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L’asilo che non c’è allo Sperone: le 18 promesse tradite come bambole appese ai pali

La prima di una serie di iniziative de “Le Rosalie Ribelli”, che ha chiamato a raccolta cittadini, scuola, e associazioni

Lilia Ricca
Lilia Ricca
Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione per le Culture e le Arti all'Università degli Studi di Palermo, con un master in Editoria e Produzione Musicale all'Università IULM di Milano. Si occupa di cultura, turismo e spettacoli per diverse testate online e da addetto stampa. Scrive di sociale per "Il Mediterraneo 24"
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PALERMO. Cittadini e cittadine, e tra di loro tante mamme, sotto l’input de “Le Rosalie Ribelli”, con un tam tam social si sono date appuntamento stamattina al cantiere dell’asilo nido di via XXVII maggio nel quartiere Sperone, manifestando la loro indignazione per la situazione di blocco dei lavori e chiedendo a gran voce risposte urgenti e l’immediata ripresa della costruzione.

“Questanonèunoperadarte” è il titolo dell’installazione artistica di denuncia e di protesta, che ha innescato un flash mob nei pressi del cantiere, ispirato alle installazioni artistiche di Maurizio Cattelan, e che per converso ha evidenziato con un grande striscione che la scena che si vede nel quartiere Sperone nulla ha a che fare con la bellezza, con l’arte: #questanoneunoperadarte, appunto.

Il significato dell’installazione

Diciotto bambole e bambolotti sono stati fissati con il nastro grigio ai paletti della recinzione ormai sgangherata del cantiere, a rappresentare i tanti bambini e bambine “al palo” dei ritardi, impediti nel loro pieno sviluppo dalla deprivazione di opportunità sin dalla primissima infanzia, testimoni di quanto gli adulti non sanno o non vogliono fare. Sono lì, in attesa, protagonisti loro malgrado di #questanonèunoperadarte.

Diciotto come 18 sono gli anni della maggiore età, quindi la negazione dell’infanzia, dalla nascita alla maggiore età, la negazione di un diritto, e 18 sono i mesi previsti per l’ultimazione dei lavori di questo asilo nido.

Installazione “questanonèunoperadarte” allo Sperone

Il progetto “Lab Sperone Children

Una vera e propria tela di Penelope, la vicenda dell’asilo nido di via XXVII maggio: l’edificio venne consegnato al Comune di Palermo nel lontano 1977, ma mai entrò in funzione, nemmeno un giorno. Lasciato all’incuria, fu depredato più e più volte, poi occupato intorno al 2012 da alcune famiglie rom, nel ⁠luglio 2014 subì un grave incendio. I bambini del quartiere iniziarono a chiamarlo “la casa degli orrori” e insieme a tantissimi genitori la scuola “Sperone-Pertini” si intestò una battaglia per restituire il nido al quartiere. Una relazione della Protezione civile decretò la non recuperabilità dell’immobile in seguito ai danni causati dall’incendio; malgrado una delibera di Giunta del 2016, la demolizione si realizzò nel febbraio 2019, tra gli applausi della gente.

Fu allora che scuola, Ordine degli Architetti di Palermo, Comune, Accademia delle Belle Arti, Università di Palermo, costituirono il Lab Sperone Children, un laboratorio di progettazione partecipata per l’asilo nido e l’area verde intorno. Il progetto, consegnato al Sindaco Orlando e alla sua Giunta il 6 maggio 2019, non ebbe mai seguito.

Installazione “questanonèunoperadarte” allo Sperone

Il murale “Sangu e Latti”

La realizzazione nell’ottobre 2019 del primo murale del quartiere Sperone, “Sangu e latti” a cura dell’associazione L’Arte di Crescere attirò nuova attenzione sull’area e rinnovate promesse di avvio del cantiere, ma nulla si mosse. Ad agosto 2024 arrivarono mezzi e maestranze, e sembrò che fosse finalmente la volta buona; giusto il tempo di gioirne, e a metà novembre tutto si ferma.

Il cantiere è in questo momento un luogo pericoloso, non recintato, e sta diventando una discarica a cielo aperto. Decisamente, #questanonèunoperadarte.

La voce dei genitori del quartiere

“Aspettiamo con ansia il riavvio dei lavori dell’asilo nido, perchè ne abbiamo bisogno. Conosco tantissime mamme che non possono andare a lavoro perchè non sanno dove lasciare i propri bambini. Eravamo felicissime, i lavori erano iniziati, e si sono bloccati dopo pochi mesi. Chiediamo all’amministrazione il riavvio dei lavori, con fermezza”, dice Giovanna Sardina, mamma di due alunni della scuola ‘Sperone-Pertini‘.

“Vivo in questa zona da quando sono nata, e per un genitore, adesso che sono genitore, è difficile trovare uno spazio per i nostri figli allo Sperone. Mio figlio va in seconda media, ma conosco tante famiglie con bambini piccoli, che sperano in delle strutture che possano accoglierli. Questa zona è povera di servizi. Io chiedo attenzione, un’attenzione e un impegno in più dalle Istituzioni, per le periferie che sono spesso lasciate ai margini. La scuola è un dovere, ma è soprattutto un diritto. I lavori all’asilo devono essere attenzionati. Oggi i cittadini nel nostro quartiere sono più attenti ai servizi rispetto al passato, ma non è abbastanza. Vorremmo anche degli spazi per gli adolescenti, e la libertà di scendere per strada per i nostri figli. Spazi in cui ritrovarsi e giocare. Questo non è un quartiere a misura di bambino”, dice Daniela, mamma di un alunno della scuola ‘Sperone-Pertini’.

“Alle Istituzioni chiediamo che ci sia la loro presenza costante, non saltuaria e nemmeno a richiesta, in questo quartiere. Che ci sia una programmazione e un impegno reale sul territorio”, dice Filippo, il marito di Daniela.

Installazione “questanonèunoperadarte” allo Sperone

Le Istituzioni

“Speriamo che questo cantiere possa ripartire al più presto, perchè vogliamo questa scuola allo Sperone. Un’iniziativa importante, quella di oggi, per sensibilizzare l’Amministrazione comunale, ma già di fatto, oggi il Sindaco si è recato in Prefettura per capire che percorso intraprendere per riattivare questo cantiere. Colgo l’occasione per invitare all’iniziativa di domani ‘Sperone in primavera‘, prendendo spunto da questa stagione, la primavera, simbolo di rinascita. Vogliamo che questo quartiere, lo Sperone, etichettato come uno dei peggiori quartieri, dal Sud Italia in giù, possa emergere e rifiorire per la sua bellezza e per il buono che possiede. Lo Sperone non è soltanto lo spaccio di droga come viene fuori dalle investigazioni, non è criminalità, ma c’è tanto di bello e di buono. Tante associazioni, le scuole, le parrocchie, le Istituzioni, che lavorano quotidianamente perchè questa parte di città sia conosciuta in positivo e in meglio. Qualche giorno fa, con l’assessore comunale ai Lavori Pubblici, la consegna dei lavori con fondi ex Gescal, per quattro progetti, e circa 40 milioni di euro, che stravolgeranno l’aspetto dello Sperone“, dice Giuseppe Federico, presidente della Seconda Circoscrizione.

Installazione “questanonèunoperadarte” allo Sperone

L’arte come riflessione sul tempo che scorre

Come Comedian, la banana di Cattelan, invita a riflettere sulla temporaneità nell’arte contemporanea, #questanonèunoperadarte invita a dare al tempo il giusto valore. I giorni passano e lo Sperone continua a non avere neanche un asilo nido pubblico, e le promesse fatte negli anni a adulti e bambini rimangono costantemente disattese.

Comedian di Cattelan il quarto giorno dopo l’esposizione è stata rimossa dalla galleria, #questanonèunoperadarte si annuncia come la prima di una serie di iniziative de “Le Rosalie Ribelli”, progetto di comunità nato nel 2024 in occasione delle celebrazioni del 400° Festino di Santa Rosalia, di cui fanno parte Claudia Pilato, Antonella Di Bartolo, Monica Garraffa, Bernardo Tortorici di Raffadali.

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