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martedì, 8 Luglio 2025
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I 35 anni del Centro Tau: un modello educativo che ha fatto strada alla Zisa

Presentato il libro che racconta il lavoro di 35 anni nel quartiere Zisa, a Palermo. Tra gli ospiti intervenuti, i presidenti di Fondazione Con il Sud, Con i Bambini e dell'Azione Cattolica

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PALERMO. Un impegno di cura capillare, intensa e costante,  per i giovani che, per 35 anni, si è caratterizzato da tanti percorsi educativi, nati in sinergia con altre realtà. In questo modo, è stato presentato, ieri pomeriggio presso l’auditorium della RAI, il libro “Inventare Insieme. Una crescita possibile” che racconta il lavoro del Centro Tau, nato nel 1988 nel popolare quartiere Zisa di Palermo. A confrontarsi, all’interno dell’incontro su “Giovani: una crescita possibile“, moderato dal caporedattore della Rai Rino Cascio, sono stati alcuni rappresentanti di pubblico e privato sociale. A dare un saluto è stata anche l’assessore comunale all’emergenza educativa Antonella Tirrito.

Nel volume, 26 autori condividono l’esperienza sociale, pedagogica, civile, culturale e politica del Centro TAU con l’intento di offrire risposte concrete ai bisogni di crescita dei bambini, dei giovani e degli adulti, nel quartiere popolare della Zisa. Si tratta di un ricco mosaico, una sorta di affresco, in cui operatori, amministratori, ricercatori e cittadini attivi hanno raccontano gli intrecci dei loro cammini per i sentieri della progettazione sociale, della pedagogia della liberazione e della resistenza civile. Al Centro TAU, in questi anni infatti, hanno risuonato la spiritualità francescana, la scuola di Barbiana di don Milani, il ghetto di Varsavia di Janusz Korczak, il Brasile di Paulo Freire, la Partinico di Danilo Dolci. Tanti sono stati i contributi culturali, tutti orientati verso un’impresa educativa aperta.

“Abbiamo scelto di lavorare su un piccolo territorio di Palermo – dice Francesco Di Giovanni fondatore del Centro TAU e coordinatore generale dell’associazione Inventare Insieme (onlus) – per creare una comunità e un modello educativo che ha avuto tanti compagni di strada. Il libro è ‘la danza dell’elefante’ che vuole proseguire e ancora proiettarsi in avanti perché è ancora tempo di ‘inventare insieme’ delle risposte utili ed efficaci per fronteggiare la realtà difficile e problematica dei giovani che non studiano e non lavorano. Non si può stare certo a guardare e, anche se non è facile trovare le soluzioni, solo mettendosi sinergicamente insieme si possono costruire in modo continuativo percorsi generativi possibili di prevenzione e promozione che aiutino concretamente i nostri giovani in tutte le fasi della loro vita”.

“C’è purtroppo un nesso importantissimo tra l’aumento delle assenze scolastiche dei giovani, nelle nostre aree più difficili, con la capacità di stare e apprendere a scuola con regolarità – prosegue Marco Rossi Doria, presidente di Impresa Sociale Con i Bambini -. Purtroppo, la capacità comunitaria ed attrattiva della scuola che motiva a conoscere ed a imparare, negli anni è venuta meno sempre di più. Con i dati alla mano, noi, insieme ad altre realtà, come il centro Tau, che stanno sul territorio sappiamo bene quanto è significativo ed importante promuovere e organizzare interventi educativi nuovi che possano portare a buoni risultati“.  

“Le ragioni di questo libro non stanno tanto nella sua celebrazione quanto nella necessità di scrivere per far vedere cosa è stato fatto in modo da rifletterci ragionarci – afferma Mario Schermi formatore del Ministero della Giustizia -. Abbiamo davanti una esperienza straordinaria di un modello educativo operativo che, rispondendo ai bisogni concreti dei giovani ci racconta cosa si è fatto e cosa si può ancora fare. Il libro grida alla responsabilità di tutti noi nel valorizzare questo patrimonio per rilanciarlo anche in altri luoghi”.

“Il centro Tau rappresenta la forza di un metodo che si ostina nella ricerca del bene che cresce nella vita delle persone e che è disseminato nella comunità e va accompagnato creando reti – sottolinea Giuseppe Notarstefano, economista e presidente nazionale di Azione Cattolica -. Oggi dobbiamo pensare all’educazione riuscendo a pensare anche allo sviluppo, a partire dal riconoscimento delle persone, condividendo spazi e tempi. La rigenerazione urbana deve partire solo dalla rigenerazione delle persone perché ambiente e territorio camminano insieme alle persone“.

“Ogni volta che ho dovuto, come una sfida, portare avanti una cosa difficile sono venuta a farla sempre a Palermo – afferma Mussi Bollini, vicedirettore di Rai Ragazzi -. Ricordo che, nel 2019 insieme al comune, il centro Tau ed altre realtà abbiamo messo in piedi, in occasione dei trent’anni dei Diritti dell’Infanzia, tantissime iniziative culturali e sociali di notevole importanza. Con il centro Tau ci siamo conosciuti nel 2000; in questi anni, loro sono stati fornitori ufficiali del Gt ragazzi. Il libro riporta, nella parte curata da Gianna Cappello, anche le tante iniziative portate avanti come Media Education“.

“Il centro Tau è per me una emozione che continua da molti anni – ha detto Carlo Borgomeo, presidente di Fondazione con il Sud – e si rinnova sempre. E’ una realtà capace di proporsi e di andare avanti cogliendo anche tutti i cambiamenti storici che occorre fronteggiare. Oggi la sfida politica, nel senso più alto della parola, è quello di fare crescere, a partire proprio dai giovani, il capitale sociale che è una premessa importantissima per la costruzione di uno vero sviluppo economico. Le buone notizie, non devono essere scollate dalla realtà, ma anzi devono essere inserite pianamente nel tessuto complesso della nostra società. Per costruire buone prospettive per il Mezzogiorno dobbiamo partire proprio da questo”.

 “Le ricerche ci dicono che il successo di un ragazzo, oggi, continua ad essere fortemente condizionato dal suo contesto di riferimento – aggiunge Tiziano Salvaterra, economista e presidente della cooperativa Orizzonte Giovani di Trento – che lo sostiene nella realizzazione dei suoi carismi e desideri. Chiediamoci allora che cosa succede, a più del 30% della popolazione giovanile,  quando il ragazzo o la ragazza hanno un contesto di vita debole e fragile. E’ chiaro che occorre che si attivino delle realtà che aiutino sia il contesto sociale che i giovani, con più fragilità sociale, offrendo percorsi e nuove opportunità di vita e di futuro possibile”.

Per l’occasione è stata, inoltre, presentata la pubblicazione del volume “Sud. Il capitale che serve” di Carlo Borgomeo.

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