PALERMO. Giovani del Sud e del Nord del mondo a confronto a Palermo, grazie al progetto Harraga2. Si è ripetuta l’esperienza del laboratorio interculturale, con un gruppo nuovo di giovani, formato da 7 ragazzi e ragazze palermitane e da 8 ragazzi originari del Bangladesh, della Somalia, del Gambia e della Tunisia. Tranne Said, tutti e tutte le altre sono minorenni, tra i 16 e i 17 anni. A questo gruppo, recentemente si sono aggiunte tre ragazze dalla Svezia, Germania e Svizzera, rendendolo ancora più internazionale.
Il dialogo è stato sviluppato condividendo le storie dei propri Paesi, valori e sistemi culturali in una dimensione di scambio e curiosità. Si è concluso il modulo sul dialogo interreligioso, dopo aver svolto una visita nella moschea tunisina di Palermo e in chiesa, a Santa Chiara.

Per i giovani palermitani è stata la prima volta in una moschea e hanno posto tante domande all’Imam così come i ragazzi musulmani che hanno avuto l’occasione di approfondire aspetti dell’Islam sui quali non avevano mai avuto occasione di confrontarsi.
In chiesa, le domande a don Domenico Luvarà, il parroco di Santa Chiara, che ospita i partecipanti all’iniziativa sempre con gioia. Anche qui i quesiti sono stati vari: “Perché i preti non si sposano? Perché Gesù è raffigurato? Perché ci sono le statue?”. Le risposte hanno sottolineato una modalità religiosa diversa del Cristianesimo e, oltre a trovare differenze con la religione islamica, i giovani hanno provato a trovare anche le somiglianze.
L’ultimo incontro focalizzato sul dialogo interreligioso ha permesso al gruppo di arrivare ad una conclusione: le differenze vanno rispettate, anche se sono lontane dai nostri sistemi culturali, religiosi e valoriali; le somiglianze vanno valorizzate.
Infine, una conclusione condivisa: “𝐈 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐢, 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐞 𝐫𝐞𝐥𝐢𝐠𝐢𝐨𝐧𝐢, 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐩𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐞, 𝐩𝐫𝐨𝐦𝐮𝐨𝐯𝐨𝐧𝐨, 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐢 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐚𝐧𝐨 𝐥’𝐮𝐦𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚̀. 𝐄 𝐬𝐮 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐢 𝐜𝐫𝐞𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐫𝐞𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐭𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐢”.
