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sabato, 3 Giugno 2023
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“Nuovamente insieme” per stare al fianco dei ragazzi disabili

Il progetto è sviluppato dell'ADA di Misilmeri e dall'associazione Mosaicando, nell'hinterland di Palermo, in collaborazione con il Cesvop

Gaia Garofalo
Gaia Garofalo
Classe '97, palermitana doc ma cittadina del mondo. Laureata in Educazione di Comunità, amo raccontare storie nell'ambito della promozione sociale e non solo

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PALERMO. Laboratori e manufatti creati fianco a fianco con ragazzi disabili. Ecco Nuovamente Insieme“, il progetto sviluppato dell’ADA di Misilmeri (Associazione per i diritti degli Anziani) e dall’associazione di volontariato Mosaicando, in collaborazione con il Cesvop.
Entrambe le associazioni si prendono carico di tante responsabilità; stancante? Forse, ma in tutto ciò che riescono a portare avanti, c’è un grande sorriso che abbraccia chiunque abbia a che fare con loro. Lo dice Giusy Careri, che guida Mosaicando. Con voce indaffarata e solare, racconta le azioni topiche dell’associazione. Assieme all’ADA di Misilmeri ha creato una nuova opportunità educativa, che vede come protagoniste le persone con diversabilità della zona. Questo nuovo progetto di volontariato si chiama “Nuovamente Insieme: condividere e crescere insieme” che durerà sei incontri. I partecipanti sono quattordici, tutti appartenenti a una fascia d’età abbastanza eterogenea, in maniera tale da permettere uno scambio sempre più dinamico. “Ci basiamo sulla formula del mutuo aiuto – spiega Giusy Careri -, mettiamo nell’atto pratico l’arte terapia, laboratori di cucito, la psicomotricità e infine la drammatizzazione anche attraverso giochi di ruolo“.

Da Capaci a Misilmeri, un impegno che continua

Mosaicando è una Onlus costruita e sviluppata da persone che volontariamente lavorano per la bellezza dell’esserci e per la passione di crescere insieme al prossimo, chiunque esso sia. I servizi sono plurimi e la responsabile dell’associazione, Giusy Careri, utilizza una metafora eloquente: “L’Associazione Mosaicando la potremmo definire come un albero. Ci occupiamo di giovani e giovanissimi a rischio devianza. Il nostro focus ha una missione educativa che mira all’inclusione e all’inserimento di ciascun ragazzo e di ciascuna ragazza. Sono compresi anche minori migranti non accompagnati e carcerati.
Il progetto, che si ramifica per tutta la città di Palermo, guarda alle persone che nella vita si sono ritrovate senza tante opzioni. Nell’ambito di Mosaicando, ogni utente viene reso partecipe del proprio presente e del proprio futuro, che in tal senso si realizza nella collettività, diventando essi stessi operatori.
Il loro centro aggregativo, nella zona di Capaci, vantava l’approdo di bambini e bambine provenienti da tutte le otto circoscrizioni del capoluogo siciliano. Un centro aggregativo che però, purtroppo, è stato spazzato via dalla crisi della pandemia da Covid-19, ma Mosaicando non ha mai mollato; anche senza una sede fissa, la loro squadra educativa ha i giusti strumenti per tradursi in nuovi luoghi e diventare itinerante. Infatti, come dice Giusy Careri: “Il nostro motto è andare sempre avanti, nonostante tutto, perché quello che ci muove risiede nella passione per ciò che facciamo“.

“Nuovamente insieme” per stare al fianco dei ragazzi disabili

Angelina Marchese, presidente di ADA, e Giusy Careri hanno pensato assieme agli incontri di “Nuovamente Insieme” per un motivo principale, ossia la facilitazione sociale. Molto spesso le persone diversabili sono poste ai margini della nostra società, sempre troppo occupata all’ambizione di una perfezione irraggiungibile. Non ci accorgiamo che tutti siamo risorsa di miglioramento, se c’è una volontà, che è la stessa portata avanti da Mosaicando. “Operiamo su qualsiasi diversità l’essere umano abbia attorno e dentro di sé – afferma la Careri -. Siamo tutti interconnessi nel mondo e nessuno deve essere lasciato indietro o sentirsi come l’ultima ruota del carro“. E, infine, aggiunge un aneddoto.

Durante il primo incontro di questo progetto, erano presenti anche i genitori. A volte la loro presenza può essere percepita come un male, soprattutto dagli stessi figli che vogliono spogliarsi dai loro limiti. In quel caso noi abbiamo cercato di equilibrare ogni preoccupazione e ogni istante: le madri e i padri sono stati capaci di essere sì con noi, ma con una certa distanza, il ché è molto sano. Al termine però, durante i saluti, li abbiamo invitati a formare un cerchio tutti insieme ed è stato estremamente commovente vedere i loro visi felici e rilassati, che normalmente faticano ad avere un po’ di pace“.

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