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giovedì, 22 Maggio 2025
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Covid-19 in Sicilia, un medico in trincea: “Noi eroi? No, i nostri parenti”

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“Queste sono ambulanze ferme da molte – e sottolineo -, molte ore in attesa al pronto soccorso di Partinico, sì Partinico perché gli ospedali palermitani, quindi il ‘Cervello’, il ‘Civico’, non avevano posti per accettare pazienti”. Lo scrive un giovane medico palermitano, Luca Re, 34 anni, ogni giorno, come altri suoi colleghi, impegnato nella cura dei pazienti ammalati di Covid-19. Lo fa su Facebook pubblicando foto delle tante ambulanze in attesa con i pazienti a bordo all’ospedale di Partinico. “Non siamo eroi, non vogliamo esserlo… facciamo davvero il nostro dovere di medici soccorritori infermieri al servizio della comunità. I veri eroi sono i nostri figli, mogli, mariti, papà, mamma, che a ogni turno ci aspettano, alla fine di ogni turno ci accolgono pur sapendo il rischio che corriamo quotidianamente, che ci supportano quando siamo stanchi nervosi provati…”. I veri eroi, spiega, “sono tutti quelli che stanno combattendo e resistendo nonostante le difficoltà, facendo enormi sacrifici, con le proprie attività, bar, ristoranti palestre, e capisco che queste restrizioni sono una ennesima richiesta di pazienza e di forza, ma davvero noi siamo distrutti esausti e la nostra sanità è quasi al collasso… e non esiste solo il Covid… non possiamo trascurare il resto… non vogliamo…”.

Il piano della Regione per le terapie intensive

Negli ultimi giorni, la formalizzazione del piano che prevede complessivamente circa 3.600 i posti letto dedicati alle cure del Covid-19 in Sicilia, individuati in strutture pubbliche e private: terapie intensive, degenze ordinarie e ricoveri in strutture dedicate alle cure in bassa complessità. Due le fasi temporali, 15 e 30 novembre, entro i quali saranno approntati i posti letto da parte delle aziende del sistema sanitario regionale. In particolare le terapie intensive raggiungeranno, all’ultima scadenza, 427 posti dedicati esclusivamente al Covid a cui potranno aggiungersi posti di terapia sub-intensiva convertibili a seconda delle eventuali necessità. Le degenze ordinarie raggiungeranno 2.384 ricoveri dedicati, mentre saranno 780 i posti letto a disposizione nelle strutture a bassa complessità.

Il racconto del medico

Il medico spiega che ieri dentro quelle ambulanze in fila davanti al Covid-hospital di Partinico “c’era un soccorritore, in alcune ambulanze anche due soccorritori, vestiti con tuta, guanti, doppia mascherina, calzari o stivali che magari ha dovuto scendere così vestito un paziente per le scale”. “Nonostante la stanchezza si è dovuto mettere alla guida per portare a destinazione il paziente che aveva bisogno di cure, e tutto sudato, con l’aria che manca dentro queste tute, aspetta il proprio turno per adagiare il paziente in un altra barella”. E una volta libera quella barella, spiega Luca Re, ci si deve rimettere in moto senza toccarsi il viso, stando attento ai movimenti da fare per non strappare la tuta, per andare in un altro ospedale di Palermo, la Casa del Sole: “48 km interminabili sperando non ci sia molto da attendere per potersi spogliare in sicurezza”. Nel vano sanitario, continua il medico, “ci sta il paziente, impaurito per quello che lo aspetta che magari fa fatica a respirare e pensa preoccupato anche ai propri familiari e spesso preoccupato anche per tutti noi; insieme a lui ci sta un infermiere e un medico, anche loro vestiti di tuta doppia, mascherina, calzari, guanti, che cercano in tutti i modi possibili di aiutare il paziente con ossigeno e farmaci e cercano di consolarlo tranquillizzarlo magari distrarlo, facendo raccontare qualcosa della sua vita dei suoi figli dei suoi nipoti e rendere l’attesa il meno traumatizzante possibile…”. Una volta ‘consegnato’ il paziente ci si dirige verso quei 48 chilometri, “impazienti di spogliarci, impazienti di bere un goccio di acqua impazienti di asciugarci e toglierci la maglietta bagnata di sudore impazienti anche noi di respirare”.

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