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martedì, 1 Luglio 2025
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Dalla Nigeria in Sicilia, la testimonianza di Roseline che promuove l’inclusione con la sartoria

Il video con il racconto della sua storia e del suo impegno ha vinto il premio web del contest interregionale "Oltre il Ghetto" per la sezione Storie di libertà

Yuri Testaverde
Yuri Testaverde
Ha studiato Scienze Politiche all'Università La Sapienza di Roma. Impegnato nel mondo sociale, è stato membro attivo di diversi progetti in ambito socio-politico tra Roma e Palermo, dove ha curato le pubbliche relazioni per il network RenUrban. Dal 2018 collabora con il mensile Cntn e, da ottobre 2020, con "Il Mediterraneo 24"
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PALERMO. “Di fili e di segni” è il reportage che racconta la storia di Roseline Eguabor, presidente di Sartoria Sociale, impresa sociale della cooperativa Al Revés di Palermo, che dal 2012 promuove il sapere artigianale, l’economia circolare e l’inclusione attraverso la produzione di abbigliamento etico e manufatti sartoriali in un bene confiscato alla mafia.
Il reportage, realizzato da Camera a Sud Coop. Impresa Sociale, si è aggiudicato il premio web del contest interregionale Oltre il Ghetto, ideato da Nova Consorzio Nazionale per l’Innovazione Sociale – per la Sezione Storie di libertà – proprio per la particolare storia di Roseline, arrivata più di 20 anni fa in Italia dalla Nigeria.
“Quando sono arrivata a Palermo ero smarrita e terrorizzata, ma dovevo ricominciare a vivere, ed ho avuto la fortuna di trovare delle persone che mi hanno accolta in quanto essere umano, e più che chiedermi del mio passato e della mia storia, hanno aperto le porte per me e compreso la mia richiesta di aiuto. È stata questa la mia prima fortuna qui in Italia”, esordisce Roseline.

“Ciò che io ho ricevuto in termini di apertura, provo oggi a donarlo agli altri qui alla Sartoria Sociale, che è innanzitutto un luogo di relazioni umane, di reti sociali, di aggregazione, fondato sì sullo sviluppo dei talenti e sullo scambio di esperienze e competenze, ma ancora prima è un luogo in cui persone che nella vita hanno trovato molte porte chiuse, qui le trovano aperte e ritrovano se stesse: è un luogo di valorizzazione della Persona, che qui ritorna a sentirsi importante e a vivere”, continua.

La Sartoria Sociale si trova a Palermo in via A. Casella e porta avanti la cultura del riuso attraverso i tessuti che, dopo essere stati controllati per valutarne le condizioni, vengono igienizzati. Con i tessuti di riciclo selezionati vengono creati e messi in vendita i capi riparati e gli oggetti creati, e dai proventi della vendita si retribuiscono gli operatori, vengono aiutate persone in difficoltà ed organizzati eventi sulla moda sostenibile.

Il gruppo di lavoro è formato, infatti, da una variegata rete di soci lavoratori e volontari, tra cui ex detenuti, disabili, immigrati, persone con disturbi neurologici, donne vittime di tratta. E proprio le donne vittima di tratta e di violenza sono state il punto di ripartenza per Roseline in quanto mediatrice culturale e per la sua attività di lavoro nei centri di accoglienza e, in generale, con persone vulnerabili che hanno alle spalle una storia forte e di sofferenza, ma che sono pronte a ripartire con l’aiuto di una mano amica, di qualcuno che creda in loro.

“Quando si è vittime non si è liberi e non c’è possibilità di scelta, noi proviamo a ridare libertà e speranza nel lavorare insieme, nel creare comunità al di là del prodotto stesso offerto” – continua Roseline – “e farlo in un bene confiscato significa creare la vita, donare un sorriso e provare ad essere un punto di riferimento positivo per il territorio e per la città di Palermo. È meraviglioso”.

Il Progetto P.i.U.Su.Pr.EME. (Percorsi individualizzati di Uscita dallo Sfruttamento) è cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione e dall’Unione Europea (PON Inclusione Fondo Sociale Europeo 2014-2020). Il partenariato è composto dalla Regione Puglia (Lead Partner), e dalle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia, e Nova Consorzio Nazionale per l’Innovazione Sociale. “Oltre il Ghetto – Contest Interregionale” è il concorso indetto nell’ambito del progetto P.i.U.Su.Pr.EME. Italia, rivolto alle organizzazioni del pubblico e del privato sociale che si occupano di emersione dal caporalato proprio nelle regioni del Sud Italia di Puglia, Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia. Nasce, dunque, per raccogliere, divulgare e premiare storie di Persone e di imprese che si impegnano in esperienze di inclusione e di lavoro dignitoso, come nel caso del reportage su Roseline e sulla sua storia di libertà.

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