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giovedì, 20 Marzo 2025
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Medea Tekna: il mito, le periferie, il gioco, i figli e le famiglie scomposte

All'Ecomuseo debutta una rilettura moderna e provocatoria del mito di Euripide. La prima assoluta venerdì 21 luglio, con ingresso libero sino a esaurimento posti

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PALERMO. Mettere a fuoco il presente e diventare strumento per narrare i cortocircuiti della nostra società. E’ quello che propone Medea Tekna che debutterà domani sera all’Ecomuseo Mare Memoria Viva, con la regia di Giuseppe Massa. Lo spettacolo è il risultato di un teatro che vuole farsi ‘presenza’ nella periferia palermitana, con una forte matrice sociale e politica in cui il mito si muove nella zona liminale, tra antico e contemporaneo, tra dimensione privata e collettiva. L’opera è l’atto finale del progetto teatrale sperimentale che la compagnia Sutta Scupa ha avviato il 15 giugno scorso a Brancaccio e Roccella, quartieri della costa Sud di Palermo. Si tratta di un percorso laboratoriale di formazione e ricerca teatrale in cui lo sguardo dei partecipanti, soprattutto dei bambini, è stato educato a ri-conoscere i codici del mito anche attraverso il gioco che è uno dei temi centrali di questa opera. La drammaturgia, curata da Ubah Cristina Ali Farah e Giuseppe Massa dà vita a una riscrittura inedita del mito di Euripide, in cui tradizione e contemporaneità si incontrano e dialogano; una poetica che riattiva il mito di Medea come modello comportamentale attraverso il quale analizzare e narrare la contemporaneità partendo dalla perifericità dei luoghi, ma anche della prospettiva verticale e periferica dei due figli di Medea e Giasone, non più soltanto vittime inattive ma voce e sguardo che conquistano lo spazio negato.

Medea Tekna mette in scena lo scontro generazionale tra genitori e figli, tra il mondo degli adulti e quello dell’infanzia; si interroga e mette in risalto le dinamiche, fortemente attuali, del conflitto coniugale, la sua esegesi, le implicazioni nell’equilibrio familiare sempre più precario e disfunzionale. L’opera ha vinto il bando periferie del Ministero della Cultura (MiC) con la collaborazione dell’Assessorato alle Culture del Comune di Palermo.

“Medea Tekna racconta il mito di Medea dal punto di vista delle giovanissime vittime della tragedia – spiega Giuseppe Massa, regista e direttore di Sutta Scupa -. Creare insieme ai bambini è una sfida artistica che ho accettato con gioia. È l’incontro per eccellenza, sublimato ulteriormente dalla partecipazione di Aurora Quattrocchi (nelle vesti della nutrice) che in questo modo chiude il cerchio per quanto concerne l’incontro transgenerazionale. Medea Tekna nasce insieme ai bambini della periferia Sud di Palermo e ai miei figli (Vincenzo interpreta uno dei due figli della coppia Medea-Giasone). Ho provato ad ascoltare i loro desideri e a farli dialogare con le immagini che piano piano invadevano la mia mente in una dualità gioco-tragedia assolutamente spiazzante. È come un nuovo inizio, un nuovo modo di fare teatro provando sempre di più a scardinare gabbie generazionali e inutili etichette, con l’intento di abbattere i muri urbanistici e culturali che ci dividono. Attraverso il mito occorre generare nuovi modi di essere comunità e famiglia, rompendo la bolla del becero individualismo in cui viviamo”.

“Ho accettato il lavoro con Giuseppe Massa perché stimo il suo modo di fare teatro e di lavorare a testi complessi come il mito di Euripide – aggiunge Rori Quattrocchi, attrice nel ruolo della Nutrice di Mermero e Fere -. Le mie battute sono quasi tutte in siciliano che si affianca al greco, all’inglese e all’italiano; questa scelta registica l’ho apprezzata tantissimo perché spesso dimentichiamo la bellezza della nostra lingua siciliana, a cui non viene riconosciuta la dignità che merita. Dovremmo riappropriarcene e celebrare la sua grandezza, tutti. Proprio come fa il mio personaggio, la Nutrice dei due figli di Giasone e Medea. E’ un ruolo che ho trovato interessante perché si muove tra mito classico, tradizione e mondo moderno con i suoi disastri, come i videogiochi a cui i bambini vengono lasciati, forse per occuparsene meno”. 

“ll lavoro con Giuseppe Massa è come sempre un grande e intenso viaggio sia umano che artistico – continua infine Domenico Ciaramitaro, attore e formatore che cura la coreografia finale -. In Medea Tekna ho seguito al fianco di altre colleghe e colleghi  i bambini di Brancaccio e Roccella che hanno frequentato il laboratorio di recitazione, curando una delle scene corali che li vedrà protagonisti nelle battute finali dello spettacolo. In passato abbiamo già collaborato e presto riprenderemo a lavorare a uno spettacolo, sperimentando questa rara sinergia artistica e umana.  Il teatro è un campo franco dove dovrebbero sempre incontrarsi le anim e prendersi per mano per regalare un sogno allo spettatore”.

L’impianto scenico è affidato a Mela dell’Erba: forme geometriche che si sostituiscono ai muri di un focolare domestico. Le elaborazioni sonore del compositore Giuseppe Rizzo insieme alle luci di Vincenzo Cannioto differenziano le sonorità provenienti dalla scena. I giovani partecipanti al laboratorio di recitazione saranno protagonisti di un coro che conquisterà lo spazio: un post epilogo “portatori di speranza” conquisterà, infatti, la scena, amplificando e universalizzando i contenuti che ci consegna la tragedia. L’intervento corale dei giovani attori è a cura di Domenico Ciaramitaro, Valeria Sara Lo Bue ed Elena Amato. Sul palco l’attrice Aurora Quattrocchi insieme al giovanissimo Giovanni Fardella e i piccoli Vincenzo Massa e Testimony Ojo. Le voci fuori campo di Gabriele Cicirello e Simona Malato saranno protagoniste nella messinscena.

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