
PALERMO. Il famoso mercato della Vucciria, situato nel cuore della città, nell’antico e bellissimo quartiere della Loggia, accoglierà per 4 giorni l’evento multietnico ‘La Mia Africa’. Lo scambio culturale tra Africa e Sicilia andrà in scena, nel teatro naturale di Piazza Caracciolo, dal 15 al 18 dicembre.
Come racconta Romina Vivona, vicepresidente dell’associazione “Africa Djengu” che, insieme al “Ciwara Ristorazione-Cultura Musica Africana”, sono promotori dell’evento: “L’Africa parla, l’Africa canta, l’Africa c’è “. L’associazione di promozione sociale è nata in città nel 2017 da un gruppo di ragazzi senegalesi, nel tempo ha coinvolto soci provenienti da altri paesi africani e promuove la multiculturalità e l’artigianato africano in Sicilia. “Lo scopo dell’associazione – continua Vivona –“è dare la possibilità alle persone di superare i pregiudizi legati al ‘negro’ e conoscere la voce dei migranti che è una voce narrata, cantata, esibita, mostrata attraverso la cucina, attraverso gli abiti, attraverso e la musica, attraverso i dibattiti, attraverso i laboratori. E quindi un modo per comprendere l’altro, senza pregiudizi di forma”
Il Festival, supportato dall’assessorato alla Cultura del Comune di Palermo, spalma, in diversi appuntamenti, gli argomenti di attualità legati legati al futuro, all’economia e al neocolonialismo.
15 DICEMBRE – DIBATTITO “Quale futuro per i Kemit?”
Un confronto a livello cittadino sulle possibili evoluzioni politiche ed economiche del continente africano.
16 DICEMBRE – SPETTACOLO TEATRALE LA MIA AFRICA
Lo spettacolo punta a raccontare l’Africa o almeno l’Africa del Sahel occidentale, vista con gli occhi di un migrante.
DAL 16 al 18 dicembre – LABORATORI
Durante queste tre giornate i partecipanti saranno coinvolti in quattro laboratori di musica e danza tradizionale e afrobeat con maestri provenienti da varie parti del Mondo.
Dal 15 al 18 dicembre – CONCERTI
Ogni giorno, dall’ora di pranzo fino a sera, diversi artisti si susseguiranno sul palco per coinvolgere il pubblico attraverso la loro musica.
Romina Vivona conclude la sua presentazione rilevando che la Vucciria, in quei giorni, diverrà un’agorà ideale dove varie culture si incontreranno e si confronteranno sui temi legati al futuro, all’economia e al neocolonialismo, alla presenza di testimoni diretti che racconteranno se stessi e la propria esperienza di sopravvivenza e la loro cultura africana attraverso anche danze, canti, oggetti di artigianato. Un confronto moderno e pacifico tra migranti di ieri e di oggi in un luogo, la Sicilia, che fu ed è ancora terra di migrazione ed allo stesso tempo, terra di accoglienza.
