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lunedì, 11 Dicembre 2023
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Sulle pareti della parrocchia sorge l’Arca della Speranza: ecco il murales dei giovani dello Sperone

I più piccoli hanno disegnato i loro animali preferiti, i giovani del Servizio sociale per minori la parola "hope". Il parroco don Di Marzo: "Segno di presenza nel quartiere per riportare bellezza nel cuore delle case popolari"

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PALERMO. Un’arca della speranza, l’arca dello Sperone è stata dipinta lungo le pareti esterne della parrocchia San Marco Evangelista. Il lungo murales realizzato dai bambini e dai giovani del quartiere con l’aiuto di volontari è stato inaugurato, nei giorni scorsi, dall’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice.
Animali, tanti animali, disegnati dai bambini che hanno immaginato un quartiere lussureggiante, con tanto verde, ampi spazi e, appunto, tanti animali: le grigie pareti esterne della chiesa di San Marco Evangelista – un prefabbricato nel cuore del quartiere palermitano Sperone – si sono così colorate fino ad accogliere un lungo murale ribattezzato “L’Arca dello Sperone”. L’inaugurazione è avvenuta in occasione della celebrazione eucaristica che ha dato inizio al ministero del nuovo parroco don Ugo Di Marzo (che resta parroco di Maria Ss. delle Grazie nel vicino quartiere Roccella).

Questo murale vuole essere un forte segno di presenza e di speranza per tutto il quartiere Sperone – dice don Ugo Di Marzo –, un quartiere che sono chiamato a servire come parroco. Dopo la mia nomina a San Marco Evangelista, allo Sperone, in aggiunta alla parrocchia di Santa Maria delle Grazie, a Roccella, ho sentito l’esigenza di dare un volto nuovo a questa realtà – don Ugo Di Marzo -. La parrocchia come struttura fisica non esiste come chiesa. Ma è un prefabbricato nel cuore delle case popolari, degradato, isolato e buio. Allora, la prima cosa che ho pensato, pregando e riflettendo sul contesto di azione pastorale e sociale di questa parrocchia, è stato di riportare bellezza nel cuore delle case popolari. Ed ecco che le pareti rovinate di questo prefabbricato, pieno di parolacce, svastiche e disegni osceni, sono diventate un grande murales“.