PALERMO. La Frittella, tra storia e tradizione, è una delle ricette che rappresenta al meglio l’anima della Sicilia. Lo chef Gigi Mangia la prepara nelle cucine del suo ristorante per festeggiare l’arrivo della primavera, una stagione che qui si fa simbolo di vita e rinascita.
“Non è semplicemente un piatto, ma un modo per esorcizzare l’inverno e celebrare la freschezza della natura che si risveglia dopo mesi di letargo; è un’ode alla giovinezza, un modo per assaporare la primavera in tutta la sua freschezza,” dice Gigi.
Questo piatto, con i suoi odori e sapori, pare abbia origini eccezionali. Si narra infatti che la ricetta sia stata ispirata dalla stessa Santa Oliva, patrona di Palermo. La storia – e la ripercorre lo chef – racconta di Maria Cavallaro, soprannominata Pampinedda, che nel gelido inverno del 1412 temeva di perdere i suoi figli a causa di una grave polmonite, mentre la città soffriva per una serie di inverni particolarmente rigidi.
“Pampinedda, disperata, portò i figli ormai agonizzanti alla chiesa di Sant’Oliva, nel “Chiano di Sant’Oliva”, e lì avvenne il miracolo: dopo essere stati aspersi con l’acqua benedetta, i ragazzi si salvarono. Quella stessa notte, la Santa apparve in sogno a Pampinedda e le indicò la ricetta della Frittella, ordinandole di raccogliere quattro ingredienti semplici e di cucinare una zuppa da distribuire ai poveri della borgata, come ringraziamento per la grazia ricevuta”.
Ingredienti
Se desiderate preparare la Frittella a seguire la ricetta:
– Fave fresche
– Piselli freschi
– Carciofi
– Finocchietto selvatico
– Cipolla
– Olio extravergine d’oliva
– Sale e pepe
Procedimento
“Scricchiate le fave e munnate i piseddi”, sbucciate fave e piselli, avendo cura per le prime di togliere anche la seconda cuticola, pulite i carciofi, togliendo le punte le foglie dure e quella piccola barbetta, tagliateli a spicchi e lasciateli in acqua col limone. In un tegame fate rosolare una cipolla tagliata sottile con un goccio d’olio di frantoio. Appena imbiondita la cipolla aggiungete i carciofi scolati, le fave e i piselli e coprite con acqua calda dove è stato lessato abbondante finocchietto, lasciate cucinare a fuoco dolcissimo per una ventina di minuti e a cottura ultimata aggiustate di sale e pepe.
Prima di mangiarla per sentire “la croccantezza delle fave ‘scricchiate’ e dei piselli ‘munnati’ e il dolce dei carciofi che si fonde con gli altri sapori”, ancora un’ultima raccomandazione dello chef palermitano: “La Frittella non deve essere mangiata calda, deve essere servita a temperatura ambiente, così da poter assaporare al meglio il profumo del finocchietto di montagna e la consistenza delle fave e dei piselli”.