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venerdì, 16 Maggio 2025
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“Su ali d’aquila, racconti dall’Albania”: una mostra fotografica a Palermo

Il 14, il 15 e il 16 aprile nella parrocchia Sant’Ernesto, dalle 18, un viaggio di cuore e spirito tra i volti, le storie e le strade del Paese balcanico. L'iniziativa a cura dell’Ufficio Missionario e del Servizio di Pastorale Giovanile

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PALERMO. Scatti sul Paese delle aquile. L’Albania, l’antica Illiria attraversata da San Paolo. È lì che da qualche anno la Chiesa di Palermo invia alcuni missionari. Giovani e adulti come tanti, curiosi e innamorati, aperti allo stupore e all’incontro con questa gente dal cuore grande. Sono questi incontri a emergere dalla mostra fotografica realizzata da due giovani fotografe professioniste, parte della bella dozzina che si è messa in gioco tra villaggi e strade per incontrare i più poveri e i più piccoli per scambiarsi vita. E che si è presa il compito raccontare questa avventura, anche con questa mostra. Fino a domenica 16, prima tappa – nella parrocchia di Sant’Ernesto – di una narrazione itinerante.

Siamo nel sud del Paese, al confine con la Grecia, diventata terra di passaggio di migranti in fuga dalla Siria, dall’Iraq… Ad accoglierli nel distretto di Bilisht sono le Sorelle francescane del Vangelo, da oltre 25 anni presenza fedele e appassionata, sin dai tempi fortemente instabili coincisi con la fine della dittatura, a metà degli anni 90, quando in tanti invece andavano via. È lì, nella Terra delle aquile, che sono andati l’estate scorsa. Un percorso che è frutto del desiderio e della collaborazione di tutta la diocesi palermitana, con il coinvolgimento dell’Ufficio missionario, della Caritas, del Centro vocazioni e del Servizio giovani.

Nei villaggi, nella parte più povera del Paese, per spezzarsi a vicenda il pane dell’amicizia, dell’accoglienza, dell’annuncio. Gente, quella albanese, che ha resistito in un tempo vicinissimo al nostro alle persecuzioni di un dittatore che aveva imposto l’ateismo di Stato e credere significava finire in prigione, essere torturati, uccisi. Il loro sì a Dio e alle ragioni profonde dell’uomo in quelle condizioni durissime è ancora oggi davvero un annuncio travolgente che commuove e scuote. Così quell’andare ha previsto l’ascolto delle testimonianze di un tempo terribile, la visita di alcuni luoghi simbolo, una condivisione di tempo, culture, fede, religioni in un Paese a maggioranza musulmana; l’animazione di strada con i bambini nei villaggi, in una rinnovata collaborazione con le comunità musulmane e ortodosse, colpite come quella cattolica dalle persecuzioni: tutte impegnate nel custodire gli uomini e le donne di quella terra. Insomma, una esperienza di dono reciproco dentro una rete di relazioni essenziali. Il cammino continua.

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