PALERMO. È stata la Sala Michele Perriera, ai Cantieri culturali alla Zisa, ad ospitare giorno 26 lo spettacolo “(In)visibile”, performance di 50 minuti che mette in scena storie di vita segnate da stereotipi e pregiudizi vissuti quotidianamente da gruppi sociali svantaggiati. A formare la compagnia, sono infatti orfani minorenni, giovani disoccupati e persone disabili di nazionalità italiana, croata e serba, tutti desiderosi di dare voce alle ingiustizie da loro vissute. Il progetto è co-finanziato da Europa Creativa, coordinato da CEPORA (Serbia), in partenariato con Uniamoci Onlus (Italia) ed Empiria Teatar (Croazia).
“Desideravamo trasmettere un messaggio semplice -racconta uno degli attori -, ovvero quello che è possibile uscire dall’invisibilità. Noi, attraverso il teatro sociale, abbiamo avuto quest’occasione. Uscire dall’invisibilità vuol dire avere la possibilità di scavare e rintracciare quelle storie che hanno fatto male, raccontarle come gesto di ribellione e possibilità di riscatto”.
La performance è frutto di una residenza creativa in Serbia, dove, dopo una decina di incontri preparatori nazionali e la selezione dei partecipanti dei tre partner, si è formata la compagnia, che ha messo poi in scena la prima dello spettacolo a Belgrado nel mese di marzo e che a fine giugno si esibirà poi a Zagabria.
“Questa collaborazione ci ha permesso di tirare su una compagnia teatrale internazionale inclusiva, – aggiunge poi- ci ha permesso di capire che cosa significa fare teatro e come poterlo fare bene. Abbiamo capito, che collaborando e comunicando il più possibile, possiamo abbattere le barriere e le difficoltà. Abbiamo inoltre compreso che è possibile lavorare con realtà diverse, perché, se ci sono delle tematiche importanti che ci accomunano, è possibile costruire qualcosa”.
La produzione dello spettacolo è basata sull’approccio del “theatre outreach”, che mira all’integrazione e valorizzazione di persone svantaggiate nella creazione artistica, vista sia come strumento di connessione tra tipologie di pubblico diverse, sia come mezzo di sensibilizzazione verso lo spettatore. Tra gli obiettivi: incrementare la capacità del settore creativo di includere gruppi vulnerabili, promuovendo un’ambiente d’inclusione e diversità.
Il collante della compagnia, infatti, è proprio la condivisione ironica delle gioie e dei dolori del loro essere nel mondo. Durante lo spettacolo risalta la loro capacità di saper trasformare la discriminazione vissuta. Insieme raccontano, urlano, ballano contro gli stereotipi e i pregiudizi che attraversano la società.
La compagnia è stata impegnata fino alla fine di maggio nel portare lo spettacolo nelle scuole locali, in cui userà metodi teatrali di interazione col pubblico non solo per promuovere la crescita personale del pubblico, ma anche per supportare il processo di integrazione dei gruppi target nelle varie comunità locali. La tappa conclusiva del progetto sarà poi la pubblicazione finale contenente raccomandazioni per gli artisti su modalità efficaci di coinvolgimento attivo dei gruppi vulnerabili nei vari progetti di arte partecipativa e 3 short movie per documentare il percorso artistico di ciascun gruppo nazionale.