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sabato, 21 Giugno 2025
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Progetto Prisma, dall’accesso ai servizi alla partecipazione dei migranti nei territori

La direttrice, Nicoletta Purpura, indica l'impegno dell'Istituto Arrupe nel coordinamento di due macro azioni: l’accesso ai servizi con la gestione delle reti pubblico-private in quattro province siciliane e l’azione sulla partecipazione attiva alla vita politica, sociale, economica e culturale dei migranti

PALERMO. Minori e neomaggiorenni provenienti da Paesi diversi, al centro d’accoglienza e a scuola, immaginavano di costruire qualcosa di bello nella città che li ospita, Palermo. È nata così Giocherenda: nella lingua africana pulaar significa “solidarietà”, “gioia di fare insieme”, e di farlo attraverso la realizzazione di giochi artigianali. E non solo.
Beteyà, invece, è un progetto di arte e design innovativo per creare capi di abbigliamento “belli e buoni”, come dice la parola in lingua mandinga. Protagonisti sono otto giovani – sarti, addetti alle vendite, responsabili marketing – di origine africana. Due realtà simbolo di integrazione che partecipano al progetto “Prisma”, il Piano Regionale Integrato per una Sicilia Multiculturale e Accogliente. Tra le realtà impegnate, l’Istituto Pedro Arrupe di Palermo, che “negli ultimi anni ha concentrato numerose attività sulle politiche migratorie anche attraverso un proprio strumento, cioè un Osservatorio Regionale sull’Immigrazione in Sicilia, e attraverso diversi progetti”, spiega la direttrice Nicoletta Purpura. Uno di questi è proprio il progetto Prisma, che si compone di quattro linee integrate tra di loro, finanziato dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione.

L’Istituto è impegnato nel coordinamento di due macro azioni: l’accesso ai servizi con la gestione delle reti pubblico-private in quattro province siciliane (Palermo, Messina, Catania e Trapani) e l’azione sulla partecipazione attiva alla vita politica, sociale, economica e culturale dei migranti. “In quest’ultimo caso, si lavora partendo da un’analisi, attraverso focus group, su bisogni dei migranti che abitano in questi territori coinvolgendo associazioni di migranti o miste e gruppi informali che aspirano a una formalizzazione – sottolinea Purpura -. Sono stati analizzati così punti di debolezza e di forza anche con diversi incontri. Gli esiti sono stati analizzati ed hanno dato le indicazione per una formazione secondo la metodologia del ‘cooperative learning che si è svolta in DAD  su una piattaforma online. Durante il percorso uno sforzo notevole è stato profuso per accompagnare i destinatari in questo percorso di digitalizzazione. Questo progetto ci permette di rendere visibili realtà presenti nei territori che hanno fragilità e non riescono ad essere visibili o a crescere nell’acquisizione di competenze e riconoscimento. E la digitalizzazione, visti i tempi che stiamo vivendo, è una di queste”.

Sono 63 le persone sulle 4 province che hanno partecipato, in particolare, a 5 incontri online su ciascuna provincia coinvolta. Diversi i temi trattati: dal percorso della riforma alle novità relative al Codice del Terzo settore. E, ancora, come modificare gli statuti e i passi per l’iscrizione al Runts, l’acquisizione di competenze su fundraising, la comunicazione e l’inserimento in reti per accedere a finanziamenti. “Al fianco di queste iniziative si è sviluppato un percorso di consulenza che ha accompagnato alcune associazioni ad approfondire diversi temi – riferisce Purpura -. In altri casi alla costituzione di un’associazione con la definizione o l’aggiornamento dello statuto. Inoltre, abbiamo avviato un percorso di autonomia, cittadinanza “creattiva” e di formazione alla leadership diffusa per alcuni minori non accompagnati, cresciuti qui, che hanno consapevolmente deciso di rimanere nella nostra terra, coinvolgendo nel percorso anche tanti altri giovani siciliani delle quattro città, con un approccio di peer support e cooperative learning”.

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