PALERMO – “Dalla Dipendenza all’Interdipendenza. Per un sistema integrato e diffuso di prevenzione, trattamento, riduzione del danno, limitazione del rischio e inclusione sociale in materia di dipendenze patologiche”. E’ titolo della proposta di legge regionale che il 24 settembre verrà presentata all’Ars per la sua approvazione. A parlare dei suoi aspetti più importanti è Clelia Bartoli, la docente universitaria del dipartimento di giurisprudenza, promotrice e coordinatrice del lavoro di elaborazione partecipativa della proposta di legge.
E’ un progetto di legge nato tutto dal basso?
“Sì, è un disegno di legge frutto di una redazione legislativa partecipata, coordinata dall’Università che, oltre a coinvolgere 20 studenti del corso di sociologia del diritto, ha avuto la collaborazione, a vario livello, di ricercatori e professori universitari, associazioni (La Casa di Giulio con la famiglia Zavatteri, SOS Ballarò, Casa Ancora), referenti dell’Asp (dott. Giampaolo Spinnato), arcivescovo Corrado Lorefice, operatori sociali (Nino Rocca) e operatori di strada (Antonino Napoli) e altri ancora”.
Cosa prevede?
“Il progetto vuole realizzare un sistema integrato di prevenzione e cura per fronteggiare e limitare l’impatto che le dipendenze patologiche hanno sulle singole persone e su tutta la società. E’ una legge quadro che recepisce quanto previsto dai Livelli Essenziali d’Assistenza (LEA) aggiungendo altri aspetti”.
Quali sono gli strumenti operativi più significativi ?
“Tra i più importanti, ci sono i gruppi di auto/mutuo aiuto e l’aiuto tra pari. Questi possono agire sia nel percorso di cura della persona che per la riduzione del danno. Viene riconosciuta la figura del peer specialist che, vivendo o avendo vissuto in prima persona o come familiare esperienza di dipendenze, può aiutare coloro che vivono situazioni più critiche”.
Si potenzia il lavoro di rete tra tutti i servizi?
“Si prevede la messa in rete dei diversi servizi di bassa, media e alta soglia fino ad arrivare ai percorsi di inserimento sociale. Il centro a bassa soglia è importantissimo nelle strade e nei rave party per la prevenzione e riduzione del danno. Quelli a media soglia sono i Ser.D che verranno potenziati anche per le realtà aggiuntive dedicate alle persone detenute di ogni provincia. L’intervento ad alta soglia avrà la realizzazione delle comunità residenziali che, attualmente, mancano in Sicilia”.
Ci sono altre novità?
“E’ prevista, inoltre, la nascita della Rete Regionale Diffusa sulle Dipendenze (RReDD) al fine di migliorare il monitoraggio, la comunicazione, la collaborazione in azioni e progetti, lo scambio di buone pratiche e la sinergia tra azioni e servizi sia del pubblico che del privato accreditato e della cittadinanza attiva”.
Quali azioni preventive?
“C’è la prevenzione e la sensibilizzazione culturale in vari contesti sociali.Allo scopo ci saranno progetti di prevenzione nelle scuole di ogni ordine e grado. Una novità saranno pure le Antenne scolastiche e territoriali. Si tratta digruppi formali o informali che si adopereranno per organizzare eventi di prevenzione o fare segnalazioni ai servizi competenti”.
Il reinserimento sociale e lavorativo?
“La legge prevede la promozione di percorsi di inclusione sociale, formativa, lavorativa e ricreativa rivolte sia alle persone con dipendenza che a quelle, economicamente e socialmente marginali, che rischiano più di altri di essere reclutate come manovalanza nel mercato delle droghe e del gioco d’azzardo”.
Quale impegno economico e finanziario ?
“La grande partita è quella dei fondi necessari per realizzare quanto è previsto dalla norma. L’apertura di comunità o l’attivazione di unità mobile hanno dei costi. Chiaramente, sono spese che possono considerarsi investimenti per il benessere sociale e il risparmio per i conti pubblici, in termini di limitazione delle conseguenze più gravi e costose sulla salute delle persone e sul sistema sanitario nazionale. I servizi previsti sono finanziati in parte dal Servizio Sanitario Nazionale che da quello regionale. Ci saranno fondi regionali per la prevenzione nelle scuole. Alcune iniziative di prevenzione, cura e reinserimento saranno finanziate con i fondi previsti nel bilancio regionale per il finanziamento del Terzo settore, nel Fondo Povertà. L’equipe di sostegno della rete supporterà la progettazione nazionale, europea ed internazionale per reperire ulteriori finanziamenti. La proposta di legge, firmata da 20 deputati di tutti gli schieramenti, una volta approvata per essere operativa dovrà, comunque, affidarsi alla volontà politica di chi la sostiene per il benessere di tutta la società”.