazie alla competenza dei suoi docenti, impegnati a redigere per ciascuno un patto formativo individualizzato e ad attuarlo attraverso metodologie, strumenti, tempi e spazi idonei. “La scuola pubblica così – dice Leonardo Lo Re, che è stato a lungo docente coordinatore del corso serale nell’Istituto di piazzale Montalto – si rivela nella sua capacità inclusiva e nella sua più recente rimodulazione del percorso didattico educativo inteso come tappa del lifelong learning, cioè di un apprendimento permanente”.
Oltre il corso serale al Rutelli sono una decina quelli attivi a Palermo e nella sua provincia. In particolare, gli istituti tecnici commerciali Ferrara e V. Pareto, l’istituto tecnico industriale Iti Vittorio Emanuele III e l’istituto professionale per i servizi commerciali e turistici Gaetano Salvemini sono quelli aperti nel capoluogo. In ciascuno di essi si ridisegna un percorso rinnovato per gli studenti, in ciascuno di essi si racconta in modo diverso la propria storia. Come negli istituti nelle loro fasce diurne giovani e giovanissimi decidono il proprio futuro, nei corsi serali Alessia anche a 72 e gli altri suoi compagni ritornano sui banche di scuola, con più determinazione e consapevolezza, per raccontare bla propria storia diversamente.