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mercoledì, 19 Marzo 2025
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Carnevale, grande festa alla Noce all’insegna dei diritti

A partecipare in 3 mila tra bambini/e, insegnanti e famiglie. Al centro la pace che passa dal diritto di espressione e di parola

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PALERMO – Con maschere colorate, carri allegorici e costumi, giovani e giovanissimi, hanno sfilato per le strade della Noce  ispirandosi agli articoli 12 e 13 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e Adolescenza, con un’attenzione specifica al diritto di parola. La sfilata del settimo“Carnevale del Rione Noce” è stata organizzata dall’associazione A’ Strummula, il Centro Diaconale “La Noce” – Istituto Valdese, l’Istituto Comprensivo De Amicis-Da Vinci  e la parrocchia Sacro Cuore di Gesù. La sfilata ha l’obiettivo di contrastare la povertà educativa minorile e di promuovere la partecipazione attiva dei bambini/e alla vita sociale e civile del quartiere. Alla parata hanno partecipato, anche, la Direzione didattica A. Gabelli, il liceo Einstein e l’I.C. Maneri-Ingrassia-Don Milani.

Nel popolare quartiere di Palermo è stato un tripudio di gioia e di creatività che ha avuto la partecipazione di 3 mila persone con un’ampia presenza di famiglie immigrate, originarie di diversi Paesi. “Diritti in Maschera”, essendo molto di più di un tradizionale evento carnevalesco – spiega Salvatore Massa, presidente dell’associazione a Strummula – è un processo educativo che coinvolge scuole, associazioni e famiglie, con l’obiettivo di trasformare il quartiere in un luogo di partecipazione attiva. È un’occasione per promuovere il consolidamento di una comunità educante che si ispiri alla esigibilità dei diritti dei bambini, attraverso pratiche di cittadinanza attiva e solidarietà sociale”.

“I nostri figli sono vestiti da figli dei fiori in Peace & Love; specialmente in questo periodo storico – ha detto Josephine, mamma di Noa originaria della Nigeria – c’è tanto bisogno di pace nel mondo”. A parlare sono anche i più piccoli. “Abbiamo bisogno di divertirci – ha detto Kelvin di quinta elementare, originario delle Mauritius – e di giocare insieme in un mondo senza guerra. Siamo felici solo se viviamo nella pace”. “Abbiamo scelto il tema della pace perchè – ha sottolineato la professoressa Graziella De Gregorio – è alla base di ogni forma costruttiva di dialogo senza conflitti. I bambini sentono parlare di guerre e vedono i genitori preoccupati. Nonostante questo, a loro bisogna spiegare che insieme con le nostre scelte possiamo fare crescere un mondo migliore”.

“Il carro allegorico di quest’anno – ha spiegato Alessandra Viola educatrice dell’associazione a Strummula – rappresenta ‘Il diritto alla libertà di espressione‘ con un’opera realizzata dall’artista Damiano Giordano con il contributo dei bambini della De Amicis. E’ un carnevale all’insegna della consapevolezza che è il risultato di un percorso in cui i bambini e le bambine si sono confrontati in classe proprio sui diritti espressi dalla Convenzione Onu”. “Essere piccoli non significa stare in silenzio. Anche noi bambine abbiamo il diritto di potere parlare per esprimere i nostri pensieri giusto o sbagliati che siano – ha continuato Livia di 10 anni della scuola primaria dell’istituto valdese -. Anche se oggi è difficile ci dobbiamo provare”. Incontriamo pure Marco e Daniele di 13 anni che rappresentano le due parti di un libro dei diritti del fanciullo . “Quando parliamo di diritti, il principale – ha affermato Marco della scuola De Amicis-Leonardo da Vinci – che ci interessa è quello di essere ascoltati dagli adulti. Per conoscere e capire chi siamo i grandi ci devono soprattutto ascoltare”.

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