PALERMO. Un calendario ricco di eventi che metterà al centro soprattutto i giovani e le famiglie pronte ad interloquire con tutte le realtà che a, vario titolo, si occupano di infanzia, adolescenza e giovani. Si tratta, in particolare di 70 iniziative che coinvolgeranno: 14 scuole, enti, istituzioni pubbliche e del privato sociale. Durante la prima settimana di novembre le iniziative vedranno protagonisti i genitori; nella seconda settimana prenderanno la parola ragazzi e ragazze; la terza settimana sarà dedicata a dare voce a bambine e bambini e, infine, durante la quarta settimana prendono la parola amministratori, docenti, servizi. Il piano per i giovani è stato presentato, questa mattina presso l’auditorium S. Mattia ai Crociferi, nel corso del seminario “Dall’Agorà alla Polis. Stop Emergenza Minori?”. Per l’occasione, sono intervenuti diversi rappresentanti pubblici, referenti delle scuole, ordini professionali e del mondo dell’associazionismo.
La prima a prendere la parola è stata l’assessore comunale alle Politiche sociali, Mimma Calabrò. “Credo molto nei giovani e, pertanto, ho ritenuto importante essere qui con voi – ha detto l’assessore Mimma Calabrò -. Oggi, dobbiamo impegnarci, per darvi diverse opportunità affinchè possiate diventare cittadini attivi. I fatti di cronaca ci dicono che quello che accade interpella soprattutto noi adulti sul piano delle nostre responsabilità. Famiglia, scuola e istituzioni devono camminare insieme per azioni sempre più concrete nella nostra città. C’è un disagio sociale molto ampio che investe tutta la città a cui dobbiamo rispondere con un lavoro capillare di rete che deve coinvolgere anche voi giovani. L’importante è costruire insieme una progettualità di intenti che poi riescano a trasformarsi per essere operativi sul territorio”.
“Il nostro vuole essere un lavoro di comunità con la comunità e per la comunità – ha affermato la garante dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza di Palermo, la professoressa Giovanna Perricone -. Dobbiamo cucire e mettere insieme, attraverso una visione comune, tutte le competenze, le idee e le abilità dei nostri giovani. A tutti loro dobbiamo dare spazi di parola in cui possano esprimere i bisogni, i desideri e i sogni. Non dobbiamo avere paura dei giovani se ci mettono in difficoltà con i loro pensieri e le loro provocazioni. Noi adulti, spesso, presi dai nostri impegni quotidiani, ci dimentichiamo dei loro sogni. Nei casi più gravi, anche per superficilità e tanto altro, si rischia di calpestare questi sogni”. “Il Piano, pertanto, vuole costruire un modello di intervento di comunità nel sociale – ha aggiunto ancora la garante Giovanna Perricone -. Gli strumenti o processi che possono garantire questo sono diversi. Il primo è il lavoro di gruppo tra le istituzioni. Il secondo è la formazione degli operatori a un lavoro integrato per includere ed includersi nello stesso tempo. Il terzo aspetto è la comunicazione. Il gruppo formazione e comunicazione sono la base per costruire una vera rete di comunità. Il percorso prevede, inoltre, un lavoro di responsabilità, di presa di coscienza, di parola e di produzione significativa dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze”.







