PALERMO. Si sa, Palermo è un piccolo fiore che nei suoi singoli petali rappresenta l’essenza del multiculturalismo attraverso chi – per studio, per lavoro o per piacere – proviene dalle nazioni più remote, anche dell’estremo oriente e si innamora a prima vista di tale “bellezza”. È così che vi voglio raccontare la storia di Huang Danyi, una studentessa cinese che in pieno periodo pandemico in cui la Cina aveva patito fortemente il Covid-19, decise con audacia di intraprendere il viaggio verso Palermo per cominciare gli studi di Storia Contemporanea e Sceneggiatura all’Università di Palermo.
Huang Danyi e i suoi studi
Huang Danyi proviene dalla città di Chongqing, località situata nella Cina centro-meridionale e nota a livello mondiale per il ponte di Chaotianmen e per i suoi cibi piccanti. Figlia unica, ha intrapreso i primi studi accademici presso l’Università di studi internazionali di Sichuan, dove ha avuto i primi approcci con la lingua italiana, l’incontro con un docente palermitano e la decisione di provare a conoscere la città di Palermo: “Come la maggior parte dei ragazzi cinesi nati tra gli anni 2001 e 2001, sono figlia unica – riferisce Danyi –. Dopo aver concluso l’esame di maturità, sono stata ammessa all’Università degli studi internazionali di Sichuan. Lì ho deciso di imparare la lingua italiana tramite l’aiuto dei professori e dei colleghi. Avevo come professore d’Italiano Fabrizio Leto, un palermitano molto simpatico e molto gentile che ci raccontava tante cose sulla sua città come ad esempio il cibo, i film, lo stile di vita. Rimasi affascinata dal ritmo di vita palermitana che è effettivamente quello che ho potuto constatare”.
Il Viaggio a Palermo e l’approccio con il contesto multiculturale della città

Dopo aver svolto i primi due anni in Cina, Danyi ha vinto una borsa di studio del governo cinese per poi approdare in città. Le reazioni nel contesto familiari si divergono in termini generazionali, i genitori sembrano favorevoli al suo viaggio, i più grandi, rispettivamente la nonna e gli altri parenti, erano più diffidenti e preoccupati al benessere psicofisico di Danyi: “Quando dissi ai miei genitori che avevo intenzione di andare in Italia, la loro reazione è stata più che positiva – riferisce la ragazza –, perché erano consapevoli che avrei maturato una esperienza unica ed indimenticabile che mi avrebbe permesso di poter allargare gli orizzonti conoscitivi della lingua italiana e l’essenza del significato della multiculturalità – aggiunge Danyi ricordando anche le preoccupazioni degli altri parenti –. Con l’aggravarsi della situazione pandemica, le persone più grandi della famiglia come mia nonna ed altri parenti si preoccupavano del mio benessere psicofisico, ciononostante hanno rispettato la mia decisione di partire”.
Una nuova sfida dunque, una sfida che non ha assolutamente temuto Danyi. Anzi, ha perseverato e cercato di superare le difficoltà grazie al prezioso aiuto dei docenti e dei tutor nel contesto accademico. Infatti, è in vigore un protocollo decennale tra l’ateneo cinese e quello palermitano. Così ha frequentato anche i corsi di lingua a Itastra (realtà che ha consolidato da 10 anni i rapporti bilaterali con la Sichuan International studies university) e oggi frequenta l’Università di Palermo. Non le è mancata un’“accoglienza in stile palermitano” della proprietaria di casa, che le ha offerto allegria, vivacità e aneddoti sulla cultura italiana e palermitana: “I primi due ostacoli erano rappresentati dalla lingua e dalla necessità di integrazione in un ambiente nuovo – riferisce Huang Danyi –. Per quanto concerne gli studi, considerato che le lezioni erano organizzate tramite la didattica a distanza, non si riusciva a comunicare bene sia con i professori che con i colleghi. Devo ringraziare il professore Pinello e i tutor alla pari per il prezioso aiuto che mi hanno dato nel conoscere la città e una cultura nuova e diversa. Non posso non citare l’aiuto cruciale della proprietaria dell’appartamento che ho affittato, che ha fatto di tutto pur di farci sentire a casa, accompagnandoci a fare la spesa al mercato, cucinandoci molti piatti italiani e perfino regalandoci i prodotti tipici collegati a ogni festività italiana”.
La studentessa ha proseguito esprimendo anche le proprie considerazioni in merito agli stereotipi e alle generalizzazioni che si hanno nella società e altresì all’avvicinamento alla cultura cinese da parte delle persone del posto: “Quando camminavo per le strade cittadine mi ricordo che molti palermitani mi guardavano con tanta curiosità che mi salutavano con Ni Hao equivalente al ciao italiano – riferisce Huang Danyi –. Secondo me, vi è una percezione generalizzata degli asiatici e non si riesce a cogliere la differenza tra un cinese e un giapponese. Eppure ho notato che vi è una grande passione e interesse per la cultura cinese, ho conosciuto tanti studenti che lo studiano e lo sanno parlare bene. Infine, i tandem linguistici che si formano danno la possibilità di apprendere facilmente le varie lingue”.
Il capodanno Cinese e i festeggiamenti ai tempi del Covid-19

È da poco iniziato il capodanno cinese, una delle festività clou della cultura cinese con ben due settimane di festeggiamenti che, a causa della pandemia, ha subito notevoli cambiamenti anche nelle ritualità, modalità di festeggiamenti e di convivialità: “Secondo il calendario lunare cinese, quest’anno il capodanno è iniziato il primo di febbraio con una durata di due settimane – spiega Danyi –. Di solito, prima della festa, i cinesi puliscono la casa per accogliere tutti i ragazzi che lavorano lontano e appendono delle decorazioni tradizionali sulla parete e sulla porta per scacciare la sfortuna. Non possono mancare le arance, simbolo di buon auspicio per l’anno che verrà. Vi è poi un cenone in cui la famiglia si riunisce attorno ad una tavola rotonda per poi godersi i fuochi d’artificio dando in regalo ai bambini le buste rosse con dentro i soldi”.
“A causa della pandemia, molti festeggiamenti si svolgono online – ricorda Danyi –. Se lo si vuole festeggiare, inoltre, bisogna indossare la mascherina. Per noi il capodanno cinese è il momento più rilevante dell’anno ma considerando la situazione pandemica vi è chi ha scelto di non tornare a casa per garantire la sicurezza della famiglia – continua Danyi parlando anche degli aspetti gastronomici di tale festività –. Una pietanza che non può mancare è quella a base di pesce che viene cotto al vapore con l’aggiunta di una salsa speciale. Il pesce, dal punto di vista fonetico ha un suono simile alle parole che richiamano la “ricchezza” e “l’abbodanza” ed è per questo che piace ai cinesi”.
Vi è chi è rimasto lontano da casa, come Huang Danyi, che sta vivendo questa festività a Palermo. “Quest’anno, essendo fuori a casa, io e i miei colleghi cinesi ci siamo incontrati per cena e abbiamo giocato a Uno. Abbiamo guardato il galà di capodanno cinese che di solito guardiamo insieme quando la famiglia si unisce. Quest’anno, è la prima volta che non ci troviamo a casa per il capodanno cinese. La maggior parte di noi ha solo 20 anni e non siamo stati mai così lontani da casa. Però abbiano cercato di creare la giusta atmosfera della festa“.
I progetti futuri di Huang Danyi e il desiderio di creare un ponte turistico tra la Cina e la Sicilia
Danyi, proseguendo l’intervista, ricorda le forti difficoltà che ha affrontato il suo paese e l’efficacia delle misure di contenimento della pandemia: ”Anche i cinesi auspicano che la pandemia possa cessare presto. Dopo due anni la situazione è migliorata nettamente. La vita è tornata alla normalità da tanto tempo perché la Cina ha riscontrato un grande successo nel campo delle misure anti-pandemiche e le misure sanitarie vengono effettuate in maniera corretta – dice la ragazza –. Questo cambiamento però non viene mostrato sui social media occidentali ma spero che con l’avvicinarsi delle olimpiadi invernali di Pechino si possa effettivamente notare”.
Tante le ambizioni e i progetti che la studentessa cinese vorrebbe mettere in porto. In particolare, Danyi vorrebbe rafforzare la cooperazione turistica tra i due paesi: “Sono al terzo anno e vorrei finire al più presto il mio percorso universitario. Ho già pensato ad alcuni progetti futuri – conclude la ragazza –. Uno di questi è occuparmi del turismo cinese-italiano e contribuire alla interazione tra i due Paesi. Spero che per poter concretizzare questo progetto ambizioso si possa assistere alla cessazione definitiva della pandemia cosicché si possa aumentare l’impegno nel settore della cooperazione transnazionale”.