PALERMO. Suor Doriana Giarratana, madre superiora della congregazione “Pie discepole del Divin Maestro” di Palermo, in corso Calatafimi, si appresta a lasciare la città dopo tre anni di permanenza; la loro congregazione è presente nella diocesi dal 7 aprile 1972, prima con sede in corso Vittorio Emanuele di fronte alla cattedrale, sia come abitazione che come centro di apostolato liturgico, ora in corso Calatafimi.
Fondate dal beato Giacomo Alberione nel 1924, è una famiglia religiosa di consacrate che vivono la loro spiritualità alla luce dell’Eucaristia celebrata e adorata, da cui scaturisce poi tutta la loro missione a favore della Chiesa per l’umanità. Tutto parte dall’Eucaristia e tutto fa ritornare all’Eucaristia, come luogo sorgivo e come punto di arrivo. Dalla Messa all’ascolto della Parola, all’adorazione prolungata notte e giorno, dove la comunità ha i membri sufficienti per portarla avanti, nascono le varie dimensioni della missione che le caratterizza.
E molto soddisfatta per quello che in questi tre anni è stato possibile realizzare, dice suor Doriana, principalmente per aver portato l’adorazione eucaristica, aperta a tutti, nella cappella che fa parte della struttura, dalla mattina sino al tardo pomeriggio, con una piccola pausa pomeridiana.
“Tante persone entrano per incontrarsi con il Signore e molti escono fuori, esclamando di essersi sentita in un’oasi di serenità”, aggiunge.
In questi tre anni, c’è stato anche il trasferimento delle vetrine dell’Apostolato Liturgico all’interno di questa struttura, dov’è possibile acquistare qualsiasi tipo di oggetto, ornamento e vestiario prettamente religioso, molti dei quali sono realizzati da noi.
“La nostra missione è quella dell’accoglienza, infatti siamo attivamente dedicate a ospitare nella nostra struttura gruppi di preghiera, singole coppie, sacerdoti e tutti i coloro che sentono il bisogno di qualche giorno di serenità, pace e intimità con il Signore”. “Chiunque ha bussato alla nostra porta per chiedere un pezzo di pane non lo abbiamo mai mandato a mani vuote, perché abbiamo sempre condiviso quel poco che avevamo della nostra spesa e questo ci ha reso ancor più felici”.
“Il vero povero non è chi bussa, ma chi sta al nascosto e quando noi lo scopriamo lo indirizziamo alla struttura competente, come la Caritas diocesana, per avere le giuste assistenze”. “Ho avuto anche la possibilità di partecipare al sinodo diocesano”, continua suor Doriana, “che mi ha permesso di acquisire una notevole esperienza”. “Adesso lascio la mia bella Palermo con tanti bei ricordi, e soprattutto quello di chi è uscito dalla nostra cappella con gli occhi felici di aver incontrato il Signore e sono pronta a seguire la missione futura che Lui ha destinato a me,” conclude suor Doriana.