MONREALE. “Mettere termine a un’esistenza non è mai una vittoria, né della libertà, né dell’umanità, né della democrazia: è quasi sempre il tragico esito di persone lasciate sole con i loro problemi e la loro disperazione”. L’arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, è intervenuto al convegno diocesano nella Giornata per la Vita, dal titolo dal titolo “La dignità del vivere e del morire . Dalla morte medicalmente assistita all’assistenza al vivere”.
L’iniziativa è stata organizzata dall’Ufficio diocesano per la pastorale della famiglia. Un’occasione in cui è stato offerto uno sguardo antropologico, etico, medico e culturale sull’eutanasia e sulla possibile via nell’accompagnamento del sofferente anche attraverso le cure palliative e di supporto.
Il convegno è stato moderato dal direttore dell’Ufficio, don Luca Leone e, oltre alla presenza dell’arcivescovo, sono intervenuti alla tavola rotonda sul tema il dott. Raffaele Pomo, dirigente medico presso l’ospedale Buccheri La Ferla e presidente regionale dell’Amci (Associazione Medici Cattolici Italiani), il dott. Giuseppe Sunseri, oncologo ed esperto in bioetica e cure palliative, e don Gioacchino Capizzi, cappellano dell’ospedale Ingrassia di Palermo e dottorando in teologia morale. “Quando una persona è accolta, accompagnata, sostenuta, incoraggiata, ogni problema può essere superato o comunque fronteggiato con coraggio e speranza – ha aggiunto l’arcivescovo -. C’è molto da fare per contribuire a diffondere una cultura della vita, riaffermata come diritto fondamentale, e concorrere a sostenerla effettivamente anche nelle condizioni di difficoltà. Le cure palliative e l’assistenza e la vicinanza ai malati costituiscono un’opera di misericordia e una forma privilegiata di carità disinteressata”.