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sabato, 22 Marzo 2025
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In scena i detenuti-attori della Casa circondariale Pagliarelli

Lo spettacolo a Palermo, il 27 maggio, nel teatro del carcere. Protagonista la Compagnia Evasioni

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PALERMO. Tra ragione e sogno, la poesia per poter attraversare la vita senza restarne travolti. I detenuti-attori della Casa circondariale Pagliarelli “Antonio Lorusso”, tornano in scena con un’altra rappresentazione della Compagnia Evasioni.
Lunedì 27 maggio in anteprima per educatori, polizia penitenziaria, docenti e soprattutto per i detenuti del carcere palermitano, il sipario si aprirà su (Dis)Incanto, scritto e diretto da Daniela Mangiacavallo che firma regia e drammaturgia. Di Roberta Barraja, i costumi; assistente ai costumi Francesca Mandalà. Collaborazione drammaturgica e artistica di Marzia ConiglioFabiola ArculeoOriana Billeci; assistenti di scena Alba Sofia VellaAntonella Sampino. Foto di scena, Danilo Tarantino.

Sul palcoscenico, Antonino AlvarezGianpaolo BenfanteAntonio CardellaMaurizio CelesiaAntonio CirivilleriGiacomo CusimanoIvan D’AmatoUmberto D’ArpaGiuseppe Di FrancescoCarmelo Di MarzoFrancesco DuecentoGiovanni GiardinaGiancarlo GrisafiGiusto GuecciaFrancesco Paolo La RoccaFerdinando LipariDomenico Lo NigroFabrizio MarcheseMarco MarsalaDaniele MessinaMichele MulèMichele MussoFabio MustaccioloMaurizio Randazzo; con la partecipazione delle attrici e collaboratrici della compagnia, Fabiola ArculeoOriana BilleciMarzia Coniglio.

LO SPETTACOLO. «(Dis)Incanto – dice la regista Daniela Mangiacavallo che anche quest’anno è tornata a lavorare con i detenuti del Pagliarelli – riflette sulla capacità dell’uomo, oggi, di poter ancora provare “incanto”. Uno sguardo puro, un animo di bambino e la capacità di abbandonarsi alla fantasia e al sogno: sono queste le porte per accedere al bello e alla realtà più profonda e nascosta delle cose. Chi vuole vedere e conservare in sé l’incanto, come quello di Oberon che con il suo flauto fa ballare i bambini; o come lo splendore di una bambina nel cielo, seduta sul bordo delle nuvole a tessere una tela di filo d’argento, dovrà farlo prima che l’età adulta gli veli gli occhi. Perché a fare castelli in aria non sono i pazzi, ma gli eletti capaci di vederli davvero, quei castelli fatti d’aria e popolati di magiche creature. In un mondo che cambia e spaventa, pronto a inghiottirci, le favole sono una possibilità, una sorta di salvacondotto per attraversare la vita. È in quella fessura sottile tra la ragione e il sogno che la poesia sa guardare, anche quando si hanno gli occhi ormai ciechi».

IL PROGETTO. Curato dall’Associazione di promozione sociale “Baccanica”, lo spettacolo rientra nel progetto della Fondazione Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio), intitolato “Per Aspera ad Astra” e finalizzato a portare il teatro in carcere, per contribuire al recupero dell’identità personale e alla risocializzazione dei detenuti. Giunto quest’anno alla sua sesta edizione, oggi il progetto vede in rete ben quattordici istituti di pena italiani; capofila con la Compagnia della Fortezza, il carcere di Volterra, dove nel 1994 grazie al regista Armando Puzzo è iniziata questa avventura.

Un ringraziamento particolare per l’attenzione e la disponibilità messe in campo per il buon fine dell’iniziativa, va alla direttrice della Casa circondariale Pagliarelli “Antonio Lorusso”, Maria Luisa Malato; al comandante della polizia penitenziaria, Giuseppe Rizzo, e agli agenti; ai componenti dell’area educativa.

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