PALERMO. Qual è il modo migliore per togliere i ragazzi e le ragazze dalla strada? Una delle vie è quella di farli appassionare ad uno sport o anche ad uno strumento musicale o perché no, al canto. Ed è proprio quello che fa l’associazione “Teatro dei Ragazzi Ets” che dal 2012 lavora nel quartiere Kalsa di Palermo coinvolgendo un numero sempre maggiore di bambini e ragazzi che arrivano da tutta la zona Sud della città.
In occasione del 70° anniversario della “Dichiarazione Onu dei Diritti del Fanciullo”, venerdì 22 novembre alle 10 e in replica alle 10.45 e sabato 23 novembre alle 11.30 e in replica alle 12.15 al Teatro Massimo di Palermo sarà il coro di voci bianche e orchestra giovanile dell’associazione “Teatro dei Ragazzi Ets” a mettere in scena l’opera lirica in due atti. Tratta dal racconto di Gianni Rodari, andrà in scena nel Foyer del Teatro Massimo di piazza Verdi.
A esibirsi saranno 40 musicisti di età compresa tra i 10 e 22 anni, insieme a 30 coristi dai 6 ai 18, che l’associazione segue giornalmente dando loro la possibilità di frequentare gratuitamente, una volta raggiunto un buon livello, i licei musicali e i conservatori.
«Quello che sembra un piccolo evento in realtà nasconde un grande progetto. Una grande attività, quella del Teatro dei Ragazzi – afferma l’onorevole Maria Carolina Varchi, in occasione della presentazione dell’opera – che ho conosciuto quasi per caso anni fa, mentre stavamo organizzando le commemorazioni per la strage di via D’Amelio. All’epoca non ero ancora vicesindaco, ma ho voluto subito approfondire il lavoro portato avanti e ho capito quanto lungimirante sia lo sforzo che si sta compiendo per tante ragioni. La prima è quella di portare la musica, così come noi la conosciamo tradizionalmente chiusa nei meravigliosi teatrali accessibili solo a pochi, fuori, nelle strade, anche lontano dal centro cittadino. Il mare, in questo caso, è visto non come elemento di distanza, di separazione, ma di inclusione, di unione, il mare che riesce a mettere al centro attività straordinariamente generose per un pescatore che, pur avendo a casa bambini da sfamare, non esita a prendere con se la piccola sirena. Una storia di generosità, di rispetto dell’altro, una storia in cui al centro viene messa la persona in quanto tale con la capacità di prendere il meglio da chi ci sta vicino, nel rispetto delle diversità di ognuno. Il fatto che vada in scena nell’anniversario della Dichiarazione Onu dei Diritti de Fanciullo in un’epoca in cui siamo costretti a vedere immagini terribili che arrivano dall’altra parte del mondo l’altra parte del mondo per noi è un balsamo per l’anima».
A raccogliere l’emozione dei ragazzi che saranno immersi nella splendida cornice del Teatro Massimo, come sempre, Pia Tramontana, presidente e maestra di canto dell’associazione “Teatro dei Ragazzi APS”, ma anche curatrice della riduzione del libretto.
«Mettere insieme un’opera, nonostante la grande disponibilità in questo caso del Teatro Massimo, non è facile. Questa storia l’abbiamo trovata per caso – spiega Pia Tramontana – mentre cercavamo una storia attingendo alla letteratura del secondo Novecento alla quale appartengono Calvino e Rodari. Improvvisamente ecco saltare fuori la storia di questa sirena legata alla città di Palermo, della quale mi sono subito innamorata. Mi è subito piaciuto il messaggio di gentilezza, di armonia e di inclusione che portava Così, ad agosto del 2022 ci siamo messi al lavoro per scrivere il libretto e per lanciare il concorso, proposto nell’ambito del progetto “L’arte adotta un bambino” sostenuto da Fondazione Vismara”, vinto da un giovane maestro, Salvatore Passantino. Un orgoglio che si unisce a quello che ci vede portare in scena l’opera in un tempio dell’arte e della musica come il nostro Teatro Massimo».
Emozionato come e più di tutti proprio Salvatore Passantino. «Essendo un compositore di musica contemporanea, ho trovato questo progetto molto ambizioso. Grande la sua valenza educativa, ma forse ancor di più l’operazione professionale che si è fatta perchè, quando si deve mettere in piedi un’opera in prima assoluta, se non la si conosce i musicisti si lanciano quasi nel vuoto. Ancor di più quando parliamo di ragazzi che suonano per la prima volta insieme. Ecco perchè la ritengo anche un’operazione commovente, resa tale dall’amore che sta dietro a tutto e perfeziona ogni cosa. Ricordiamo sempre quello che diceva Beethoven e cioè: “Una nota stonata si può sorvolare, basta che ci sia la passione».
Una sfida per tutto “La Sirena di Palermo”, opera alla quale la città potrà assistere venerdì e sabato prossimi. «Questa è sicuramente una sfida per tutti noi – sottolinea il direttore orchestra, Daniele Malinverno -. anche perchè si tratta pur sempre di un’opera di 50 minuti. I nostri ragazzi sono, però, tutti concentrarti e motivati. Devo fare i complimenti proprio a Salvatore Passantino per avere scritto un’opera complessa con grande semplicità. Scritta per ragazzi e mai con qualche momento banale. E non è poco per ragazzi che hanno in mano gli strumenti da poco e ai quali, quindi, non puoi chiedere qualcosa al di fuori della loro portata. Sarà bello condividere con il pubblico le forti emozioni che da mesi stiamo vivendo tutti noi».
«Noi stiamo facendo operazione avanguardista e anche in linea con le nuove esigenze educative più attuali – dice la regista, Maria Paola Viano – perchè i giovani non sono coinvolti in un teatro per i ragazzi, cosa che tutte le istituzioni fanno anche egregiamente. Noi stiamo facendo quello che oggi è fondamentale per trasmettere i contenuti della nostra tradizione che ci viene copiata e ammirata da tutto il mondo, ed è lo specifico di tutta Italia. Oggi non si possono più trasmettere contenuti culturali di così alto livello in maniera teorica, in questo caso invece con “Il Teatro dei Ragazzi i tempi dell’arte si aprono e li vedono partecipare in maniera fattiva e attiva. Bandire un concorso come quello che non fa più del teatro d’opera un museo guardando a un futuro in cui le nuove produzioni vengano sostenute».
La prima esecuzione assoluta de “La Sirena di Palermo” si realizza un collaborazione con la Fondazione Teatro Massimo di Palermo e il Conservatorio di musica di Palermo “A. Scarlatti”, con il sostegno di Fondazione Peppino Vismara al progetto “L’arte adotta un bambino” e con il patrocino del Comune di Palermo e della Città Metropolitana.