CATANIA. Una comunità che si impegna ,quella della moschea di Catania, nella promozione del dialogo interreligioso, nell’aiuto ai più bisognosi e nel contrasto all’islamofobia attraverso gli incontri nelle scuole e nei contesti istituzionali. È questa la storia della Moschea della Misericordia. Ci guida in questo viaggio Abdelhafid Kheit, Imam di Catania e presidente della Comunità Islamica in Sicilia.
La moschea di Catania come ponte tra le diverse identità culturali
La Moschea della Misericordia è considerata una delle più importanti del mezzogiorno d’Italia. Ubicata a Piazza Cutelli, nel quartiere Civita del centro storico di Catania, il luogo di culto rappresenta un ponte tra le diverse identità culturali che vedono in essa un punto di riferimento spirituale.
“Abbiamo fedeli di diverse nazionalità tra cui senegalesi, marocchini, bengalesi, mauriziani – ci spiega Abdelhafid Kheit –. La posizione della Moschea, nel pieno centro della città, facilita il dialogo con il territorio”.
Il dialogo con le altre fedi e l’esperienza con le scuole
Un percorso istituzionale con le diversità religiose si protrae da oltre cinque anni. “Crediamo fortemente al dialogo con le altre fedi e facciamo questo percorso da tanti anni. La nostra Moschea fa anche parte del Coordinamento Religioni in Dialogo che da più di cinque anni ci fa ritrovare insieme alle altre fedi religiose a confrontarci insieme, una cosa molto importante per tutti noi“, precisa Abdelhafid Kheit.
Lavorare con le scuole per sensibilizzare il corpo docente e gli alunni sui temi del vivere comune, isolando l’odio e le paure nei confronti delle diversità in uno spirito di confronto dialogante. Questo è il modus operandi della comunità islamica nei luoghi dell’istruzione: “Noi abbiamo fatto tante iniziative con le scuole. Abbiamo fatto tanti incontri, sia come Comunità Islamica di Sicilia sia come Moschea della Misericordia, sia come Coordinamento Religioni in Dialogo. Abbiamo parlato e portato alle scuole catanesi la nostra esperienza e il nostro modo di vivere il dialogo“, spiega Abdelhafid Kheit.
Dalla moschea di Catania una mano tesa ai più bisognosi
Una forte attenzione è offerta alle persone in stato di necessità, senza distinzione alcuna, che possono fruire del servizio del Banco Alimentare, in collaborazione con le associazioni del territorio tra cui la Caritas. “Il Servizio del Banco alimentare, in collaborazione con altre associazioni territoriali tra cui la Caritas, è una attività che aiuta coloro che hanno determinate difficoltà economico-sociali, – dichiara Abdelhafid Kheit – un servizio che aiuta sia la gente del quartiere che i nostri fratelli“.
Le seconde generazioni
In questi ultimi anni si è parlato spesso, a livello mediatico, dei giovani delle seconde generazioni e il rapporto con l’Islam nella società europea. “Le seconde generazioni sono ben integrate. I miei due figli sono rappresentanti d’istituto e ciò conferma che non vi sono delle chiusure anzi vi è un assetto dialogante ed inclusivo anche per i giovani – sottolinea l’Imam Abdelhafid Kheit -. Noi siamo cercando di trasmettere ai nostri figli i nostri valori, la nostra fede, spetta a loro la scelta e quale futuro vogliono“.