PALERMO. L’apertura di pochi mesi fa nel cuore del centro storico di Malta di una prima sede all’estero della Fondazione Falcone al fianco della memoria della giornalista investigativa maltese Daphne Caruana Galizia – assassinata a Malta nel 2017 perché giornalista libera e coraggiosa – è il primo passo di una serie di impegni e presenze istituzionali internazionali della Fondazione guidata da Maria Falcone.
L’anno scorso a Palermo – a pochi passi dal quartiere Kalsa e da piazza Magione, dove sono cresciuti i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – l’apertura del Museo del Presente e della Memoria della lotta alla mafia, e di un American corner all’interno dello storico e settecentesco Palazzo Jung in via Lincoln 71. Un bene pubblico da tempo trascurato e restituito alla città. Un luogo di cultura e di legalità che la Fondazione renderà ancora più fruibile nei prossimi mesi con ulteriori nuovi spazi in via di recupero. Proprio la cultura e l’educazione sono gli strumenti privilegiati per continuare a coltivare e promuovere la memoria civile della lotta alle mafie.
Come rispondono i giovani di oggi al tema della lotta alle mafie? Ho chiesto alla dottoressa Maria Falcone
“Da molto tempo credo che fosse necessario un posto nuovo, capace di mettere insieme memorie e impegno nel presente, un museo vivo, che cambia, fatto di bellezza, di stimoli civili e opere d’arte, cosicché i giovani europei e di tutta Italia, a Palermo a Palazzo Jung o a Bressanone e in altri luoghi d’Italia potessero ritrovarsi e prendere coraggio, approfondire la storia e al contempo avere abbastanza spazio per accogliere le scuole e i tanti visitatori. Adesso, grazie ad un progetto rigoroso e partecipato dalle istituzioni e dalle migliori imprese, capace di preservare le origini dell’impegno di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, di tutti coloro che hanno dato tutto nella lotta alla mafia, abbiamo preso la strada giusta, perché qui facciamo futuro.”
Le cronache recenti ci riportano della scarcerazione di boss ergastolani e di permessi premio. C’è preoccupazione secondo lei, in merito? Come reagisce la società civile?
“Preferisco non commentare le scelte giudiziarie in merito a questi fatti, non è certo il mio ruolo entrare nel merito delle disposizioni di un giudice e del tribunale di competenza, tuttavia la preoccupazione la condivido ma con sempre tanta fiducia nelle forze dell’ordine e negli investigatori, perché come dimostrano i recenti numerosissimi arresti, lo Stato è perfettamente in grado di affermare la legge, lavorando ogni giorno per il bene comune.
La società civile non è una formazione politica, a volte sembra più partecipe e altre meno, ma se guardiamo l’intero Paese, i volontari, le associazioni, il mondo del sociale più concreto è evidente che vinceremo noi e la mafia perderà.”
La cultura come strumento per “attualizzare la memoria della lotta alle mafie”. Risponde il dottor Vincenzo Di Fresco, vice presidente esecutivo della Fondazione Falcone
“Il presente impone di reagire alle sfide più complesse e per questo la cultura, la fantasia e le competenze sono gli strumenti principali da usare per vincere. Il progetto del museo voluto dalla fondazione e realizzato grazie al sostegno di istituzioni, come la Regione Siciliana, la Città metropolitana di Palermo e la città di Palermo ma anche realtà straordinariamente coinvolte come la Provincia Autonoma di Bolzano e le tante imprese dell’eccellenza del made in Italy e di privati industriali coraggiosi, è unico nel panorama europeo, grazie anche al lavoro di ricerca, di cura e di produzione fatto con Alessandro De Lisi e l’impegno di tante altre persone coinvolte con competenze adeguate ed eccellenti, provenienti da tante parti d’Italia, può essere d’esempio per attualizzare la memoria della lotta alle mafie come impegno ancora urgente e indispensabile e modello per recuperare spazi pubblici trascurati, non solamente beni confiscati alla criminalità organizzata.
Infatti il Governo Americano ha voluto proprio qui, nel cuore del Museo del Presente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, dare vita e gambe all’American Corner, che anticipa altri impegni e presenze internazionali istituzionali e altri punti operativi nel panorama europeo, proprio come iniziato a Malta, al fianco della memoria di Daphne Caruana Galizia, assassinata perché giornalista libera e coraggiosa.”