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sabato, 22 Marzo 2025
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Persone immigrate e italiane in corteo: “Potenziare il servizio anagrafe”. Attese anche di oltre un anno

In corteo chi con la propria storia e la propria vita soffre le condizioni di disagio per la mancanza della residenza: dalla giovane nigeriana Happy da 7 anni in città al portavoce dell'associazione gambiana Mustapha

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PALERMO. L’invisibilità sociale è fortemente legata al mancato riconoscimento dei diritti fondamentali. Uno di questi, è proprio la possibilità, come tutti i cittadini, di avere una residenza che permetta di avere una casa e di lavorare in modo regolare per vivere dignitosamente. A denunciare i disservizi dell’ufficio dell’anagrafe e chiedere il potenziamento del personale degli uffici con più postazioni decentrate, sono state questa mattina tante persone straniere e italiane nel corso della manifestazione che è partita, questa mattina da piazza Giulio Cesare. Il corteo, arricchito da diverse testimonianze – tra slogan, musiche e bandiere – si è diretto lungo via Roma  fino a p.zza Pretoria davanti a Palazzo delle Aquile

Spesso per avere l’iscrizione anagrafica, la residenza e la carta d’identità le attese sono lunghissime, in alcuni casi fino ad un anno. Secondo quanto prevede la legge l’iscrizione anagrafica dovrebbe avvenire entro 2 giorni dalla richiesta. A mancare negli uffici comunali sono anche i mediatori culturali.

“Quello che succede è una grande vergogna – dice la giovane nigeriana Happy, mamma di tre bambini -. Sono a Palermo da 7 anni. La residenza è importantissima per potere fare, come tutti gli altri, una vita ‘normale’. Senza i documenti che ci spettano di diritto non ti possono affittare una casa in modo regolare. La prima volta mi hanno bloccato la richiesta perché sono nigeriana. Noi nigeriani non siamo tutti criminali. Io lavoro facendo le treccine per capelli. E’ da più di un anno che aspetto ma perché dobbiamo soffrire così. Ho tre figli che sono nati a Palermo e non è giusto andare avanti in questo modo. Non mi sento libera perché non sono uguale agli altri”.

La sua voce si unisce a quella di Mustapha che oggi è portavoce dell’associazione gambiana. “Purtroppo i diritti delle persone straniere più vulnerabili vengono calpestati ogni giorno – sottolinea con forza Mustapha Jarjou -. La residenza è una carta essenziale per la vita delle persone che non può essere negata a bambini, donne e uomini. A volte neanche i bambini possono essere iscritti a scuola. Il servizio va potenziato anche con una maggiore presenza di mediatori culturali. In questo modo è proprio lo Stato che rende invisibili e questa è davvero una forte ingiustizia sociale“. 

“Quattro anni fa, in seguito all’uscita dal Centro Astalli, abbiamo deciso di accogliere a casa nostra un giovane gambiano – ha raccontato Mari D’Agostino, docente universitaria di Palermo -. Poterlo avere a casa non è stato facile perché, solo dopo ben cinque volte che ci siamo recati all’ufficio anagrafe, siamo riusciti a completare la sua pratica di residenza, facendogli avere uno stato di famiglia separato che gli permettesse di avere una borsa di studio. L’iter è stato lungo ma si è sbloccato anche grazie a mio marito che è un avvocato. Naturalmente, pensiamo a tutti coloro che spesso hanno più difficoltà a muoversi e rimangono in attesa anche per un tempo maggiore. Tutti insieme allora oggi chiediamo che questa situazione possa davvero cambiare”.

“Siamo davanti ad una vera e propria negazione dei diritti e violazione della legge  – aggiunge pure Rino Canzoneri, presidente dell’associazione Prima gli ultimi. Nessuno è straniero -. Non è possibile che i cittadini immigrati devono attendere diverso tempo per potere avere la residenza e soprattutto l’iscrizione anagrafica. Tutto questo, di fatto li blocca in moltissime cose: non possano avere l’isee, usufruire delle agevolazioni previste dal welfare e  non possono avere un permesso di soggiorno. Praticamente in questo modo rimangono invisibili e ‘clandestini’ per colpa dello Stato. Naturalmente è una situazione grave che ostacola moltissimo il processo di integrazione. Chiediamo di mettere fine a tutto questo con un potenziamento del personale  degli sportelli  che prenda in esame l’enorme quantità di pratiche”.  

“Attualmente per i cittadini migranti c’è solo lo sportello di viale Lazio, aperto il martedì e giovedì, del tutto insufficiente a esaudire le richieste – riporta la nota della protesta -.  Si chiede parità di condizione anche per le persone di cittadinanza non–Ue, di estendere anche per loro l’apertura tutti i giorni sia nella sede centrale che nelle postazioni decentrate e di incrementare il personale per smaltire la montagna di pratiche che si è accumulata in questi anni. I più di 70 ricorsi presentati in Tribunale in questi due anni, che hanno ottenuto esito positivo contro l’amministrazione comunale dimostrano, se ce ne fosse ancora bisogno, che il Comune sta violando la legge e i diritti delle persone”.

A sostenere la manifestazione sono state parecchie realtà, da sempre impegnate nella tutela dei diritti. Tra queste: Cgil, Arci, associazioni senegalese, gambiana, biafrana, Stravox,  Donne di Benin City, Cub immigrazione, Moltivolti, Prima gli ultimi. Nessuno è straniero. Inoltre, hanno partecipato: Solaria,  Divento, Di sana Pianta,– Associations Ambulante Palermo DOVE, Centro Diaconale La Noce Istituto Valdese, Caritas Diocesana di Palermo, Istituto Don Calabria, associazione Apriti Cuore, Api Colf Palermo, FederColf, Ufficio Diocesano Interreligioso e interculturale, Unione degli Ivoriani in Sicilia, Giocherenda,  Avvocato di strada, Rete SaluTiAmo, Ufficio diocesano per la pastorale delle migrazioni, associazione Arcobaleno di popoli e Fondazione San Giuseppe dei Falegnami.

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