PALERMO. La vedova di Antonio Montinaro, agente di scorta del giudice Falcone, ucciso nella strage di Capaci, presenta il suo nuovo libro “Non ci avete fatto niente. La lotta alla mafia di Antonio Montinaro e Giovanni Falcone ieri, oggi e domani”, pubblicato da De Agostini, a Una Marina di Libri e si racconta in un’intervista per il nostro giornale.
Cosa vuol dire questo titolo? “Vuol essere una risposta perchè sono passati 31 anni e noi siamo andati avanti. Una città che è cambiata, i giovani sono cambiati, sono diversi da noi, ci stiamo riappropriando del territorio e quindi è chiaro che io ti dico ‘Non ci avete fatto niente’. A me il sorriso non l’hanno tolto, i miei figli sono cresciuti in questa città che dimostra a tutti e due tantissimo affetto quindi ‘Non ci avete fatto niente'”.
Qual’è lo scopo di questo libro? Rivolto ai bambini, alle scuole. “Lo scopo è lasciare qualcosa ai bambini, farlo passare nelle scuole. La storia mia e di Antonio è spiegata in modo semplice per i bambini della scuola elementare. È importante fare capire perchè questo giovane ragazzo viene dal suo paesino che entra prima in polizia e poi da Bergamo si fa mandare a Palermo perchè voleva fare parte di questo cambiamento non sapendo che sarebbe rimasto nella storia. È giusto che i bambini sappiano chi era Antonio Montinaro”.
Che valore ha la parola antimafia? “È una parola molto importante perchè c’è gente che lavora seriamente. Ci sono i magistrati, tutte le forze dell’ordine, che lavorano e fanno antimafia tutti i giorni. Però è chiaro che ultimamente con tutto quello che sentiamo questa parola così importante viene sminuita e non è giusto nei confronti di chi ha dedicato la propria vita per questo cambiamento, per l’antimafia”.