PALERMO. Favorire l’inserimento lavorativo di persone con disabilità è uno degli obiettivi di BioLab e Ceipes, con dei progetti rivolti all’agricoltura e al turismo presentati qualche giorno fa a Palermo nell’ambito della conferenza “Disabilità e Lavoro: l’integrazione è possibile”. Progetti, buone pratiche di integrazione ed esperienze di lavoro inclusivo.
Luigi Rotondo e Daniela Uccello dell’associazione BioLab, occupandosi di agricoltura bio-naturale e dando valore all’intero ecosistema con la sua bio-diversità hanno messo in campo questa filosofia di contatto con la natura con le tante risorse su un diverso piano: quello umano. Un contatto con i ragazzi diversamente abili considerati una grande risorsa per la società.
“Ci crediamo fermamente in questa filosofia di vita – afferma Daniela Uccello -. Sfruttando i loro punti di forza, perché ognuno di loro ha dei punti di forza, stiamo cercando di formarli per potere poi da soli gestire il lavoro nell’agricoltura. Li abbiamo messi in grado anche di continuare con la trasformazione. I nostri prodotti non solo vengono coltivati, ma vengono raccolti e trasformati. Come gli agrumi. Ci siamo appoggiati ad un laboratorio di Bagheria, che ha dato ai ragazzi la possibilità di trasformare gli agrumi. Il nostro orto prima nel quartiere Ciaculli a Palermo si sta trasferendo a Bagheria”.
“Attraverso questo approccio con la natura, di un’agricoltura che lavora in armonia con la natura, sono nati dei percorsi BioLab rivolti all’inserimento sociale e all’integrazione dei ragazzi con disabilità nella società. Dei percorsi socio-educativi mettendoli anche a contatto con delle aziende”, spiega Luigi Rotondo.
Laura Calì, project manager di CEIPES, organizzazione no-profit che si occupa di progettazione a livello locale e internazionale e di promozione di competenze ed empowerment, racconta invece di due progetti di turismo accessibile e inclusione lavorativa nell’ambito del programma Erasmus+.
“Il progetto T4proIN vuole promuovere il turismo accessibile andando incontro alle esigenze del gruppo target delle persone coinvolte, con diversi tipi di disabilità, visiva, uditiva e fisica, e disturbi del neurosviluppo. Abbiamo fatto una formazione per le organizzazioni che si occupano di servizi turistici: hotel, b&b, lidi, bar o ristoranti, per far parte di una mappa interattiva simile a quella di Google Maps, in cui si trovano i siti accessibili“.
Le persone con disabilità spesso hanno difficoltà a viaggiare da sole a causa delle barriere comunicative: gli annunci solo in audio, limitando l’accesso ai sordi; un linguaggio difficile da leggere nelle informazioni riducendo l’accesso ai non vedenti o ipovedenti; le camere d’albergo con barriere architettoniche ostacolando l’accesso alle persone in carrozzina.
L’altro progetto è Feelit, rivolto alle persone con disabilità uditiva, sia per promuovere il turismo, per loro, come clientela; che permettere loro di diventare agenti di viaggio.
“Abbiamo fatto una formazione anche in questo caso – continua Laura Calì -, per fornire le basi del turismo alle persone con disabilità uditiva e gli strumenti pratici agli agenti di viaggio che vogliono rendere i loro tour accessibili.
La risposta è stata positiva sia da parte delle persone con disabilità uditiva, ma anche intellettiva, ma anche da associazioni che lavorano nel turismo accessibile, della ristorazione e degli alloggi. L’associazione Tacus, che fa turismo accessibile, ci ha supportato durante le varie fasi di T4proIN; ci hanno supportato LENS per le persone sorde; o interpreti di lingua dei segni LIS.
Non c’è un target di età. T4proIN è in fase di chiusura. Stiamo cercando associazioni che vogliono fare la formazione e accedere alla mappa interattiva. Già in questa mappa ci sono altre associazioni dalla Grecia e Bulgaria. Per Feelit, cerchiamo 3 persone sorde e 10 agenti di viaggio per la formazione, ma il progetto termina l’anno prossimo”.