PALERMO. Si può sentire così fortemente la voce di Dio, la sua presenza in noi, da divenire testimoni di gioia, pur nella malattia? Si, si può. Una giovane, dolcissima, ragazza siciliana, Mariachiara Messina – rinata in Cielo, nel 2017 – ce lo ha testimoniato. Su di lei è già uscito un libro, di don Emanuele Di Santo, Tau Editrice, dal titolo: “Con la croce nel cuore e la risurrezione sul volto”. Non è stato, infatti, per Mariachiara, un ripiego, l’accettare la “mistica nuziale” – un percorso per entrare nel “regno dell’amore di Dio”. Non è stato un gettarsi bonario in uno speranzoso nulla, perchè la malattia non le lasciava alternative. Ha scelto, invece, la pace, al solo dolore, per una certezza: d’avere, nella fragilità, “il grande privilegio di vivere accanto a Gesù, completare la sua Passione, essere offerta per Dio”.
Abbiamo intervistato sua madre, la signora Pina – docente di Lettere presso una Scuola secondaria di primo grado –, che ci ha aperto il cuore per parlarci della figlia, morta in odore di santità. Anche Pina è però donna credente: ha frequentato, per anni un gruppo di preghiera de Il Rinnovamento nello Spirito e un percorso ideato da Chiara Amirante, fondatrice di Nuovi Orizzonti, sulla ‘’Conoscenza di sé e l’arte di amare”. A seguire, le sue risposte.
Mariachiara da bambina. “Era una bambina sensibile, socievole, buona, generosa. Spesso regalava i suoi giocattoli, e fin da piccolissima ha preso a suonare il pianoforte. Praticava vari sport: pallavolo, basket. Ma anche recitazione, che l’ha vista divenire protagonista in vari lavori teatrali, realizzati dentro e fuori l’ambito scolastico. È diventata, presto, anche catechista in Chiesa”.
Mariachiara, lo studio e gli amici: “Ha frequentato il Liceo Classico,e malgrado gli anni segnati dalla malattia ha proseguito gli studi fino a laurearsi in Psicologia con il massimo dei voti. Desiderava divenire “scrittrice” e ci ha lasciato numerosi scritti impregnati d’intensa spiritualità, preghiere, poesie, racconti e corrispondenza epistolare”.
Mariachiara e la malattia. “Frequentava il Liceo, quando ha accusato i primi sintomi: una sera non riuscì a focalizzare le persone che le stavano attorno e il luogo in cui si trovava; di lì a poco non riuscirà a pronunciare le parole, seguirà diplopia, ptosi palpebrale, stanchezza muscolare diffusa. La diagnosi fu: Miastenia Gravis, malattia rara autoimmune associata a un tumore localizzato al Timo. Il percorso clinico durerà15/16 anni, con sei interventi chirurgici e ripetuti cicli di chemioterapia”.
Mariachiara e la fede. “Conoscevamo l’amore che provava per Gesù e l’eucarestia, ma solo dopo la sua nascita al Cielo abbiamo scoperto attraverso i suoi scritti, la sua profonda spiritualità, da cui emergeva come volesse amare Dio incondizionatamente. Mariachiara ha cioè accettato le sue sofferenze dicendo tanti Sì a Dio, col ‘desiderio di salvare anime’ e condurle in Paradiso. Fra le anime di cui prendersi cura, anche gli ultimi, i nascosti, a cui si accostava senza pregiudizi”.
Mariachiara e i giovani. “Era sempre attorniata da coetanei, a casa, nelle piazze, per strada, nelle discoteche. In una pagina di diario scrive: “Vorrei essere Paladina dell’Amore contro tutte le loro paure, vorrei andare incontro ai giovani e farli dissetare dell’Amore di Gesù, alla fonte Vera! Vorrei che si sentissero amati, amassero e si amassero, vorrei nascesse, si creasse e mantenesse un mondo così, un mondo nuovo”.
Mariachiara e i padri spirituali. “L’incontro con Padre Emanuele è stato importante. Era il suo riferimento forte e sicuro con il quale confrontarsi, condividere l’amore per Gesù e la Madonna del Tindari, coltivare la crescente spiritualità, i suoi sentimenti ed emozioni. Importante nella sua formazione è stato anche don Gianni Castonari, conosciuto nella Scuola di Evangelizzazione di Firenze, che la porterà ad accostarsi alle persone più fragili, nelle carceri così come per strada e a consolidare la sua fede”.
Le ultime parole di Mariachiara al padre, come in un testamento spirituale: “Tu devi accettare la volontà del Signore, io ora sono serena, dillo a mamma e Marco. Io dalla vita ho avuto tanto, molto, ho avuto te, mamma, Marco, ci sono altri che quello che ho avuto io non l’hanno mai avuto, di questo devo ringraziare il Signore”.
Come hanno vissuto Pina, marito e fratello la sua morte: “Noi genitori insieme a Marco, l’altro nostro figlio, l’abbiamo vissuto con sentimenti alterni di preoccupazione, angoscia, serenità, speranza, ribellione verso Dio, anche se Lui non ci ha mai lasciato soli, ci ha tenuti stretti a sé. Sentimenti che si scontrano con le ultime parole che Mariachiara consegna a mio marito “tu devi accettare la volontà del Signore”.
Mariachiara e la vita eterna. “Per Mariachiara la vita eterna non è stata un’ipotesi ma una certezza che ha cementato la sua fede manifestata in ogni circostanza e facendo ricorso alla preghiera che coltivava quotidianamente”.
Come sopravvive una madre alla lontananza della figlia? “Sopravvivo con la speranza di rivederla. Il nostro distacco non può che essere momentaneo. Ci ritroveremo e vivremo insieme nella gioia eterna!”.
E noi de Il Mediterraneo 24 ci uniamo a questo dolore e a questa speranza, certi che occorra accettare, nella vita, sia la malattia che la morte corporale, non smettendo di volgere lo sguardo verso su: ci ritroveremo! Mariachiara, arrivederci!