PALERMO. Arriva ogni mattina da ormai tre anni con una valigetta rosa. Alle soglie del portone Maya si slaccia il giubbino con un fare disinvolto, quasi come fosse una prof. Una di quelle di tanta esperienza, poco prima del consiglio di istituto.
Con le mani decise scosta la ciocca castana dietro le orecchie e percorrendo il corridoio verde dalle finestre ampie entra nella sua classe, la IV B della scuola primaria dell’istituto comprensivo Lombardo Radice.
Seduta al banco apre, tra le prime raccomandazioni delle sue maestre per una buona giornata, la valigetta rosa e tira fuori un registro.
Tre anni fa con la volontà di un amanuense ha iniziato a tenere memoria nel suo registro di tutto o, comunque, di quasi tutto. Se la maestra volesse ricordare la data del compleanno di un suo alunno, basterebbe chiedere a lei; se volesse sapere chi è andato al bagno nella tarda mattinata del 20 novembre di due anni fa, basterebbe chiedere a lei; se poi volesse conoscere i gusti in fatto di merende e merendine dei bambini seduti ai banchi, basterebbe chiedere a lei. Se, infine, volesse avere conto dell’umore della sua scolaresca, dell’andamento nei mesi del precedente anno scolastico e di quello in corso, potrebbe farne un grafico, o un diagramma a torta o uno a mosaico a una o due variabili, chiedendo a lei.
Durante la dad, quella che ha tenuto a casa a distanza gli studenti delle scuole italiane, lei ha registrato con precisione burocraticamente ineccepibile presenze, assenze, argomenti trattati e metodologie adottate.
A chiederle il motivo di questa sua meticolosa attività, direbbe che ognuna di quelle cose che accadono ogni mattina nella sua classe deve essere ricordata. Tutte ricordate e trascritte. Trascritte per non fare perdere alle maestre e ai compagni memoria di questo lungo e affascinante viaggio.
Ha compilato a decina i fogli bianchi: uno dopo l’altro li ha segnati con la sua matita appuntita. Li porta a casa per aggiornarli.
“Maya, cosa vuoi fare da grande?”
“Da grande voglio fare il sindaco per guarire questa città, per renderla accogliente, a misura dei suoi cittadini e dei turisti”.
“Lo sai che sarebbe una grande, anzi grandissima responsabilità? Ogni compito comporta impegno e serietà, passione a volte smisurata, oltre i tempi, quelli previsti”.
“Sì, lo so. E sono pronta”.
E noi te lo auguriamo, carissima Maya. Auguriamo a ciascuno dei nostri alunni di esserci nel mondo, di esserci con la stessa quota di desideri che noi insegnanti oggi, in ogni momento di questi anni, cerchiamo di custodire.
Lo diciamo con certezza: nelle nostre classi siedono alunni e tutti portano con sé grandi sogni. Qualcuno magari in una valigetta. Maya nella sua che è rosa.
Consuelo Maria Valenza*
Insegnante istituto comprensivo Lombardo Radice