PALERMO. Quella di ‘essere umani’ è una sfida. Lo è anche ‘restare umani’ di fronte alle tante sfide che ogni giorno il mondo ci pone. La violenza di genere, il rispetto per l’ambiente e quello per le etnie e le diverse culture. Nel cuore di Palermo, nel suo centro storico, simbolo d’integrazione per eccellenza, l’Istituto Superiore “Francesco Ferrara”, che conta già 600 studenti, sabato 20 gennaio dalle 9.30 alle 13.00 apre le porte con un Open day per presentare gli indirizzi di studio. I progetti e i percorsi educativi che culminano spesso in spettacoli, eventi e flash mob volti all’integrazione, all’educazione di genere e a quella ambientale che hanno fatto di questa scuola un modello che incarna il pieno rispetto dei diritti civili.
Il “grande cuore del Ferrara” apre le porte e accoglie le sfide della modernità nel rispetto del prossimo. Una grande vocazione all’inclusione accolta dalla nuova dirigente Ilaria Virciglio, che per sensibilità con una esperienza già decennale di dirigenza scolastica presso altri Istituti, quest’anno sceglie di venire al Ferrara. E dice così: “Siamo tutti diversi e accomunati solo dal fatto di essere umani, se ce lo ricordiamo. Oggi, da quello che ci raccontano le cronache è pure difficile ricordarselo. Per molti ragazze e ragazzi, la scuola è una chance importante di vita. Uno strumento di riscatto sociale che cambia la loro vita per sempre”.
L’Istituto Superiore “Francesco Ferrara” è l’unica scuola superiore a Palermo con la più alta percentuale di alunni di origine straniera: poco più del 20%. Sono per lo più bengalesi o provenienti dallo Sri Lanka. Nuovi arrivati in Italia e di seconda generazione. Ad accoglierli ci sono i diversi indirizzi, il sorriso e le braccia del personale della scuola appositamente formato, che ascolta le propensioni, incoraggia i talenti e promuove la reciproca tolleranza.
I Licei “Linguistico” e delle “Scienze Umane” (opzione economico sociale), i corsi dell’indirizzo “Istituto Tecnico Economico”, che comprende il corso di “Amministrazione, Finanza e Marketing”, quello di “Relazioni Internazionali per il Marketing”, il corso “Sistemi Informativi Aziendali” e il “Turismo”. Il corso serale e l’indirizzo “Istituto Professionale”, che comprende i corsi di “Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale” e il corso “Servizi Commerciali”.
E soprattutto la sperimentazione di un nuovo progetto sull’intercultura, avviato quest’anno e proposto dalla dirigente Virciglio, che accomuna l’intero Istituto, per la conoscenza delle culture presenti nella scuola, partendo da uno scambio diretto tra gli studenti; e un progetto di lingua italiana, già presente da anni, con i primi rudimenti che si danno ai nuovi iscritti, svantaggiati sotto il profilo linguistico.
“Un’impronta forte di accoglienza e inclusione che caratterizza la scuola e la sua lunga storia”, spiega la preside. “Dallo svantaggio nasce la difficoltà, quindi, le ragazze e i ragazzi sono più soggetti a dispersione, frequenza irregolare, se non ad evasione e abbandono scolastico. Con le famiglie non è sempre semplice relazionarsi. Si parte da presupposti culturali totalmente diversi. Quando le famiglie vivono in Italia, da più tempo, allora è più semplice il dialogo. Quando sono nuovi arrivati in Italia, i genitori hanno a loro volta una difficoltà linguistica. L’inclusione non è snaturare l’identità dell’altro, ma è semplicemente una conoscenza reciproca più profonda, perché spesso il pregiudizio nasce dalla non conoscenza”.
Il senso del nuovo progetto partito quest’anno “We are stronger together”, nasce dal volersi conoscere per abbattere un pregiudizio, uno stereotipo già dato. E poi, rispetto reciproco delle differenze. Nello spettacolo di fine anno tra gli studenti ci saranno delle danze e dei canti tradizionali sia dell’Italia, che delle culture presenti nell’Istituto.
Tra le iniziative nell’anno in corso c’è un protocollo d’intesa con Libera contro le mafie, “Fuori dal giro”, per il contrasto alle dipendenze e all’uso di crack, con uno sportello psicologico aperto all’intera comunità scolastica, studenti, famiglie, docenti e personale. A prenotazione, lo psicologo fa degli interventi, a cui possono rivolgersi i ragazzi, autonomamente o con l’autorizzazione dei genitori.
La scuola ha aderito al protocollo dell’Ufficio Scolastico Regionale, “A scuola di pace e non violenza”, con incontri tematici finalizzati e realizzato insieme all’Arcidiocesi di Palermo. In quanto alla solidarietà, la scuola partecipa al banco alimentare e a quello farmaceutico. Ha una convenzione con Itastra, la Scuola di Lingua Italiana per Stranieri dell’Università di Palermo, che è una continuità, un altro pezzo del puzzle dell’inclusione e dell’integrazione degli alunni stranieri, che inizia al Ferrara.
La scuola dunque come riscatto sociale. Una scuola aperta al territorio, che coglie le sfide della modernità e si apre al domani. Partecipando a giornate internazionali come quella per la lotta alla violenza contro le donne, con un significativo flash mob, che ha visto vibrare i canti di riscatto delle donne sudamericane interpretati dagli studenti nella storica Piazza Bellini, nel centro di Palermo, ripreso dai media. O come il concorso letterario dell’Ordine degli Avvocati della provincia di Palermo, “L’amore che ti racconto”, con due riconoscimenti importanti assegnati a due studenti, una studentessa e uno studente, a pochi giorni del 25 novembre. O ancora la festa dell’albero con un’iniziativa di pulizia e cura di uno spazio pubblico adiacente alla scuola insieme a Retake e la pitturazione di una panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne.
Una grande vocazione all’inclusione e ai diritti civili quella della scuola Ferrara. Dieci anni di esperienza nella dirigenza in altri Istituti, per la preside Ilaria Virciglio. E adesso una sfida, una sfida diversa all’Istituto Superiore Ferrara: “Cosa si aspetta da quest’esperienza?”, ho chiesto.
“Si semina. Ti devi armare di pazienza per vedere i frutti. Mi aspetto una crescita della comunità. Sono arrivata per dare un mio contributo a questa crescita. Mi aspetto che vengano rafforzate e messe a sistema queste pratiche d’inclusione e integrazione, come il progetto trasversale d’Istituto, avviato quest’anno sotto un mio input. Ho immaginato che ci fosse bisogno di questo comune denominatore per una scuola che ha indirizzi di studio diversi. Mi aspetto una crescita e che la scuola possa diventare sempre di più un modello positivo d’inclusione e integrazione”.