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sabato, 26 Aprile 2025
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Le news nel magazine dell’Istituto Marconi di Palermo e quell’appello del sindaco Lagalla

Un giornale che racconta dalla cronaca locale alla vita scolastica. Colloquio anche con il primo cittadino: "Ricordare sempre quali sono i vostri diritti, ma anche quali sono i vostri doveri e questi ultimi, purtroppo, spesso da molti vengono dimenticati"

Consuelo Maria Valenza
Consuelo Maria Valenza
Insegnante, laureata in Filosofia e Scienze della formazione Primaria all'Università degli Studi di Palermo. Ha lavorato per dodici anni presso l'ufficio stampa della Conferenza Episcopale Siciliana. Collabora con diverse riviste e giornali. Cura la comunicazione e la pubblicità di attività commerciali e non. Scrive di sociale per "Il Mediterraneo 24".
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PALERMO. “È il 2018, nasce un bambino con delle complicazioni al cuore. I medici dicevano che non sarebbe sopravvissuto, invece sopravvive, nei primi mesi di vita è attaccato a un respiratore. Riesce a compiere un anno e all’età di diciotto mesi i medici gli dicono che, se non riceverà un trapianto di cuore, non potrà sopravvivere. A questo punto accade qualcosa di inaspettato: dentro un altro ospedale c’è un altro bambino, anche lui ha diciotto mesi e per motivi indipendenti muore. Gli organi sono impiantabili. I genitori vengono chiamati e viene chiesto loro se sono interessati a dare il corpo di loro figlio a un altro bambino che sta morendo. I genitori rispondono di sì, ma 24 ore dopo vengono richiamati dall’ospedale, che dice: Scusate, come non vi avessimo detto niente, vostro figlio è israeliano e il bambino a cui dovete donare il cuore è palestinese. I genitori chiedono quale sia il problema e l’ospedale risponde che degli israeliani come loro non daranno mai il cuore del proprio figlio purché batta dentro il cuore di un palestinese. A questo punto i genitori del bambino donano una risposta di pace: Il cuore di nostro figlio ha gli atri, i ventricoli ed è un muscolo che pompa sangue, quindi il cuore di nostro figlio batterà nel corpo di un palestinese”.

É lo stralcio di un articolo firmato da Federico Molina e da Andrea Li Mandri. Frequentano entrambi la I H dell’Istituto comprensivo Marconi di Palermo. Hanno titolato: “Israele e Palestina, diversi ma uguali”. A scorrere la pagina un’intervista all’avvocato penalista Federica Prestidonato che si occupa anche di diritti umani. A lei chiedono di violenza di genere e imparano gli alunni della IID, scrivendo il loro articolo, quanti e quali modi modi  trova la violenza per esprimersi e quanti e quali modi bisogna trovare per fermarla.
A chiusura della prima pagina del loro “Marconinews” l’intervista al sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, che porge a loro un invito inedito, estendibile, a partire proprio dalle pagine del magazine online, a tutti i lettori. Alla domanda “Quale contributo può dare la scuola al Primo Cittadino di Palermo?” il sindaco di Palermo risponde chiedendo a loro, a questi giovanissimi che siedono nelle aule della scuola, un aiuto più che speciale. “Da professore e da ex assessore regionale all’Istruzione sono convinto del ruolo fondamentale della scuola e del grande impegno che mettono i vostri insegnanti. Come vi dicevo prima, la sfida per rendere Palermo migliore di com’è adesso non la vincerà mai un sindaco da solo, ma la può vincere solo con l’aiuto di tutti. L’aiuto che vi chiedo è quello di ricordare sempre quali sono i vostri diritti, ma anche quali sono i vostri doveri e questi ultimi, purtroppo, spesso da molti vengono dimenticati. Io dico sempre una cosa: quando chiudete la porta di casa vostra, pensate che ogni strada, ogni piazza, ogni spazio verde siano proprio la continuazione della vostra casa e, per questa ragione, vanno rispettate”.

Il magazine, che conta, oltre la prima pagina, diverse rubriche, ha la sua redazione – i direttori responsabili, i vice direttori, i caporedattori e i loro vice e i referenti di tre aree. Oltre anche grafici, impaginatori, vignettisti e redattori. “L’idea – così scrivono nell’editoriale Calogero Rizzo, Maria Elena La Scala, Anita Quartararo ed Emily Asciutto, docenti referenti del progetto – non è stata imposta dall’alto, ma è nata da una richiesta dei ragazzi stessi. Lo stesso titolo della testata è stato scelto attraverso un percorso democratico di votazioni”.

Tra cronache locali, interviste, approfondimenti e vita scolastica ne è venuto fuori un magazine che vuole essere “scrigno di emozioni positive, di buone notizie, di bellezza, stanza per dare speranza ed offrire ai lettori una prospettiva nuova;  spazio dove i problemi vengono trasformati in risorse e i conflitti vengono gestiti in funzione della pace, agorà di confronto e connessione dei pensieri e delle esperienze”. Un giornale, scrivono, dove dimostrare che un altro mondo è possibile, “quello delle passioni – così la dirigente Rosalba Floria ai microfoni dei suoi alunni – dell’interesse, delle attitudini  che poi è ciò che fa la differenza nel proprio percorso da adulti”.

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