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venerdì, 16 Maggio 2025
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Incendi in Sicilia, un comitato cittadino di confronto con le istituzioni e un pool investigativo

La richiesta dell'assemblea cittadina sul fenomeno roghi nell'isola

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PALERMO. La città di Palermo, dopo i gravi incendi avvenuti lo scorso 24 e 25 luglio, vuole, con piena assunzione di responsabilità,  risposte ed impegni precisi da comune, regione e tutte le istituzioni competenti ad intervenire sul tema dell’ambiente e della salute.

Gli scorsi incendi, infatti, hanno devastato la Sicilia e gravemente coinvolto Palermo con un bilancio pesantissimo: 3 morti, diversi feriti (alcuni in terapia intensiva), abitazioni distrutte, distruzione di beni religiosi di grande valore, danni alle attività produttive, devastazione di riserve ed aree protette con ulteriore  pesante riduzione della copertura boschiva e strage della fauna selvatica.

Ieri pomeriggio, a p.zza Pretoria, si è svolta un’assemblea cittadina – in risposta ad un appello sottoscritto da oltre 700 persone e realtà impegnate nell’Isola -, proprio per fare un primo punto della situazione sull’emergenza incendi.

In particolare, si chiede alle istituzioni competenti (comune, regione ed enti) di essere informati sulle attività di prevenzione incendi intraprese, sulle azioni di monitoraggio degli inquinanti intraprese e sui dati ambientali emersi.

L’intento dell’assemblea è pure quello di fare nascere un comitato cittadino di monitoraggio, prevenzione e azione che possa interfacciarsi in maniera specifica con tutte le realtà palermitane e siciliane preposte ad intervenire sulla materia per il bene e la salute di tutta la popolazione palermitana e siciliana. Nello stesso tempo si chiede ad un pool investigativo di avviare delle indagini per avere un quadro chiaro delle diverse matrici dolose legate allo sviluppo degli incendi.

“Questi scenari si ripetono puntualmente ogni estate e pertanto abbiamo diritto di chiedere con forza a chi ci amministra quali misure di prevenzione sono state prese, sia in termini di manutenzione della copertura boschiva e sia in termini di acquisizione di mezzi e strumenti idonei per l’individuazione  immediata dei focolai di incendi di palese natura dolosa – riporta la nota dei gruppi promotori dell’iniziativa -. Considerato inoltre che incendi di così vaste proporzioni sprigionano inquinanti gassosi pericolosi per la salute umana, soprattutto quando a bruciare sono manufatti e materie plastiche, come nel caso della discarica di Bellolampo, è nostro diritto RICHIEDERE di CONOSCERE QUALI AZIONI di MONITORAGGIO sono state INTRAPRESE da subito per la valutazione di questi inquinanti nell’aria, nei suoli, soprattutto là dove sono presenti attività agricole e zootecniche, dal momento che le diossine prodotte entrano nelle catene alimentari. È necessario che chi ci amministra inizi a rendere puntualmente  conto del suo operato a tutta la cittadinanza e che venga ad essa garantito l’accesso civico generalizzato a dati e documenti così  come previsto dalla normativa vigente”.

“Sulla natura dolosa è chiaro che deve intervenire la magistratura – ha sottolineato con forza Maria Giannì di Zero Waste Sicilia ed ex docente di scienze naturali – per capire che interessi ci sono dietro agli incendi che hanno devastato tutto questo territorio. Intanto è necessario che i comuni con tutti gli strumenti che sono propri incrementino le diverse attività di prevenzione degli incendi. Lo scopo dell’assemblea è quello di arrivare alla costituzione di un comitato di cittadini ed associazioni in grado di utilizzare tutti gli strumenti che la legge prevede. Uno di questi è il decreto Foia che prevede l’accesso civico ai dati e documenti  delle pubbliche amministrazioni per i quali non c’è obbligo di affissione all’albo pretorio. E’ importante che si ristabilisca il principio che il cittadino in chiave partecipativa deve controllare l’operato degli amministratori con gli strumenti democratici a sua disposizione”. 

“Ben 11 anni fa abbiamo affrontato gli stessi temi – ha incalzato e proseguito pure Gioacchino Genchi, ex dirigente  della Struttura per la Salvaguardia della Salute e la Tutela dell’Ambiente della Regione Sicilia – senza avere ancora risposte concrete. Non solo non è cambiato niente ma anzi la situazione è notevolmente peggiorata. Ricordiamoci che, oltre alla discarica di Bellolampo, abbiamo avuto  altri gravissimi incendi che hanno bruciato oltre seimila ettari di terreno boschivo con i pesantissimi danni alla salute per via delle diverse sostanze nocive che si sono sprigionate. 11 anni fa subito dopo l’incendio di Bellolampo si convocò subito un comitato tecnico di intervento cosa che, ad oggi, non è avvenuta”. 

“Ci sono tante matrici sugli incendi avvenuti in Sicilia – ha aggiunto inoltre la deputata Roberta Schillaci che fa parte della Commissione regionale antimafia -. Abbiamo fatto una indagine sugli incendi boschivi che è stata abbastanza complessa ed articolata per cui ben sappiamo che le matrici degli incendi sono svariate così come i molti interessi che ci stanno dietro. Nello stesso tempo, abbiamo pure individuato le inefficienze e le inadeguatezze di tutto il sistema pubblico. Tra queste, per esempio, la carenza di personale formato per intervenire ma anche i mezzi operativi antincendio vetusti che, a volte non permettono di fare raggiungere alle squadre i luoghi più difficili. Abbiamo finora assistito ad una vera e propria mancanza di coordinamento e di sinergia tra tutti gli attori istituzionali”.

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