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sabato, 21 Giugno 2025
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La memoria di Lucia rivive con le case di accoglienza a Palermo e in Burundi

Dalla morte prematura di una giovane sono sorte due strutture in sua memoria: una per mamme e minori stranieri nel capoluogo siciliano e un'altra per giovani in Africa

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PALERMO. Da una morte sofferta e prematura si diventa generatrici di vita in Sicilia e in Africa. Proprio così, il sogno, la passione e l’impegno di Lucia Pepe, la mediatrice culturale morta prematuramente a 34 anni, rivivono in una casa di accoglienza per mamme e minori stranieri a Palermo e in una casa di accoglienza per giovani in Burundi.
Dopo la sua morte, infatti, la mamma Giuseppina Smeraglia e il papà Nuccio Pepe, entrambi medici, hanno fondato La Casa di Lucia APS, un’ associazione che vuole mantenere viva la memoria di Lucia nell’aiuto e nell’accoglienza delle persone in difficoltà.
“La casa di Lucia” sarà la una casa per mamme e minori stranieri di Palermo: uno spazio sicuro, inserito nel circuito Sai della seconda accoglienza, dove trovare l’assistenza per le necessità quotidiane, sanitarie e formative. In Burundi, nel frattempo, a Bujumbura, sono iniziati i lavori per aprire una casa che offrirà sostegno e ospitalità a bambini/e e giovani che vogliono studiare per avere un futuro diverso che li allontani dalla povertà.

La Casa di Lucia sorge nel cuore del centro storico palermitano, in un immobile molto bello e spazioso, munito di quattro ampie stanze, un soggiorno e una terrazza. La casa è stata donata in comodato d’uso da Cecilia e Annibale Ranieri.
“Desideriamo che Lucia possa continuare a vivere nelle opere e nei progetti di aiuto – racconta Giuseppina Smeraglia – che lei amava tanto. Dopo la sua morte, avendo ricevuto tantissimi messaggi di persone che la ricordavano con grande affetto, abbiamo pensato di portare avanti un progetto che mantenesse vivo tutto l’amore e l’impegno verso gli altri che lei aveva avuto. Dopo la costituzione dell’associazione ci siamo dedicati alla ricerca di un immobile. Contattando il centro diaconale valdese, grazie alla disponibilità di Anna Ponente, abbiamo avuto la possibilità di avere un immobile che si voleva donare a loro. Così abbiamo conosciuto Cecilia e Annibale Raineri che hanno deciso con grande generosità di donarci in comodato d’uso la casa della mamma. Con La Casa di Lucia vogliamo aiutare ed accompagnare le mamme verso un futuro autonomo di vita. Contemporaneamente, abbiamo raccolto dei fondi che permetteranno di aprire La Casa di Lucia in Burundi per quattro ragazze universitarie, quattro bambini e quattro giovani di scuola media e superiore”.

Il Cresm, con altre due appartamenti, in totale ha 21 posti, dieci dei quali saranno per mamme e minori ne La casa di Lucia – spiega Yodit Abraha, coordinatrice responsabile del progetto -. A settembre arriverà una prima mamma con tre bambini di origine nigeriana. Io e Lucia lavoravamo insieme dentro un centro di accoglienza. Lucia era una ragazza molto solare, con una grande bellezza interiore e con un altissimo rispetto della dignità umana”.

“Ho conosciuto Giuseppina e Nuccio nel 2018 quando siamo partiti per un progetto di volontariato in Burundi – continua Patrizia Cellini, socia fondatrice dell’associazione -. Sono stati già adottati a distanza 40 bambini africani. Inoltre, grazie alla mediazione di suor Godelive e di padre Audace, abbiamo trovato una casa dove potere dare l’opportunità di vivere e studiare in serenità. Siamo consapevoli che l’amore e il bene non hanno confini e di questo siamo molto felici. Già a partire da settembre anche questa casa sarà operativa in Africa”. 

“Sono una insegnate che vive a Torino e collaboro a distanza per  questo progetto – aggiunge pure Viviana Corvaia, amica di Lucia e socia dell’associazione -. Ero amica di Lucia che ho conosciuto nel 2017 durante un progetto di scambio internazionale in India per la comunicazione contro la violenza di genere. Seguirò la comunicazione nei social e i processi di sensibilizzazione e promozione culturale delle diverse iniziative di solidarietà legate al progetto”.

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