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martedì, 18 Marzo 2025
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L’Università di Palermo al lavoro sulla didattica innovativa

Investiti 280 mila euro per favorire il moltiplicarsi di metodologie innovative e l’implementazione di risorse: le stesse aule verranno ripensate come ambienti di apprendimento adatti ad una didattica immersiva, partecipativa e inclusiva

Consuelo Maria Valenza
Consuelo Maria Valenza
Insegnante, laureata in Filosofia e Scienze della formazione Primaria all'Università degli Studi di Palermo. Ha lavorato per dodici anni presso l'ufficio stampa della Conferenza Episcopale Siciliana. Collabora con diverse riviste e giornali. Cura la comunicazione e la pubblicità di attività commerciali e non. Scrive di sociale per "Il Mediterraneo 24".
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PALERMO. “Ringrazio, soprattutto i miei studenti che hanno reso indimenticabile il mio primo anno di insegnamento”: così Salvatore Russotto, docente di Elementi di Meccanica delle strutture del Corso di Laurea di Ingegneria Cibernetica, durante la Giornata della Didattica Innovativa che giorno 11 gennaio si è tenuta nella Sala Capriate del Complesso monumentale dello Steri.

Sono stati proprio gli studenti quelli del corso del giovane professore Russotto ma anche quelli di tutti i corsi di laurea dall’Ateneo palermitano al centro della riflessione dell’incontro che, organizzato dal Centro per l’Innovazione e il miglioramento della Didattica Universitaria dell’Università degli Studi di Palermo, ha registrato un’ampia partecipazione.

Ad intervenire, su invito del Rettore, Massimo Midiri, e della prorettrice al Diritto allo studio e all’innovazione dei processi di apprendimento, Luisa Amenta, trenta e più docenti dell’Ateneo palermitano. Numerosi i ricercatori e gli studenti in assemblea, tutti per riflettere insieme su Didattica Innovativa, le sue tecniche e le metodologie, le esperienze con focus su Intelligenza Artificiale, ultimo dei neo corsi di UniPa.

Sono l’avvento dell’intelligenza artificiale, la necessità di una transizione ecosostenibile, le ultime sull’identità di genere, la globalizzazione, fondamento di un unico villaggio mondiale, a definire il nuovo profilo dei giovani e dei giovanissimi. Per loro la didattica tradizionale, che ha costretto generazioni di studenti sui banchi anche per ore, è del tutto insufficiente.

Per questo “l’Università palermitana, per la didattica e la sua innovazione, per le urgenze contemporanee, ha investito già, come da Piano Strategico, 280 mila euro, prevedendo  anche per i prossimi anni – così il prorettore vicario Enrico Napoli quasi ad apertura della Giornata  – incrementi negli investimenti” per favorire il moltiplicarsi di metodologie innovative e l’implementazione di risorse: le stesse aule verranno ripensate come ambienti di apprendimento adatti ad una didattica immersiva, partecipativa e inclusiva.

E-learning, laboratori cre-attivi e interattivi, eTwinning, collaborazioni online International Learning, didattiche partecipate, Problem Based Learning, Project based learning, Service Learning, Intelligenza artificiale, apprendimento attivo: queste parole si sono ricorse nel corso dell’incontro, tutte utili a ridefinire il nuovo orizzonte dell’apprendimento e insegnamento universitario.

Ed è proprio la voce degli studenti  a dare la cifra dell’efficacia dei percorsi innovativi universitari. Simona, che spera di diventare un’insegnante, dice che il  suo stile l’ha scoperto proprio durante le dieci lezioni di Pedagogia della comunità della professoressa Elena Mignosi. 

“Il percorso è stato rigenerante e rigenerativo – dice intervenendo al microfono con la statura di una donna che vuole costruire la società.  Ho avuto la gioia di sperimentarmi al di là di pose competitive e di imparare a cooperare per co-produrre. Un giorno – continua – la professoressa ha portato dei sacchetti pieni di colori, pennarelli  penne pastelli a cera e ad olio e ci ha invitato a giocare, nonostante l’età. Abbiamo fatto un esercizio di creatività ed è la stessa che voglio usare nelle classi e con gli alunni che incontrerò”.

Fa eco a Simona anche Gabriel Mineo che ha ripreso il percorso universitario proprio per il racconto entusiasmante di una collega e in questo percorso  ha scoperto la bellezza del lavoro di gruppo. In gruppo ha sperimentato il suo saper fare ma soprattutto il suo saper essere, corpo mente e cuore, emozioni. “Non immaginavo – dice – di potere esprimere le mie emozioni in un’aula accademica”. E così anche Lorenzo Marrali e tutti gli altri studenti invitati a dare conto dei nuovi percorsi.

Quello che ne è venuto da un racconto a più voci è l’immagine di un perimetro, quello dell’Università palermitana, sempre più ampio; un perimetro che, ampliandosi ogni giorno, è capace di  includere ogni studente e studentessa, fino a raggiungere i confini della città, quella che già abitano e che abiteranno.

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