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sabato, 22 Marzo 2025
Speciali"Emancipare il discorso sulle migrazioni da strumentalizzazioni politiche"

“Emancipare il discorso sulle migrazioni da strumentalizzazioni politiche”

L’Università di Palermo, prima di tutto attraverso il suo Centro Interdipartimentale “Migrare”, si impegna a continuare a diffondere un’informazione quanto più oggettiva possibile, basata su evidenze per favorire il pieno rispetto dei diritti umani

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PALERMO. La strage di Crotone è solo l’ultima di una lunga serie di naufragi nel Mediterraneo. Scriveva il sociologo algerino Abdelmalek Sayad che, attraverso le migrazioni, lo Stato si guarda allo specchio. Rivela, insomma, il suo vero volto. E’ pertanto necessario, anche per questo, fare pienamente chiarezza sulla gestione di questo evento, per accertare se l’operazione di polizia abbia prevalso rispetto a quelle di ricerca e soccorso, e se le modalità di trattamento dei superstiti, dopo lo sbarco, abbiano pienamente rispettato i diritti fondamentali della persona umana sanciti dalla Costituzione italiana e dalle principali carte internazionali dei diritti.
A Crotone, a quanto risulta, i sopravvissuti al naufragio sono stati trattenuti, in condizioni quantomeno degradanti, per 9 giorni, fino a che organizzazioni della società civile, tra cui la “Clinica legale migrazioni e diritti dell’Università di Palermo”, non sono riuscite a denunciare tali violazioni.

La strategia di azione proposta nella riunione del Consiglio dei Ministri, svoltasi a Cutro qualche giorno fa, non appare affrontare il tema con misure adeguate, fondate su un’equilibrata valutazione degli interessi coinvolti. Il decreto-legge appena varato, infatti, non riesce a sciogliere il nodo cruciale del soccorso in mare, la cui sensata disciplina eviterebbe il ripetersi di analoghi disastri, puntualmente verificatisi, solo pochi giorni dopo, col naufragio di un’imbarcazione partita dalla Libia che aveva chiesto aiuto per 24 ore prima di rovesciarsi. Le misure previste nel decreto non appaiono idonee a colpire i veri gestori del traffico di migranti, che spesso detengono posizioni di potere nei rispettivi paesi di origine e di transito con cui, in alcuni casi, sono stati perfino stipulati accordi per il controllo delle frontiere.
Le reti criminali, che fanno profitti altissimi sulla disperazione dei profughi, sono l’unico mezzo a cui le persone che emigrano possono ricorrere, in assenza di canali di ingresso legali e sicuri. Ciò di cui si avverte l’urgente necessità è l’apertura di canali legali di ingresso che sostituiscano il fallimentare e inattuabile sistema di assunzioni a distanza previsto dalla normativa attualmente vigente, nonché l’istituzione di corridoi umanitari per evacuare le persone provenienti da zone di guerra e di insicurezza sociale ed economica. Misure, peraltro, molto meno costose dell’“esternalizzazione delle frontiere” spesso attuata attraverso il finanziamento di sistemi in paesi scarsamente democratici o che versano in condizione di grave caos istituzionale.
Altro profilo che desta preoccupazione nel recente decreto è la restrizione dei criteri di assegnazione della protezione speciale, restrizione peraltro palesemente in contrasto con l’art. 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) che tutela la vita privata e familiare; un simile irrigidimento provocherebbe, per un rilevante numero di persone già presenti sul territorio italiano, una clandestinizzazione di ritorno ed una interruzione dei percorsi di inclusione già intrapresi, cosa che peraltro è già avvenuta nel 2018 quando fu cancellata la protezione umanitaria.

L’auspicio è di emancipare il discorso sulle migrazioni da strumentalizzazioni politiche e da vuote retoriche, attuando interventi quali quelli che, nel caso dell’Ucraina, hanno permesso la pronta attivazione di canali di ingresso legali.
L’Università di Palermo, prima di tutto attraverso il suo Centro Interdipartimentale “Migrare”, si impegna a continuare a diffondere un’informazione quanto più oggettiva possibile, basata su evidenze, per favorire il pieno rispetto della nostra Costituzione e del diritto internazionale dei diritti umani, producendo periodicamente analisi dettagliate dell’impatto sociale, economico, giuridico, politico e culturale delle politiche migratorie in atto.

Cir Migrare
Università di Palermo

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